Maria Elena Gottarelli“Schedare le coppie omosessuali” per verificare la legittimità dei sussidi che eventualmente ricevono. E’ l’ultima 'proposta indecente' firmata dalla Lega, uscita dal cilindro di un esponente del Partito di Matteo Salvini a Collesalvetti, in provincia di Livorno. La segnalazione è arrivata il 31 gennaio 2021 grazie al portavoce nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, il quale ha denunciato un’agghiacciante interpellanza comunale. “Mi è stato segnalato che a Collesalvetti, in provincia di Livorno, il capogruppo leghista ha presentato un’agghiacciante interpellanza in cui ha di fatto chiesto al Comune una sorta di ‘schedatura’ per le coppie lgbt che si sono unite civilmente”, ha riportato Fratoianni. E prosegue: “In particolare, la Lega chiede che ‘l’Ente Comune monitori i fenomeni sociali nelle loro dimensioni reali, nei loro sviluppi, nello loro prospettive, tanto da pretendere i dati numerici di questo fenomeno sul nostro territorio nell’attualità e nel suo sviluppo negli anni; le risorse finanziarie e le agevolazioni comunali eventualmente destinate a queste unioni e infine se si è in grado di avere contezza circa la stabilità di queste unioni’”. La gravità di queste parole, che fortunatamente non hanno avuto seguito, va al di là del colore politico di chi le ha pronunciate ed è indicativa di un preoccupante decadimento non solo del linguaggio, ma anche del pensiero di parte della nostra classe politica. Per diverse ragioni, l’interpellanza del capogruppo della Lega non solo è offensiva, ma è anche ai limiti della costituzionalità, in quanto intrinsecamente discriminatoria. Sarebbe un altro discorso se fosse stata fatta per tutte le coppie - ivi comprese quindi quelle eterosessuali - che godono di sussidi pubblici all’interno del comune. L’interpellanza, però, si rivolge soltanto alle Unioni civili, definendole come un “fenomeno” da “osservare e monitorare”, quasi si trattasse di qualcosa di preoccupante, se non di pericoloso. Come se le preferenze sessuali di uno o più individui avessero una qualche rilevanza di merito sul ruolo che questi ultimi ricoprono nella società. L’interpellanza sottintende, in maniera poco velata, che esistono coppie di serie A - quelle etero - e coppie di serie B - quelle omosessuali - avallando una disparità di trattamento nei confronti delle seconde da parte degli enti pubblici. Queste parole, se lasciate a se stesse, ci riportano indietro di 5 anni: quando, prima del 2016, in Italia, non erano consentite le Unioni civili. Sconforta il pensiero che i passi in avanti, compiuti tardivamente dal nostro Paese, necessitino ancora di essere difesi; che vada ancora una volta ribadito che i diritti dei cittadini non devono dipendere da fattori quali la religione, l’etnia, la lingua, il genere o le preferenze sessuali. Proprio in questi mesi, in Senato, è in discussione il ddl Zan contro l’omotransfobia. Il testo propone “modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere”. Alla luce dell’interpellanza del capogruppo Lega in provincia di Livorno, di leggi simili c’è più che mai bisogno, perché è chiaro che parte dell’elettorato italiano può ancora sentirsi giustificato nel ritenere che le persone omosessuali meritino un trattamento differente rispetto agli altri. All’interno di un dibattito democratico è giusto e sacrosanto che vi siano differenze di punti di vista in materie economiche, culturali e anche sociali. L’opposizione di pensiero tra i Partiti è la linfa che tiene in vita la democrazia, quindi va protetta. Sarebbe però auspicabile che tale dibattito avvenisse su una base comunemente accettata, in cui i pari diritti e le pari opportunità non vengano per alcun motivo messi in discussione.





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