Vittorio LussanaDi fronte ai capricci dei ‘No vax’, siamo ovviamente soddisfatti dal provvedimento assunto dal Governo Draghi, in concorso sussidiario con le Regioni e le aziende sanitarie locali e territoriali. Tuttavia, riteniamo di essere solo all’inizio di una diatriba che ha ormai assunto le caratteristiche di una miope ed egoistica superficialità, potenzialmente nociva sia alla salute pubblica, sia alla nostra economia. Non si può continuare con un simile livello di disinformazione, che vede ogni esperto o studioso bersagliato da critiche e commenti ai limiti della psicosi collettiva. Innanzitutto, i vaccini hanno azzerato le morti in tutti i Paesi del mondo, immunizzando le fasce più a rischio: negare un simile esito, di portata addirittura planetaria, è totalmente contrario a ogni logica. Un’ignavia mirata, probabilmente, a ridimensionare i meriti della scienza. L’ostinazione degli anni passati nel non investire nella ricerca scientifica - responsabilità imputabile a tutti gli esecutivi che si sono succeduti alla guida del Paese, di qualsiasi colore od orientamento essi fossero - dimostra l’esistenza di una sorta di ‘barriera’ antropologico-culturale, che possiede radici ampie e trasversali in ogni ambiente, anche quelli apparentemente meno sospetti. Negare che tali rigidità non siano legate a una strana ideologia fatalista, capace di negare anche la realtà più evidente e misurabile, significa essere complici di uno strano ‘feudalesimo’, che proprio non vuol saperne di essere confinato ai margini. I vaccini anti-Covid risultano, inoltre, i più sicuri di qualsiasi altra immunizzazione inoculata in passato, il cui difficile reperimento provocava addirittura le proteste opposte, con tanto di accuse contro lo Stato di non voler proteggere la salute dei ceti meno abbienti della popolazione. Invece, questa volta i dati di tutti i Paesi sono concordi: i vaccini registrati presso le autorità di controllo - Ema, Aifa, ma anche dalla statunitense Fda - sono assolutamente efficaci, anche nei confronti delle nuove ‘varianti’ del Sars-Cov2. Pertanto, un simile fenomeno di negazione non può essere registrato come fisiologico, bensì possiede una regia che sembra voler spingere il Paese verso un nuovo periodo di chiusure invernali, da strumentalizzare politicamente. Un propagandismo ideologico senza scrupoli, che sembra orientato a voler rallentare l’uscita dell’Italia dalla pandemia. Atteggiamenti irresponsabili, che meritano ulteriori provvedimenti di contrasto. Ecco perché riteniamo sensata la proposta formulata dalla virologa Ilaria Capua, la quale, ospite de La7, ha recentemente ipotizzato la possibilità di ricorrere a un ‘ticket’ nei confronti di quei cittadini che rifiuteranno la vaccinazione. Un’opzione finalizzata a rimborsare lo Stato per i futuri ricoveri nei suoi costi ‘non sanitari’: letto, biancheria, mense, servizi di pulizia, utenze. In buona sostanza, se si reclama una libertà giuridicamente più vicina a una forma di ‘licenza arbitraria’, risulta altresì corretta l’ipotesi di introdurre un contributo giornaliero, in modo da rendere sostenibili i costi dei futuri ricoveri nelle terapie intensive. E’ ormai necessario che il Paese comprenda che il momento è particolarmente delicato e che, intorno a questioni di questo genere, eticamente sensibili, non si possa continuare ad assumere atteggiamenti miopi ed egoistici, che ricadrebbero, in un modo o nell’altro, sull’intera collettività. Il problema è ormai emerso in tutta la sua diabolica ambiguità: all’interno della società italiana non vigono i medesimi valori sociali e non si condividono gli stessi princìpi. Pertanto, ulteriori misure di disincentivazione di quella che, assai impropriamente, viene definita ‘libertà di cura’ dovranno essere valutati e studiati, se veramente si vuole raggiungere quell’immunità di gruppo in grado di proteggere anche coloro che rifiutano l’assistenza sanitaria e le prestazioni mediche garantite dallo Stato.




Direttore responsabile di www.laici.it, della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it) e del blog www.avantilive.it - giornale socialista

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