Da esponente
liberaldemocratica favorevole alle
vaccinazioni, colgo con sfavore
l'esibizione mediatica 'circense' di questi giorni, più da imbonitori che da scienziati.
Domenico Arcuri, come al solito, esterna uno dei suoi tanti pensieri più o meno oscuri e banali, sostenendo che il
virus diventa pericoloso solo se attacca le persone. I
'supercommissari', invece, lo sono
sempre. E ottengono il
'Premio Lapalisse'. "Il virus in sé non è preoccupante", ha dichiarato,
"lo diventa quando attacca il corpo di una persona, specialmente se attacca persone fragili e vecchie". Ora, detto francamente, questo ormai lo ha capito
anche il mio gatto. E la gente dovrebbe
fidarsi? E va bene: non sono
comunicatori conclamati, ma prima di
'sparare' ovvietà non potrebbero pensarci su almeno un pochino? E il concetto di
"vaccinazione simbolica"? Da quale teoria discende, di grazia? Cosa significa? Che ti iniettano una
soluzione fisiologica? Un
placebo? Siamo di fronte a una
comunicazione davvero pietosa, se si va a scomodare la
simbologia per spiegare alle persone la cosa più semplice. E cioè che s'intende
dare il 'buon esempio'. Potevate, inoltre, risparmiarci la
sfilata di camion che trasportano i
vaccini: davvero non ne abbiamo compreso le motivazioni. Vero è che, questa volta, per lo meno non trasportavano
salme. Ma rimane una decisione da
idolatria dello Stato, tipica delle dittature.
"Il viaggio segreto dei 'camion-frigo' che hanno portato i vaccini in Italia", titolava due giorni fa
l'Agenzia Italia; oppure:
"I protocolli di sicurezza sono strettissimi, assolutamente riservati e coinvolgono non solo le forze di sicurezza, ma anche i servizi segreti". Infatti, il
furgone scortato dai
carabinieri e seguito passo passo da
stampa e
televisioni, con grandi insegne sulle fiancate,
non dava per nulla nell'occhio. Non lo ha proprio notato
nessuno. Secondo il parere di intenditori e specialisti, a parte la
Cina comunista, che fa testo a sé, tutti i
Paesi occidentali si trovano sulla stessa
'barca', qualunque metodo abbiano seguito per
gestire la pandemia. In attesa di un
vaccino, naturalmente non curativo, ma preventivo:
"Il più sicuro possibile", anche se la
sicurezza assoluta, in natura, non esiste.
Vacciniamoci, dunque, dato che si tratta di
farmaci ormai testati. Ma cerchiamo anche di individuare per tempo i sintomi della patologia e iniziare prima le terapie più corrette. E si cerchi di far funzionare le
'4 T' - Testare, Tracciare, Trattare e Trasparenza - insieme al
distanziamento, la
mascherina e il
gel, ormai esaurito quasi da tutte le parti. E se, per una volta, il
capodanno dovremo farlo in privato
non muore nessuno. O si muore di meno che
in discoteca. Poi, ciascuno faccia le sue scelte. In totale libertà, che tanto
il controllo fa 'acqua' da tutte le parti. Del resto,
"promulgare leggi, regolamenti o Dpcm sapendo di non essere in grado di farli rispettare è velleitario, ridicolo e screditante per le istituzioni", ha sottolineato
l'amico 'feisbukiano'. E comunque, in completa
autonomia, ma con
autodisciplina, prudenza e
buon senso. Tanto, in questa
'pandeconomia profonda' ormai è inutile
fare scongiuri, procurare
allarmismi o teorizzare
negazionismi astratti. La nostra
patologia cronica, oltre all'ormai obsoleta
burocrazia di sinistra, è il
'mammismo', il
'nonnismo' da caserma e
l'ideologismo di massa. Oltre al
caos 'caotico-sanitario' e
politico c'è l'ingarbugliamento fra le
due forme di delirio che ci vengono propinate. Sempre l'una contro l'altra. Intanto
l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, comunica e sostiene che la
vaccinazione non consentirà, a breve, di tornare alla vita normale, nonostante
l'efficacia molto alta dell'attuale
vaccino. Infatti,
una parte dei vaccinati probabilmente non svilupperà
difese immunitarie. Inoltre, non è chiaro, ancora, se la
vaccinazione impedisce solo la
manifestazione della malattia o anche la
trasmissione del virus. Probabilmente
sì, ma il
dato scientifico ancora manca:
"Lo scopriremo solo vivendo", per dirla con
Battisti e
Mogol. Dunque, la
vaccinazione non rilascia alcuna
patente di libertà. E occorrerà continuare ad adottare
comportamenti corretti e
misure di contenimento. Sebbene sia plausibile che la
vaccinazione protegga dall'infezione, ancora non è chiaro se i vaccinati si possono ancora
infettare, seppur in modo
asintomatico o
paucisintomatico e, dunque,
contagiare altri. E' necessario, in ogni caso e per prudenza, continuare con le
misure di protezione, sia per i
vaccinati, sia per chi viene in contatto con loro.
"Dovremmo guardare alla Cina per uscire dall'emergenza". Ormai questa frase è diventata un
'mantra', ripetuto per mesi durante il
'lockdown'. Proprio la
Cina, certamente, che ha dato i
'natali' al
coronavirus e che, per mesi, ha
omesso di fornire al resto del mondo le
informazioni necessarie per difenderci. Un
virus improvvisamente
scomparso in tutto il Paese, così come sono scomparse quasi del tutto le
notizie. Una
ex showgirl, oggi residente in
Cina, mostra alcune foto dalle quali appare evidente che la vita lì non sia affatto ripresa normalmente:
mascherine e
distanziamento fanno ancora parte della quotidianità, anche per i cinesi. Del resto, gli orientali la
mascherina l'hanno sempre usata.
"Molti mi hanno chiesto qual è la situazione del vaccino in Cina e a Hong Kong e cosa farò. In Cina, al momento, sono state vaccinate 1 milione di persone (su 1.4 miliardi, ndr). È prevista la vaccinazione di 50 milioni di persone, ma la risposta della gente è molto 'tiepida' per ammissione delle stesse autorità, che non stanno forzando la mano. A Hong Kong sarà disponibile forse a gennaio. E forse, verrà data la possibilità di scegliere quale vaccino. Io sono per la libertà vaccinale (il cosìdetto 'consenso informato'), che è un diritto riconosciuto in tutto il mondo dalla Dichiarazione di Helsinki, dalla Dichiarazione dell'Unesco e dalla Dichiarazione di Norimberga. E io e la mia famiglia non faremo il vaccino". E se lo dice
Heather Parisi, nota
vaccinologa e
immunologa, dobbiamo proprio
tenerne conto...
Coordinatore Regionale Toscana dei Liberaldemocratici italiani