Vittorio LussanaDefinire Giuseppe Conte “l’avvocato dei tagliagole” sulla prima pagina di un quotidiano a tiratura nazionale come ‘Libero’, diretto dal collega Alessandro Sallusti, peraltro stimato, ci sembra l’ennesimo atto di un modo di fare informazione sempre più tendente all’attacco personale, piuttosto che alla libera critica di idee e punti di vista non condivisi. Indubbiamente, l’avvocato Conte è scivolato sulla classica ‘buccia di banana’ e ha espresso un concetto con parole che, in politica estera - anche per tradizione diplomatica - fanno riferimento ad altra situazione, oppure vengono associate, per consuetudine, a una fase ben distinta, successiva a un periodo di crisi. Ma da qui a far discendere una sua adesione difensiva - che in genere prevede un preciso mandato scritto – al movimento fondamentalista Talebano significa andare ben oltre i fatti reali, al fine di distorcerli. Siamo a conoscenza della possibilità di ‘stirare’ le titolazioni degli articoli o delle ‘aperture di pagina’, in quanto precisa ‘tecnica’ finalizzata ad attrarre l’attenzione dei lettori. Ma anche tali metodologie hanno i loro limiti e ‘paletti’: non si può affermare una cosa totalmente ‘campata per aria’ sulla prima pagina di un quotidiano nazionale. Specifichiamo, ovviamente, che la linea della presente testata non è certamente quella del Movimento politico guidato dall’avvocato Giuseppe Conte, né di alcun’altra forza politica precisa. Più semplicemente, noi facciamo riferimento a un’area ‘culturale’ laico-riformista presa nel suo complesso, ma non siamo organi di fiancheggiamento di nessuno. Pertanto, esprimiamo tale nostro parere sulla base di considerazioni deontologiche relative alla professionalità giornalistica e non certamente basandoci su dogmatismi ideologici. La presenza in molti ambienti della stampa e degli organi di informazione di elementi che strumentalizzano le notizie, al solo fine di attuare una sorta di ‘tiro al bersaglio’ dal carattere persecutorio nei riguardi di singoli esponenti politici, comincia a mostrarsi come un sintomo di scarsa qualità professionale, che rischia di degenerare fino a trascinare l’intera categoria professionale verso un discredito pericoloso, probabilmente funzionale a ricondurre l’informazione stessa entro i ‘recinti ideologici’ del passato, di destra o di sinistra essi siano. Una cosa è la critica politica, ben altro il discredito personale, profittando di una ‘gaffe’. Precisiamo inoltre che la linea di politica estera del M5S l’abbiamo spesso giudicata banale, antistorica, imbevuta di un antiamericanismo datato, quasi mai corrispondente alle condizioni attuali o contingenti. In buona sostanza, non neghiamo il ritardo culturale di un certo ‘populismo giacobino’ che sconta, probabilmente, una scarsa esperienza di governo e una lunga fase di marginalità. Tuttavia, trascendere nello ‘squadrismo’ è metodologia altrettanto populista, che produce un errore speculare e opposto, dato che solamente 3 anni fa l’allora primo ministro in carica, Giuseppe Conte, veniva esaltato con l'appellativo di “avvocato del popolo”. Questo sbandare da un eccesso all’altro è tipico della demagogia. E la demagogia è semplicemente una presa in giro nei confronti dell’opinione pubblica, che non merita vuoti atteggiamenti intimidatori o regolamenti di conti tipici di una ‘piazza del mercato’. Se parte del giornalismo moderato e conservatore non riesce a liberarsi dal proprio estremismo o dai suoi innumerevoli integrismi, è vivamente pregato di tornare a frequentare i vari corsi di aggiornamento professionale già previsti, da alcuni anni a questa parte, proprio per riuscire a liberare la nostra categoria da quegli steccati ideologici che, in passato, ne hanno condizionato l’autonomia professionale e la stessa libertà di espressione. Riteniamo, pertanto, corretta la presa di posizione di alcune testate on line che stanno presentando, già in questi giorni, regolari esposti presso l’Ordine nazionale dei giornalisti, al fine di chiedere un intervento da parte della competente Commissione disciplinare in grado di prendere opportuni provvedimenti contro la direzione responsabile del quotidiano in questione, non nuovo, purtroppo, a simili esagerazioni distorsive o a interpretazioni ‘fantasiose’ delle varie tecniche di manipolazione formale delle notizie.





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