Finalmente,
l'Italia ha una cosa che le era, fino a ora, mancata: alla corte di
Matteo Salvini è arrivato
'l'omosessuale', forte e sovranista, che è ciò che mancava al
mito 'machista' dei
'bears', nel senso di
'orso'. Se non sapete cos'è, chiedetelo a un
cacciatore: questa, credetemi, è molto più di una
battuta. La
Lega medievale si è modernizzata, tirando fino al limite estremo il suo, ormai striminzito per usura, elastico pronto a rompersi, per finire nell'occhio di chi guarda tutto questo, pensando sia un
capolavoro. Siamo al
'reggente' della
Calabria, omosessuale omofobo e
razzista, scialli sulle spalle e via andare, che modernizza la
'maschia' destra italiana. La quale, da
Salvini a
Meloni, da
Giorgetti a
Borghezio, è composta solo da
'maschiacci'. Così, nel Paese dove ognuno
tira l'acqua al suo mulino raccontandovi che lo fa per voi, anzi
per l'Italia, anzi
"n'on lo fo' per piacer mio, ma per far piacere a ddio" (con due dd), ecco il
'maschiaccio' omosessuale che, per essere credibile ai
maschissimi occhi leghisti, deve trasformarsi, magari senza grande sforzo, in
omofobo e
razzista. Senza scomodare
l'omofobia interiorizzata, questa è un'operazione che poteva fare solo
Salvini. Insostenibile politicamente e socialmente, ma venduta come fosse un
capolavoro. A riprova che
l'inferno è qui e adesso.