Michela Zanarella è una poetessa apprezzata e riconosciuta a livello internazionale. Da tempo, ha intrapreso un proprio percorso di
‘attivismo culturale’ su svariati
‘fronti’, a dimostrazione di come il
lavoro e la
costanza conducano sempre verso la
competenza e il
rigore professionale. Dal
2007, infatti,
Michela Zanarella vive e lavora a
Roma, dove è diventata
giornalista collaborando con numerose testate di approfondimento culturale. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesia:
‘Credo’ (2006); ‘Risvegli’ (2008); ‘Vita, infinito, paradisi’ (2009); ‘Sensualità’ (2011); ‘Meditazioni al femminile’ (2012); ‘L’estetica dell’oltre’ (2013); ‘Le identità del cielo’ (2013); ‘Tragicamente rosso’ (2015); ‘Le parole accanto’ (2017); ‘L’esigenza del silenzio’ (2018); ‘L’istinto altrove’ (2019); ‘La filosofia del sole’ (2020). In
Romania è uscita in edizione bilingue con la raccolta:
‘Imensele coincidente’ (2015). Negli
Stati Uniti è stata pubblicata, in edizione inglese, la sua raccolta, tradotta da
Leanne Hoppe, intitolata
‘Meditations in the Feminine’, edita da
Bordighera Press (2018). Autrice anche di libri di
narrativa e
testi per il teatro, è tra gli otto coautori del romanzo di
Federico Moccia: ‘La ragazza di Roma Nord’, edito da
Sem. Le sue poesie sono state tradotte in
inglese, francese, arabo, spagnolo, rumeno, serbo, greco, portoghese, hindi e
giapponese. Ha ottenuto il
‘Creativity Prize’ al
Premio internazionale ‘Naji Naaman’s’ nel
2016. Ed è
ambasciatrice per la cultura e
rappresentante per l’Italia in
Libano, per la
‘Fondazione Naji Naaman’. È inoltre
speaker di
‘Radio Doppio Zero’ e socio corrispondente
dell’Accademia cosentina, fondata nel
1511 da
Aulo Giano Parrasio. Ha collaborato con
Emui-EuroMed University, piattaforma interuniversitaria europea che si occupa di relazioni internazionali ed è infine approdata alla presidenza della
Rete italiana per il dialogo Euro-Mediterraneo (Ride-Aps), capofila italiana della
Fondazione Anna Lindh (Alf), nonché presidente onorario
dell’Enciclopedia poetica ‘WikiPoesia’. Oggi,
Michela Zanarella collabora con la rivista di letteratura
‘Euterpe’ e il bimestrale internazionale
‘Kenavò’ ed è regolarmente presente nella redazioni di
‘Periodico italiano magazine’ e
‘Brainstorming culturale’, ambedue magazine di arte e cultura. Fa parte del gruppo dei
‘Poeti emozionali’, nato a
Torino nel
giugno 2020 ed è presidente dell’associazione
‘Le Ragunanze’. Presiede le giurie dei concorsi letterari
‘Città di Latina’, ‘L’arte in versi’, ‘Accendi le parole’ e
‘Racconta le parole’. Tutto questo impegno l’ha resa una delle persone più interessanti, anche sotto il profilo
dell’affidabilità professionale, per numerosi
ambienti editoriali e
letterari della
capitale dìItalia, diventando un elemento
prezioso in ogni
‘mondo’ in cui si è presentata e, in seguito, fatta conoscere. Indubbiamente, la sua
inesauribile passione per la
cultura a tutti i livelli, unita a un
‘piglio’ e a una
concretezza tipicamente
settentrionali – è originaria di
Cittadella, in provincia di
Padova – l’ha evidenziata e imposta agli occhi del
professionismo romano, a dimostrazione di come la
coerenza e la
costanza metodica conducano sempre a risultati eccellenti. Anche in una città complessa come
Roma, culturalmente
vivace, ma spesso troppo
distante da una concezione più
‘pragmatica’ e
produttiva in un settore, quello
dell’arte e della
cultura, che sarebbe il suo
contesto di sfondo più naturale.
Michela Zanarella, in questi anni, ha saputo indicare a tutti noi la vera
identità di fondo della
capitale d’Italia, rigenerandola attraverso una sintesi originale tra la
concretezza di una
ragazza del nord profondamente innamorata del proprio lavoro e
l’immenso patrimonio storico e
artistico che la città di
Roma le ha messo a disposizione come
‘materia prima’. E per fortuna che, secondo qualcuno,
“con la cultura non si mangia”: basterebbe dimostrare di
aver voglia di lavorare e, ben presto, molte delle
contraddizioni della
Roma di oggi si vedrebbero
superate come d’incanto.
