Tra gli illustri centenari di quest'anno, c'è anche quello della nascita di
Nilde Iotti, giustamente ricordata e celebrata dal documentario di
Peter Marcias, un regista di solida vocazione didattica, che ci ricorda la
prima donna eletta
presidente della Camera dei deputati, diretta per undici anni con una fermezza e competenza eternamente rimpiante. L'opera è giunta nelle sale cinematografiche il
9, 10 e
11 novembre come
'film-evento' distribuito da
I Wonder Pictures e
Unipol Biografilm Collection, all'interno del progetto
I Wonder Stories e alcune anteprime a
Reggio Emilia il
20 ottobre e a
Roma il
10 novembre. E' proprio la vicenda umana e politica di
Nilde Iotti (Reggio Emilia, 10 aprile 1920 - Poli (Rm), 4 dicembre 1999) che viene ricostruita grazie alle testimonianze di chi l'ha conosciuta e ha collaborato con lei. L'intervento di
Paola Cortellesi, che ne ripropone il pensiero, forma progressivamente il ritratto di una donna che ha
lasciato un segno nella politica italiana dello scorso secolo, in favore di
tutte le donne. Eletta nel
1948 alla
Camera dei deputati, sedette tra i banchi di
Montecitorio sino al
1999 e, per lungo tempo, ne presiedette
l'Assemblea. Infatti, venne eletta
presidente della Camera dei deputati per ben
tre volte consecutive, ricoprendo quella carica per
13 anni: dal
1979 al
1992. La sua importanza è ricalcata dal fatto che nessuno, nella
storia d'Italia, ha ancora raggiunto tale primato, da lei esercitato e coniugato con una guida imparziale e per una distinta difesa del
parlamentarismo. La sua carriera è incentrata sull'attività di rilevanza del
ruolo femminile nel
mondo del lavoro e nelle
relazioni familiari. Negli anni della sua militanza politica, il suo impegno principale fu quello della
riforma delle norme civili, quali l'introduzione del
divorzio nell'ordinamento giuridico e per il suo successivo mantenimento durante la
campagna referendaria del
1974. Viene regalata l'immagine di una
donna determinata e
forte, anche in più di un'occasione contro le posizioni dei suoi stessi
compagni di Partito, che non vedevano di buon occhio
l'ascesa di una donna ai vertici delle istituzioni. Sul piano politico, il ritratto che ne esce è quello di una
donna consapevole del proprio ruolo e delle proprie doti, messe al servizio
dell'emancipazione di
tutte le donne. Per le giovani generazioni, può sembrare impossibile che tutta una serie di
diritti non riguardassero
l'universo femminile italiano, fino a pochi decenni fa. E questo è il merito principale dell'opera: ricordarci che i rischi di
arretramento sociale sono sempre
in agguato e
dietro l'angolo. Sta a noi comprenderlo e impegnarci
per non tornare indietro.