Valentina SpagnoloTre musicisti italiani di fama internazionale, insieme per un mix di elettronica, world-music, jazz e sperimentazione. Sono gli ‘Esencial3io’, ovvero: Giovanni Imparato, Marco Cappelli e Louis Siciliano. Tre ‘cats’ (in gergo musicale: musicisti esperti che ‘giocano’ sperimentalmente con la musica, ndr) dell'Electronic Global Music, con all’attivo 30 anni di carriera in Italia e all’estero, Nastri d’Argento, David di Donatello, riconoscimenti internazionali e colonne sonore per grandi registi, i quali hanno deciso di fondersi in un trio con ‘Invocation’, uscito il lo scorso 3 ottobre 2021. Ecco cosa ci hanno raccontato in questa speciale intervista collettiva.
 
Imparato, Cappelli e Siciliano: cosa vi ha spinti a unirvi in questo trio?
Giovanni Imparato: “Il desiderio e l'esigenza di libertà”.
Marco Cappelli: “La magia di un primo incontro avvenuto a fine aprile scorso, in cui ci siamo subito riconosciuti. Tutto il resto sta avvenendo da sé, come se fosse già scritto. Ovviamente, io non credo fosse scritto, perché ciò che crede il mio lato agnostico non conta niente. Però, in effetti, tante cose stanno accadendo”.
Louis Siciliano: “Io, invece, credo si tratti della voglia di condividere col pubblico nuove ‘avventure sonore’. Prima della pandemia, molte proposte artistiche e musicali si basavano su un massiccio lavoro di comunicazione e marketing, spesso allontanandosi dalla verità che l'arte esige. Noi, invece, siamo alla ricerca di un prisma multidimensionale che si chiama ‘verità’ e che ognuno può approcciare come vuole, purché abbia il cuore e la mente liberi”.

Avete dei background molto differenti: quali influenze sono confluite in ‘Invocation’?
Giovanni Imparato: “Da parte mia, Instantly music, afrocubana e parthenopea, che si esalta al cospetto di Marco e Louis”.
Marco Cappelli: “Invocation è un ‘live’, quindi altro non è che quello che abbiamo suonato una sera, poco più di un mese fa, a Castel Sant'Angelo, in Roma, senza piani prestabiliti e senza successivi trucchi in studio di registrazione. C'è giusto un po' di ‘editing’, per dividere il flusso del concerto in brani, come richiede, ahimè, un'uscita discografica. Il concerto e ancor più il disco, per le reazioni di consenso che sta suscitando, sono per noi una conferma che l'idea di dedicarci a una forma di ‘musica intuitiva’ è vincente. Inoltre, credo che ognuno di noi, per strade diverse, fosse giunto alla conclusione che questa esperienza fosse necessaria nella propria vita. Per questo, ci trovi di tutto: l’eco della mia provenienza dalla chitarra classica e l'influenza delle mie frequentazioni newyorkesi; la spiritualità percussiva di Giovanni unita all'originalità del suo canto e al suo innato talento di performer, affinato in anni di collaborazioni con il meglio della musica Italiana e non;  la visione a 360 gradi del Louis compositore, congiunta alla sua identità di ottimo strumentista e profondo conoscitore di tastiere ed elettronica maturata alla ‘scuola’ di ‘giganti’ come Joe Zawinul e Wayne Shorter, che lui conosce e che ha frequentato personalmente”.
Louis Siciliano: “In sostanza, tutti e tre siamo esploratori di linguaggi sonori e sonorità che rientrano in una visione più ampia e flessibile della musica, della vita e dell'universo. ‘Invocation’ si riallaccia, idealmente, alla frase di William Blake: "Se le porte della percezione fossero purificate, tutte le cose apparirebbero infinito". Insomma, la nostra musica proviene dagli abissi dell'intuizione e vive nel qui e ora”.

Tra i vari pezzi della tracklist, quale pensate sia quello più emblematico?
Giovanni Imparato: “Non saprei: essendo un ‘discorso’ sezionato, io sposo tutto”.
Louis Siciliano: “Tutti anche per me, perché la nostra performance, catturata sull'album durante un nostro concerto al Cibaldone Music Festival 2021, tenutosi lo scorso agosto a Roma, era un flusso ininterrotto di musica di più di un'ora. Per un'esigenza divulgativa e per la distribuzione, in post-produzione abbiamo dovuto dividere la performance in vari ‘momenti’ musicali. In realtà, i brani non esistono: esiste un flusso sonoro che si ricollega direttamente al ‘principio vitale’, che si palesa nel qui e ora”.
Marco Cappelli: “Avendo vissuto il concerto, anch’io sento il disco come un flusso unico. I titoli sono venuti dopo, per la ragione che vi abbiamo detto. Forse, quello a cui sono più affezionato è ‘Running after you’. Ma credo che la musica c'entri poco: è il titolo che risuona in maniera sinistra, in avvenimenti della mia vita privata recente”.

La musica è composta in tempo reale da un continuo scambio eterico tra voi tre e il pubblico: come avviene questo scambio?
Louis Siciliano:
“Oggi, tutti si riempiono la bocca di olismo, sciamanesimo, yoga o fisica quantistica. Sono felice di questo ‘risveglio’ globale, ma io sono vegetariano sin dal 1994 e sono più di trent'anni che mi occupo dei meccanismi ‘supra-psicologici’ - un termine da me coniato - che hanno a che fare con gli stati di ‘trance’ indotti dalla musica. Niente droghe o cose varie: solo un lavoro enorme per scardinare la spazzatura che crea il ‘mentale’ e il nostro sistema educativo e formativo, totalmente insano, per anelare, giorno per giorno e attimo per attimo, alla ‘vuota infinità’. Quando sei in questo stato di rilassamento e apertura totale, per una sorta di trasmissione di ‘egregore’ (forme di pensiero occulte, ndr), il pubblico sente veicolare l'energia e prendere forma una ‘musica della radice’. Non è una questione di livello culturale, di lauree o quant'altro: è una questione di ‘pancia’, il centro del nostro ‘cervello emotivo’. Le cosiddette civiltà primitive, queste cose le conoscevano e le conoscono. Oggi, la fisica quantistica è arrivata a capirci qualcosa di questi meccanismi. Ma ora mi chiedo e vi chiedo: chi sono i primitivi? Loro o noi”?
Marco Cappelli: “Io non saprei. Più semplicemente, credo che se sei sufficientemente maturo, musicalmente, da poterti permettere il lusso di abbandonarti a una sorta di ‘trance’ e lo fai con una sorta di purezza interiore, senza pregiudizi e forzature, soprattutto senza paura, ecco allora che la magia avviene, semplicemente. E chi ascolta diventa parte di questo gioco allo stesso modo di chi suona”.
Giovanni Imparato: “Anch’io la penso così: è la cosa più naturale che possa esistere. Uno scambio che avviene perché insito nell'amore per la vita”.

Progetti futuri? Ci sono performance in programma?
Marco Cappelli:
“Stiamo lavorando a molti progetti, tra cui un tour americano e l'idea di arrivare pronti alla prossima stagione dei festival italiani ed europei. Lo ‘spin’ del disco, che sta andando benissimo già a poche settimane dalla sua uscita, ci incoraggia molto a crederci. ‘Essential3io’ è un fenomeno contagioso. E noi siamo ‘malatissimi’…”.
Louis Siciliano:
“Il futuro è adesso. Io mi alzo alle 11.00 perché lavoro fino alle 6.00 del mattino, ininterrottamente. Sono nei suoni 19 ore al giorno, con pochissime pause: ore e ore di concentrazione in cui studio, creo, indago, mi esercito o faccio performances. Ogni giorno e dovunque io mi trovi nel mondo, questa è la mia vita. Sono e siamo, perché Marco e Giovanni non vivono molto diversamente da me, anche loro immersi totalmente nella musica. Adesso, stiamo preparando a questo tour in America; a fine ottobre saremo al ‘Womex’ a Porto, in Portogallo; e dopo, al Midem di Cannes”.
Giovanni Imparato: “Insomma, tanti progetti, tanti dischi e tante performance live”.





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