Qualche giorno fa,
Pascal Schembri, scrittore siciliano trapiantato in
Francia, ha presentato il suo nuovo libro:
‘Mistero a Aix-les-Bains: l’ultima avventura di Gustavo Rol’ (Reverdito Editore). Un’opera piuttosto
inconsueta per
Schembri, che ha sempre avuto, come generi d'elezione,
l’action, la
spy story o le raffinate
commedie erotiche. Una scelta dovuta, probabilmente, a un
‘incontro’, rigorosamente concettuale, con
Gustavo Rol: un'immensa figura che ha profondamente influenzato molti potenti del secolo scorso, il cui fascino, a tanti anni dalla morte, esercita ancora un'indubbia presa una volta venuti a conoscenza del suo pensiero e delle sue imprese. Basta leggere qualche sua affermazione, un passo delle sue opere, il giudizio di chi l'ha incontrato, per capire lo spessore del personaggio, la profondità delle sue idee, la
potenza intrinseca che hanno portato molti a definirlo
“un maestro spirituale”, dotato di una
‘luce interiore’ in grado di fargli superare ogni limite umano. Non a caso,
Rol si era proposto, dopo la propria
‘conversione’, di confermare con vigore la
presenza di Dio in un'epoca di
gretto materialismo. Poteva restare immune da tutto questo uno scrittore sensibile e colto come
Pascal Schembri? La risposta è, ovviamente,
no. E infatti, la sua
‘avidità intellettuale’, l’ansia di scoprire la realtà che giace sotto l'apparenza, se n'è nutrita a piene mani, facendolo diventare
fonte d'ispirazione. La storia narrata, nella struttura, è tutto sommato abbastanza semplice: un disincantato sessantenne si reca, come ogni anno, ad
Aix-les-Bains, nota località di soggiorno estivo della
Savoia, per le consuete
cure termali. Stavolta, però, il destino ha preparato per lui una sorpresa che lo catapulta fuori dalla
routine a cui, da sempre, si era abituato: per
puro caso viene a sapere che nella sua solita
camera d’albergo vi aveva soggiornato, per molti anni,
Gustavo Rol. La rivelazione apre una breccia nella sua consapevolezza e pian piano si accorge che la personalità, o forse le doti straordinarie del
grande piemontese hanno permeato talmente quell'ambiente da spingerlo in una dimensione, il
paranormale, che mai avrebbe supposto esistesse, con un'avventura che lo condurrà quasi sul punto di minare la sua
sanità mentale. Anche gli altri
personaggi del romanzo sono
ben delineati, come portatori di
segreti scottanti oppure in quanto
presenze dolenti: un
mix equilibrato, che conduce la storia a
scorrere agevolmente, catturando l'interesse del lettore fino all'esito finale, tutt'altro che scontato. Peccato che, ogni tanto, la vicenda venga sovrastata da
incursioni di carattere prettamente
saggistico su altri
personaggi storici, i quali avevano anch’essi soggiornato, in passato, nella stessa località termale affacciata sul
lago del Bourget. Altre considerazioni di ordine
filosofico appesantiscono sovente la narrazione, dettate sicuramente dall'intento di suscitare la riflessione del lettore verso aspetti, significati e prospettive della vita le quali, tuttavia, rischiano di spingerlo lontano dal
filo della vicenda, confondendo più che indirizzare. Decisamente più interessanti, i riferimenti - e le conseguenti
‘schermaglie' telefoniche - al difficile rapporto che intercorre tra il
protagonista e il
figlio, che diviene un elemento di arricchimento del contesto e non un semplice
‘escamotage’ volto a scaricare la tensione del racconto. Tutto sommato, si può dire che
‘l'esperimento’ di
Schembri nel campo del
mistero, questa sua ricognizione verso nuove vie di conoscenza, ha raggiunto esiti sostanzialmente
positivi. Un libro che può ampiamente figurare nella personale biblioteca di ciascuno di noi. E magari, suscitare il desiderio di
nuovi approcci nel genere e verso il vissuto di
Gustavo Rol.