Stefania CatalloCon la morte del principe Filippo di Edimburgo, consorte della regina Elisabetta II d’Inghilterra per oltre 73 anni e deceduto lo scorso 9 aprile - a pochi mesi dal suo centenario - si accendono di nuovo i riflettori su uno dei più discussi clan familiari: quello dei Windsor-Mountbatten, rappresentati di una forma di governo un po' antiquata e feudale, ma dal fascino ‘sempreverde’. Di quello che accade dietro le finestre del Palazzo reale di Londra si sa ben poco. E se è vero ciò che diceva la compianta Lady Diana, ossia che non era possibile aprire nemmeno una di quelle finestre, perché avrebbe guastato l'impeccabile immagine esterna della reggia, il funerale del principe, celebrato sabato scorso, 17 aprile, è stato il nuovo atto di uno spettacolo a uso e consumo del pubblico. Ma chi sia stato veramente Filippo, quali siano state le sue aspirazioni e i suoi desideri e quanto abbia pagato caro il suo essere consorte di Elisabetta, non si saprà mai. La biografia del principe racconta delle sue origini, dalla fuga da Atene in una cassetta di frutta ai voli nella Raf; dal matrimonio del bel giovane blasonatissimo ma senza regno, al ruolo di confidente e consigliere della regina. Tuttavia, non è dato sapere quanto peso abbia avuto davvero nella reggenza e se le sue famose ‘gaffes’ non siano state, invece, l’esternazione del vero pensiero della coppia, filtrato ovviamente dal linguaggio diplomatico adottato dalla sovrana e puro, nella sua esternazione senza peli sulla lingua, da parte di Filippo. Erano sicuramente altri tempi, quelli del principe: sono passati 100 anni dalla sua nascita e, con loro, 2 guerre mondiali, la fine del colonialismo, il disgregamento del Commonwealth e via dicendo. Insomma, il mondo è cambiato. E sono arrivati: il ‘politically correct’, la parità di genere, l’integrazione razziale e molto altro. Ovvero, tutto ciò che Filippo, col suo linguaggio irriverente, ha spesso dileggiato e ridicolizzato. Ma lui era un uomo di altri tempi, patriarca e difensore dell'immagine della ‘farm’, la ‘ditta’, il nomignolo autoattribuitosi dal clan e rivelato da Meghan Markle durante la chiacchieratissima intervista rilasciata, lo scorso marzo, a Oprah Winfrey. Basti ricordare, per esempio, la ‘messa alla porta’ della duchessa Sarah, moglie del principe Andrea, dichiarata ‘persona non gradita’ da Filippo a causa di alcuni ‘scatti’ che fecero il giro del mondo. Una foto, in particolare, ritraeva Sarah ‘la rossa’ in compagnia di un ricco finanziere americano che le succhiava l’alluce. “We are not amused”: noi non ci siamo divertiti, pare abbia commentato il principe consorte, parafrasando la regina Vittoria e sbattendo la porta in faccia alla ex nuora. Ora che il sipario su Filippo si è chiuso, gli occhi di tutti sono puntati su chi ha partecipato alla ristretta cerimonia funebre e su quali sono stati i segnali rivelatori dei rapporti tra i membri della ‘royal family’. Insomma, ‘parenti serpenti’, come in tutte le famiglie. Anche in quelle di ‘sangue blu’.





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