Vittorio LussanaIn fondo, anche noi laici siamo una setta. Una setta di antipatici, rissosi e inviperiti ‘mangiapreti’. E da setta quale siamo, noi ci poniamo il problema del rispetto  e della difesa delle minoranze. Perché le minoranze, in Italia - Paese cattolicissimo - vivono da sempre esperienze allucinanti. Per tradizione secolare, in questo Paese - cattolico, ma intollerante - se sei un disabile vieni definito “handicappato”; se metti in piedi un’azienda che vuol vendere ‘canapa light’ in maniera sana e controllata sei “uno spacciatore” o un “drogato”; se sei un ‘diverso’ o semplicemente un ‘gay’, vieni appellato con l’affettuoso epiteto di “frocio”. Quando si atterra nei nostri aeroporti non si trovano né scivoli,telefoni,cessi. E il messaggio che ti arriva subito, immediato, non appena hai messo piede nella città del Papa, è uno solo: “Noi non ti vogliamo”. Per tutto questo, noi laici siamo tornati a essere, in fondo, ciò che eravamo all'incirca duemila anni fa: una setta di protocristiani, illuminata da uno spirito che ormai da troppi anni, in Italia, manca totalmente. Siamo noi, oggi, i veri cristiani, perché non amiamo quel tipo di elemosina che umilia o insulta, bensì cerchiamo di sostenere veramente le minoranze. E per chi si ritrova in questo tipo di condizione, noi vogliamo essere un aiuto, una voce, una speranza. Perché ogniqualvolta ci ritroviamo a sostenere una battaglia di minoranza in un Paese come il nostro, alzando lo sguardo vediamo interi eserciti schierati contro di noi con tutte le armi possibili e immaginabili a loro disposizione, mentre noi abbiamo tra le mani una semplice cerbottana. E proprio in quel preciso momento, mi accorgo di essere felice.




Direttore responsabile di www.laici.it, della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it) e di A.live - Giornale socialista (www.avantilive.it)

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