
Molti
Paesi poveri che hanno ricevuto i
vaccini contro il
Covid 19 attraverso l'iniziativa
Covax non hanno più dosi per portare avanti la loro campagna di immunizzazione. L’allarme è stato lanciato, in questi giorni,
dall’Oms (Organizzazione mondiale per la sanità, ndr). Stando a quanto riferisce il consigliere della direzione generale dell'agenzia dell’Onu,
Bruce Aylward, il
programma Covax ha consegnato
90 milioni di dosi a
131 Paesi, ma queste non sono bastate per proteggere tutte le popolazioni, soprattutto in un momento in cui
l'Africa si sta preparando alla sua
terza ondata della pandemia. Ricordiamo, infatti, che oltre al
dramma dei decessi e delle cattive
condizioni sanitarie dei
Paesi del sud del mondo, la possibilità per il
virus di poter continuare a circolare può generare nuove
varianti evolutive del
Sars-Cov-2, con un grave perciolo di un
'effetto boomerang’ anche per i Paesi più indistrializzati. Anzi, la possibilità di lasciarsi alle spalle la
fase pandemica, rendendo
endemica la
lotta al virus fino al suo
debellamento, è legata alla nostra capacità di
immunizzare le popolazioni dei
Paesi poveri, poiché come dimostrato dalla cosiddetta
‘variante indiana’, nuove
mutazioni potrebbe espandere la
guerra al Covid 19 rendendola un
incubo ‘latente’ di ogni nostra attività futura.
"Almeno la metà degli 80 Paesi a basso reddito coinvolti nell'iniziativa Covax”, sottolinea il
consigliere dell'Oms, "non ha vaccini sufficienti per svolgere il proprio programma di immunizzazione. Un numero”, spiega
Aylward, “che potrebbe essere molto più alto”. A quanto pare, infatti, alcuni di questi Paesi hanno cercato di prendere
accordi alternativi con le varie
aziende farmaceutiche, per risolvere l'emergenza offrendo, in cambio dei
vaccini, un
prezzo molto più alto rispetto al
valore di mercato, con conseguenze molto gravi per le loro economie interne. Ma non solo: il rischio della diffusione di tale
‘sovranismo sanitario’ finisca col trasformarsi in una
catastrofe morale, poiché la
corsa al vaccino può tramutarsi in una
‘gara’ in cui, chi offre di più, vince. E le stesse case farmaceutiche stanno già ingaggiando una
competizione sotterranea per farsi approvare i farmaci dalle nazioni più ricche, al fine di soddisfare subito le richieste di chi è in grado di
pagare in contanti. L’idea attualmente circolante, negli ambienti sanitari
dell’Onu, ma anche in quelli delle varie agenzie europee del farmaco, è quella di garantire una copertura più ampia
‘girando’ o
inoltrando le
dosi in eccesso di ogni Paese ricco attraverso un meccanismo di
rapporti bilaterali tra i vari Paesi, oppure organizzando una serie di
corsie preferenziali che possano far arrivare i
vaccini in
anticipo, rispetto alle consegne previste dal
programma Covax. Una possibilità diventata più concreta con l’arrivo di
Joe Biden alla presidenza degli
Stati Uniti, dato che la precedente
amministrazione Trump aveva
boicottato tutte le iniziative
dell’Oms.