“Una vera e propria macchina da guerra”, l’ha testualmente definita il direttore della presente testata, riconoscendosi subito, probabilmente, nella
comune provenienza d’origine: quella delle
‘Serenissime Terre di San Marco’.
Michela Zanarella, poetessa pluripremiata a livello internazionale, recensita nei giorni scorsi persino sulle pagine del ‘Wall Street Journal’ nella sezione dedicata agli avvenimenti internazionali come appartenente al nuovo movimento dei 'Poeti emozionali': che corrente culturale è, innanzitutto?
“Ho scoperto casualmente l’articolo sul ‘Wall Street International’, a firma di Laura Boscardin, giornalista di origine veneta, ma residente a Barcellona. E sono rimasta molto sorpresa dalle sue parole, che mi hanno dato enorme gioia: essere letti ed apprezzati fa sempre piacere. L’ho cercata sui social per ringraziarla e, dal nostro scambio di parole, ho capito che, oltre alle stesse radici, abbiamo molte altre cose che ci legano, come l’amore per la poesia e per il giornalismo. Da giugno 2020 faccio parte del gruppo di esplorazione letteraria dei ‘Poeti emozionali’, nato in piena pandemia da un’idea del poeta Domenico Garofalo. Non è da considerarsi una corrente culturale: siamo semplicemente un gruppo di ‘amici-scrittori’, uniti dalle nostre affinità letterarie. Ci impegniamo a promuovere la poesia e a diffonderla senza avere chissà quale pretesa. Ovviamente, poniamo al centro di tutto le emozioni, poiché crediamo fortemente nella magia della poesia che unisce voci, stili e culture diverse. Inizialmente, il gruppo era composto da diversi autori e, oggi, siamo rimasti in sei: io, il fondatore Domenico Garofalo, Johanna Finocchiaro, Antonio Corona, Immacolata Rosso e Francesco Nugnes. Abbiamo anche avuto modo di incontrarci tutti insieme, per la prima volta, qualche mese fa a Torino, nello storico locale ‘Le Roi’ di Toni Campa. Ora, siamo coordinati dall'associazione culturale 'Vivere d'Arte', che di recente ha aperto anche una divisione come casa editrice".La sua poetica evoca, talvolta, qualche tema di impegno civile e sociale?“Sì, spesso le mie poesie affrontano temi d’impegno civile e sociale. Ho scritto versi sulla violenza, in particolare contro il ‘femminicidio’, l’emarginazione, l’inquinamento, la guerra, la Shoah. Credo che il poeta abbia il compito di osservare con occhio vigile e critico la società. Tra le mie raccolte, ‘Tragicamente rosso’, uscita nel 2015, forse è quella in cui mi sono espressa maggiormente su aspetti delicati e particolari”.Lei, oggi, è anche una giornalista e si occupa, ovviamente, di cultura: come stiamo messi in Italia in questo settore, secondo lei?“E’ sempre faticoso parlare di cultura in Italia: si tende a metterla in secondo piano, come se non fosse un argomento rilevante per la società. Eppure, non manca certamente il fermento creativo: ci sono tantissimi giovani che hanno idee brillanti. Si preferisce puntare a ciò che economicamente funziona di più a scapito dei talenti. Così, chi ha capacità, preferisce trasferirsi all’estero, poiché almeno ha la possibilità di veder riconosciuto il proprio lavoro. I nomi che circolano qui da noi tendono a essere sempre gli stessi. A volte, ci si sente anche persino scoraggiati a proporsi, perché sembra un circuito ‘chiuso’, senza accesso, caratterizzato da precise ‘barriere d’entrata’ per chi ancora deve emergere. Alcuni personaggi affermati nemmeno offrono consigli: ignorano le persone…”.La poesia piace ancora, secondo lei? Oppure si ritrova culturalmente arroccata in alcuni circoli di 'aficionados'?“La poesia piace e non solo agli appassionati. Negli ultimi anni ho notato un interesse maggiore anche se, purtroppo, restano i soliti ‘circoli viziosi’, che fanno parte di un retaggio culturale del passato, molto conservatori, in cui puoi accedere solo a determinate condizioni. Tutto ciò rovina il ‘bello’ di un genere letterario così puro, che invece dovrebbe creare rete e condivisione”.
Quali pubblicazioni a sua firma, prossime o future, sono previste? A cosa sta lavorando?“Ho già firmato un contratto con una nota casa editrice che si occupa esclusivamente di poesia. Si tratta di una raccolta nata in un modo insolito. E mi auguro possa avere un buon riscontro da parte dei lettori. In cantiere ho anche una raccolta bilingue italiano/spagnolo che ancora non so quando uscirà, ma ci sto lavorando da alcuni mesi e credo non manchi molto. Tra i progetti futuri ne ho alcuni ‘collettivi’ con altri autori. Amo le collaborazioni: l’importante è metterci sempre lo stesso impegno e la stessa cura”.