“Come abbiamo ampiamente compreso e purtroppo constatato, il 2021 sarà ancora un anno fuori dall’ordinario e quindi il nostro impegno dovrà essere straordinario nella costruzione del prossimo futuro delle arti performative, nell'ambito di una nuova visione per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese”. E’ quanto sostengono unitariamente i responsabili delle organizzazioni firmatarie del
Patto per le arti performative, che hanno proposto in questi giorni un
Manifesto al
Mibact. Sono dieci le organizzazioni appartenenti a tutti i settori dello spettacolo dal vivo che hanno sottoscritto il patto:
Anap (Associazione nazionale arti performative),
Aps (Libera associazione lavoratori dello spettacolo);
Cendic (Centro nazionale di drammaturgia italiana contemporanea);
Fed.It.Art. (Federazione italiana artisti);
Forum nazionale per l'Educazione musicale; Indies (La Casa della Musica Indipendente);
Movimento spettacolo dal vivo; Siedas (Società italiana esperti di diritto delle arti e dello spettacolo);
StaGe! (Stati Generali Musica indipendente ed emergente);
Utr (Unione Teatri di Roma). In sintesi, alcuni punti del manifesto:
a) allineare l’investimento culturale dello stato italiano alla media della spesa europea;
b) valorizzare la creatività artistica e l'utilità sociale, culturale, formativa ed economica dello spettacolo dal vivo e delle arti performative;
c) identificare le imprese culturali e tutte le categorie dei lavoratori del settore con uno specifico registro;
d) abolire il
Fus e creare un nuovo Fondo unico per le arti performative in accordo con le Regioni.
IL MANIFESTO INTEGRALEIn qualità di federazioni, associazioni e formazioni indipendenti di
teatro, musica, danza e
circo che sottoscrivono il presente
Manifesto con il nome di
'Patto per le arti performative', ci siamo riuniti con l’intento di proporre un intervento costruttivo per collaborare alla realizzazione di una nuova
politica culturale del Paese, portando e rappresentando istanze in grado di produrre mutamenti e trasformazioni necessari al bene comune dello
spettacolo dal vivo e, di conseguenza, alla coesione sociale e al benessere collettivo. Come abbiamo ampiamente compreso e purtroppo constatato, il
2021 sarà ancora un anno fuori dall’ordinario. Quindi, il nostro impegno dovrà essere straordinario nella costruzione del prossimo futuro delle
arti performative, nell'ambito di una nuova visione per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del nostro Paese. Abbiamo l’occasione di gettare le basi per una autentica
politica culturale, che porti al superamento delle tante lacune, discrezionalità e anacronismi presenti nell’ordinamento del comparto dello
spettacolo dal vivo, problematiche presenti da molto tempo che la pandemia ha messo ancor più in chiara luce. Questa è un’opportunità che abbiamo il dovere di cogliere a favore di tutto il settore dei
lavoratori e degli operatori dello spettacolo e, ripetiamo, per quello che questo comparto rappresenta per il nostro Paese e nell’interesse di tutti i cittadini. Pertanto, in questo
anno di transizione, dobbiamo proporre e realizzare azioni condivise, per adeguare l'approccio e l'impianto normativo del comparto a una realtà ormai evoluta. Riteniamo che l’attuale
Tavolo permanente per lo spettacolo dal vivo presso il
Mibact sia una iniziativa lodevole, che va sostenuta come luogo di ascolto, confronto, realizzazione di istanze e proposte anche per la ripartenza di tutto il settore. Qualora questo tavolo di confronto non dovesse rivelarsi realmente efficace e operativo, il
Patto per le arti performative, composto da organizzazioni appartenenti a tutti i settori dello spettacolo dal vivo
- teatro, musica, danza e circo - richiederà incontri diretti sia con il ministro, sia con i dirigenti responsabili del
Mibact per un confronto trasparente. Considerata la natura di sintesi di questo documento, evidenziamo qui di seguito i temi per una nuova
politica culturale, che verranno articolati e illustrati successivamente in documenti dettagliati, per esplicare motivazioni e modalità delle azioni da portare avanti, anche in previsione della nascita degli
Stati Generali per lo spettacolo dal vivo:1) valorizzazione della creatività artistica e dello spettacolo dal vivo come strumento formativo ed educativo;
2) considerazione dell’utilità sociale e culturale dello spettacolo e delle arti performative;
3) necessità di allineare l’investimento culturale dello Stato italiano alla media della spesa europea (pur riconoscendo gli incrementi già adottati dal Mibact);
4) definizione delle imprese culturali e creazione di uno specifico registro;
5) identificazione e riconoscimento di tutte le categorie dei lavoratori dello spettacolo con un apposito registro di identificazione;
6) ridefinizione dei princìpi e delle relative norme che regolano l’intervento economico delle istituzioni a favore dello spettacolo dal vivo, abbandonando l’attuale Fus, per creare un nuovo Fondo unico per le arti performative in accordo con le Regioni;
7) attuazione di una reale semplificazione amministrativa e un modus agendi unificato e comune per tutti gli enti pubblici (Ministero, Regioni, Comuni) ed enti pubblici economici e non.
Il mondo dello
spettacolo dal vivo, nelle sue diverse espressioni e attività, messo nelle condizioni giuste per operare, contribuirà alla ripresa culturale, economica e morale del nostro Paese anche attraverso un fortissimo rilancio della fruizione dell’immenso patrimonio culturale e artistico
d’Italia, ponendo in primo piano il suo ruolo aggregativo, formativo, creatore di benessere, distensivo e sociale.
I FIRMATARI Anap (Associazione nazionale delle arti performative)
Aps (Libera associazione lavoratori dello spettacolo)
Cendic (Centro nazionale di drammaturgia italiana contemporanea)
Fed.It.Art. (Federazione italiana artisti)
Forum nazionale per l'Educazione musicale
Indies (Casa della musica indipendente)
Movimento spettacolo dal vivo
Siedas (Società italiana esperti di diritto delle arti e dello spettacolo)
StaGe! (Stati Generali della musica indipendente ed emergente)
Utr (Unione teatri di Roma)