Vittorio LussanaI  numeri della pandemia planetaria hanno ricominciato a destare molte preoccupazioni, in particolar modo in Europa. Il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) ha infatti stimato, in questi giorni, una situazione "molto preoccupante" in 10 Paesi dell’Unione: Belgio, Polonia, Paesi Bassi, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria e Slovenia. E altri 10 Stati sono considerati in una situazione "preoccupante": Germania, Austria, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Romania e Slovacchia. Per il momento, l'Italia viene considerata a un livello di “bassa preoccupazione” dall’ente europeo, insieme a Malta, Svezia e Spagna. Pertanto, ora bisogna cercare di prevedere fino a che punto la curva dei contagi si alzerà anche qui da noi e come dovremo affrontare i prossimi mesi invernali, che sono i peggiori in questo genere di fenomeni. Il nostro inverno non dovrebbe essere da incubo come gli ultimi appena vissuti. Tuttavia, richiamare la vaccinazione delle persone più fragili e di quelle più anziane, insieme a una serie di categorie che risultano esposte al contagio, è il minimo che si possa consigliare per riuscire a contenere l’incremento dei casi. Inoltre, nuovi prodotti farmaceutici sia di cura, sia di prevenzione, sembrano essere all’orizzonte: non tutti i ‘segnali’ sono negativi, insomma. Quel che sconcerta, purtroppo, è l’ottusità e l’incomprensione di una fascia generazionale la quale, probabilmente ‘viziata’ dagli anni opulenti vissuti sul finire del secolo scorso, continua a dimostrare una mentalità da ‘presente assoluto’, costringendo il resto del Paese a dover tollerare un’intera schiera di ‘psico-apatici’. Si tratta di interi gruppi di persone che dimostrano una mentalità talmente meschina da non poter essere registrata né come fisiologica, né sprovveduta, poiché si ostina a favorire la circolazione del virus, generando ulteriori danni alla collettività, senza minimamente riconoscere i meriti e i sacrifici fatti dalla stragrande maggioranza della popolazione. Non si tratta di voler punire, in qualche modo, una minoranza. Più semplicemente, stiamo segnalando come la maggioranza del Paese stia cominciando a non sentirsi più rispettata. In particolare, quelle famiglie che hanno avuto decessi e perdite dolorose, costrette a vivere da vicino le conseguenze più disastrose della pandemia e che, oggi, chiedono l’espulsione e l’emarginazione sociale di una minoranza ‘rumorosa’, insensibile e politicizzata, totalmente allergica a qualsiasi logica collettiva o di gruppo, mai scossa da alcun evento che non li riguardi individualmente o personalmente. Si tratta di forme di materialismo prive di ‘retroterra’ culturale che avevamo già denunciato da tempo e che, oltre a dimostrare una profonda immaturità individuale, confermano un’inciviltà imperniata esclusivamente intorno a criteri opportunistici e di calcolo. Ebbene, sappiano questi signori che non esiste unicamente il criterio logico-matematico. Per fortuna, ci sono anche altre forme di intelligenza e di sensibilità come quelle artistiche, umanistiche e persino fisiche, se proprio vogliamo andare a vedere. La non florida condizione socioeconomica del Paese era evidente già all’inizio della diffusione dei contagi, ma alcune caratteristiche di coesione collettiva e di coraggio della grande maggioranza degli italiani hanno dimostrato come il Paese sia più maturo di quanto sembri. Eppure, anche i media e gli organi di informazione evitano di parlare di questa parte ‘sana’ dell’Italia, dandola quasi per scontata ed esponendola a momenti di ‘compressione sociale’ assai vicini alla crudeltà mentale e alla tortura psicologica da parte di gruppi di ‘squilibrati’ rimasti prigionieri di rancorose ideologie e mentalità ataviche. Il grosso degli italiani possono oggi vantare un percorso di superamento e di ‘attualizzazione culturale’ a cui nessuno sta rendendo merito, secondo una concezione statica, piatta, meramente quantitativa della realtà. Uno strano materialismo alla rovescia, che non tiene in conto i meriti e le qualità di nessuno. Attenzione, dunque: senza alcuna forma di meritocrazia non può esserci vero progresso. E il non volerlo comprendere non è un problema solamente dei ‘No vax’. Gli italiani non sono affatto favorevoli alle conflittualità, alle polarizzazioni e agli estremismi. Al contrario, essi rifuggono dalle esagerazioni emotive e dalle continue distorsioni irrazionalistiche. In molti si sono sacrificati in primissima linea, a cominciare da medici e infermieri i quali, anziché essere valorizzati e rispettati, vivono assediati da un odio sociale che evidenzia arretratezza mentale e una preoccupante regressione verso la sterilità morale. Complimenti vivissimi per essere riusciti in un vero e proprio miracolo: aver dato ragione a giacobini e ‘mangiapreti’.





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