I numeri della
pandemia planetaria hanno ricominciato a destare molte preoccupazioni, in particolar modo in
Europa. Il
Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha infatti stimato, in questi giorni, una situazione
"molto preoccupante" in
10 Paesi dell’Unione: Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria e
Slovenia. E altri
10 Stati sono considerati in una situazione
"preoccupante": Germania, Austria, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Romania e
Slovacchia. Per il momento,
l'Italia viene considerata a un livello di
“bassa preoccupazione” dall’ente europeo, insieme a
Malta, Svezia e
Spagna. Pertanto, ora bisogna cercare di prevedere fino a che punto la curva dei contagi si alzerà anche qui da noi e come dovremo affrontare i prossimi mesi invernali, che sono i peggiori in questo genere di fenomeni. Il nostro
inverno non dovrebbe essere
da incubo come gli ultimi appena vissuti. Tuttavia,
richiamare la vaccinazione delle
persone più fragili e di quelle più
anziane, insieme a una serie di
categorie che risultano esposte al contagio, è il minimo che si possa consigliare per riuscire a contenere l’incremento dei casi. Inoltre, nuovi
prodotti farmaceutici sia di
cura, sia di
prevenzione, sembrano essere all’orizzonte: non tutti i
‘segnali’ sono negativi, insomma. Quel che sconcerta, purtroppo, è l’ottusità e l’incomprensione di una fascia generazionale la quale, probabilmente
‘viziata’ dagli anni opulenti vissuti sul finire del secolo scorso, continua a dimostrare una mentalità da
‘presente assoluto’, costringendo il resto del Paese a dover tollerare un’intera schiera di
‘psico-apatici’. Si tratta di interi gruppi di persone che dimostrano una mentalità talmente
meschina da non poter essere registrata né come fisiologica, né sprovveduta, poiché si ostina a
favorire la circolazione del virus, generando ulteriori danni alla collettività, senza minimamente riconoscere i
meriti e i
sacrifici fatti dalla stragrande maggioranza della popolazione. Non si tratta di voler punire, in qualche modo, una
minoranza. Più semplicemente, stiamo segnalando come la
maggioranza del Paese stia cominciando a non sentirsi più
rispettata. In particolare, quelle famiglie che hanno avuto decessi e perdite dolorose, costrette a vivere da vicino le conseguenze più disastrose della pandemia e che, oggi, chiedono
l’espulsione e
l’emarginazione sociale di una
minoranza ‘rumorosa’, insensibile e
politicizzata, totalmente allergica a qualsiasi
logica collettiva o di
gruppo, mai scossa da alcun evento che non li riguardi
individualmente o
personalmente. Si tratta di forme di
materialismo prive di
‘retroterra’ culturale che avevamo già denunciato da tempo e che, oltre a dimostrare una profonda
immaturità individuale, confermano
un’inciviltà imperniata esclusivamente intorno a
criteri opportunistici e di
calcolo. Ebbene, sappiano questi signori che non esiste unicamente il
criterio logico-matematico. Per fortuna, ci sono anche altre forme di
intelligenza e di
sensibilità come quelle
artistiche, umanistiche e persino
fisiche, se proprio vogliamo andare a vedere. La non florida condizione socioeconomica del Paese era evidente già all’inizio della diffusione dei contagi, ma alcune caratteristiche di
coesione collettiva e di
coraggio della
grande maggioranza degli italiani hanno dimostrato come il Paese sia
più maturo di quanto
sembri. Eppure, anche i
media e gli
organi di informazione evitano di parlare di questa
parte ‘sana’ dell’Italia, dandola quasi per
scontata ed esponendola a momenti di
‘compressione sociale’ assai vicini alla
crudeltà mentale e alla
tortura psicologica da parte di gruppi di
‘squilibrati’ rimasti prigionieri di
rancorose ideologie e
mentalità ataviche. Il grosso degli italiani possono oggi vantare un percorso di
superamento e di
‘attualizzazione culturale’ a cui nessuno sta rendendo merito, secondo una
concezione statica, piatta, meramente quantitativa della realtà. Uno strano
materialismo alla rovescia, che non tiene in conto i
meriti e le
qualità di nessuno. Attenzione, dunque: senza alcuna forma di
meritocrazia non può esserci vero
progresso. E il non volerlo comprendere non è un problema solamente dei
‘No vax’. Gli italiani non sono affatto favorevoli alle
conflittualità, alle
polarizzazioni e agli
estremismi. Al contrario, essi rifuggono dalle
esagerazioni emotive e dalle continue
distorsioni irrazionalistiche. In molti si sono
sacrificati in primissima linea, a cominciare da
medici e
infermieri i quali, anziché essere valorizzati e rispettati, vivono
assediati da un
odio sociale che evidenzia
arretratezza mentale e una preoccupante
regressione verso la
sterilità morale. Complimenti vivissimi per essere riusciti in un vero e proprio
miracolo: aver dato ragione a
giacobini e
‘mangiapreti’.