Stefania CatalloLa Banca centrale europea ha capito. Ci è arrivata, finalmente: per sostenere l’economia dell’Eurozona ed evitare eccessive contrazioni della circolazione monetaria bisogna gestire in maniera più elastica e meno rigida il tasso di inflazione, che può anche salire sopra al 2% ed essere regolato in maniera asimmetrica, a seconda delle condizioni interne dei singoli Stati-membri. Si tratta di un ragionamento ‘monetarista’ che il Partito socialista europeo invoca sin dal 2011, strenuamente difeso dalla presente testata. Ma si sa: riuscire a comprendere certe cose che si reiterano anno dopo anno e che, tuttavia, vengono regolarmente ‘oscurate’, per non dire negate, da tutti i difensori delle proprie singole rendite di posizione, anche quelle più piccole e ‘scalcagnate’, è chiedere troppo. Sin dalla prima crisi del 2008, noi sappiamo che le politiche di ‘austerity’ erano basate su calcoli sbagliati e rigidità eccessive, finalizzate al calmieramento dei prezzi delle merci di prima necessità. Ma così facendo, si è finito col provocare il processo inverso: la ‘spirale deflattiva’. Soprattutto nei Paesi ad alto debito. Certo: le sinistre scuotono l’albero e le destre raccolgono i frutti. La conosciamo bene, questa storia. Ma a noi, ciò interessa meno. Noi volevamo solamente far comprendere che un tasso d’inflazione troppo rigido colpisce i ceti meno abbienti, anche se in maniera diversa rispetto all’inflazione ‘galoppante’. Meno male, ci si è arrivati: questo è quello che conta. E possiamo anche fare a meno di elogi e smancerìe ipocrite, in cui certe persone vengono ascoltate solo quando bufere e tempeste sono ormai sopra le nostre teste. Siamo vieppiù interessati a segnalare, invece, che le politiche economiche del Ppe degli anni ’10 del XXI secolo erano basate su premesse erronee: avevano ragione il Pse e l’Internazionale socialista. Proprio quelle ragioni che qualcuno non volle scrivere sui giornali, perché quel giorno Berlusconi faceva il 'baciamano' a Muhammad Gheddafi. Tutti elementi che hanno finito col generare un ulteriore scivolamento di consensi verso gli estremismi di destra. Ma anche di questo c’importa assai poco, alla fine: la transizione verso un’economia green ed ecosostenibile - altra ‘intuizione’ portata avanti con coerenza proprio da Laici.it - potrebbe generare un 'effetto-domino' di coalizioni ‘rosso-verdi’. In Germania, per esempio, l’era ‘post Merkel’ è ormai alle porte. E siamo certi che il popolo tedesco, che in queste cose si dimostra assai più intelligente e sensibile del nostro, opterà per una sana alternanza di governo, ponendo ambientalisti e socialdemocratici nelle condizioni di approvare quelle riconversioni industriali necessarie alla Germania per affrontare le conseguenze del Global Warming. Il mondo intero va a sinistra, dunque. Anche se si tratta di una sinistra ‘martirizzata’ da tutte le critiche generazionali e post ideologiche di ‘menefreghisti’ e opportunisti, comprese quelle più immeritate e ingiuste. Tutto questo accadrà. Ma non in Italia, che come al solito è un Paese a parte, in cui il cattolicesimo controriformista ha sempre avuto un suo ‘peso’, alquanto stucchevole, nell’impantanare il Paese. Fino al disastro successivo, ovviamente, in cui arrivano sempre ampie lodi e grandi sorrisi a 32 denti. E scarsi aiuti di sostegno.





Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio