Giuseppe Lorin'Pompei, eros e mito', diretto da Pappi Corsicato, riusciremo a vederlo sul grande schermo il 9, 10 e 11 novembre 2020, con la partecipazione straordinaria di Isabella Rossellini, che accompagnerà gli spettatori attraverso la storia della magnifica vita elegante che si conduceva nella società dell'epoca, commentando i miti riprodotti negli affreschi e le opere architettoniche ritrovate fino a oggi. Opere che hanno ammaliato artisti sin dal XVIII secolo. Il tutto, arricchito dalla colonna sonora originale di Remo Anzovino. I ritrovamenti nell'ampia area dell'antica Pompei continuano a regalare grandi emozioni, rientrando nel più vasto intervento di manutenzione che delimita l'area non scavata. Il regista, Pappi Corsicato, con questo nuovo docufilm riesce a rendere visibile e comprensibile l'immane tragedia che si svolse nel 79 dopo Cristo per una potentissima eruzione del Vesuvio, la quale seppellì la quotidianità dell'intera città e le zone abitate limitrofe. Non solo il docufilm evidenzia le location più conosciute come la Villa dei Misteri, con affreschi che riguardano la storia d'amore tra Bacco e Arianna e il rapporto tra Leda e il Cigno, oltre alle lotte gladiatorie e alla ricerca dell'immortalità di Poppea Sabina - seconda moglie dell'imperatore Nerone - e l'anfiteatro romano, ma tratta anche delle nuove e sorprendenti scoperte che hanno sbalordito gli archeologi moderni alla vista degli affreschi dai colori intatti, intensi e originali, inseriti nella fattura architettonica. Pompei, Ercolano, Stabia e Oplontis sono solo alcune delle città colpite e ricoperte dall'eruzione, le cui ceneri arrivarono fino nei cieli della Roma imperiale. 'Pompei, eros e mito', prodotto Sky, Ballandi e Nexo Digital, è un viaggio a ritroso nel tempo, in cui l'armonica voce di Isabella Rossellini, con la sua elegante presenza, ci lascia immaginare il gusto del buon vivere dell'epoca. Il docufilm è stato realizzato in collaborazione e con il contributo scientifico del Parco Archeologico di Pompei e con la partecipazione del Mann, il Museo archeologico nazionale di Napoli. I miti e l'eros dei personaggi che hanno abitato questi luoghi, hanno contribuito a rendere immortale questo sito archeologico unico al mondo, che l'Unesco ha inserito nella lista dei siti 'Patrimonio mondiale dell'umanità'. La pellicola di Corsicato contribuisce a chiarire i lati meno noti e più segreti della città. Lo storiografo Plinio il Giovane, nella sua prima lettera a Tacito, descrive così l'inizio dell'eruzione e lo sviluppo della colonna eruttiva, che egli, insieme allo zio, Plinio il Vecchio, osservò da Miseno il 24 agosto del 79 d.C. La colonna di fumo proveniva dal monte Vesuvio. E la sua forma era simile a un pino più che a qualsiasi altro albero. Come un tronco enorme, la nube svettò altissima nel cielo e si dilatà: sembrava quasi che mettesse rami. A tratti riluceva d'immacolato biancore, a tratti appariva sporca, screziata di macchie, a seconda del prevalere della cenere o della terra che aveva sollevato con sé. Plinio il Vecchio, attratto dallo straordinario fenomeno, decise di avvicinarsi con una piccola imbarcazione alla zona interessata. Nel frattempo, venne raggiunto da un messaggio con l'invocazione di aiuto da parte di alcuni suoi amici: Rettina, moglie di Tascio e altri che si trovavano nell'area vesuviana. Plinio il Vecchio decise, allora, di portare soccorso non solo a Rettina, ma a molti altri, poiché la contrada era molto frequentata. "S'affretta là donde altri fuggono e tiene dritta la rotta e il timone diritto verso il pericolo, senza traccia di paura al punto che dettava e annotava tutte le variazioni di quel male, tutte le figure che i suoi occhi avevano sorprese". Plinio il Vecchio diresse perciò le sue navi verso Torre del Greco, ma non riuscendo a sbarcare, fece rotta su Stabia, dove si trovava la villa dell'amico Pomponiano: "Già sulle navi la cenere cadeva, più calda e più fitta man mano che si avvicinavano; già cadevano anche i pezzi di pomice e pietre annerite ed arse e spezzettate dal fuoco; già, inatteso, un bassofondo e la riva, per la rovina del Monte Vesuvio impedisce lo sbarco. Ebbe un momento di esitazione, se dovesse tornare indietro e il pilota così lo consigliava, ma egli subito disse: "La Fortuna aiuta i forti. Raggiungi Pomponiano"! Giunto finalmente sul posto, abbracciò l'amico consolandolo, per dargli coraggio. Frattanto, dal monte Vesuvio estesi focolai di fiamme e alte colonne di fuoco si espandevano su vari versanti: il loro fulgore spiccava più chiaro sulle tenebre della notte. In quella notte, Plinio, ospitato nella villa dell'amico, si ritirò nel suo appartamento e si addormentò. Ma ben presto venne svegliato dall'amico Pomponiano e dagli altri, che mai avevano ceduto al sonno, per discutere se fosse interesse comune rimanere dentro l'abitazione o vagare all'aperto. La casa, infatti, vacillava per frequenti e violente scosse di terremoto e, quasi divelta dalle sue fondamenta, pareva ondeggiare ora qui, ora là, per poi ricomporsi di nuovo in quiete. D'altronde, all'aperto si temeva la caduta di lapilli, anche se lievi e corrosi. Tuttavia, confrontati i rischi, si scelse di uscire all'aperto. In lui, pensiero su pensiero; negli altri, paura su paura. Si misero dei guanciali sul capo, legati fortemente con dei teli per difendersi dalla pioggia di lapilli e sassi incandescenti. Già altrove era giorno, mentre lì era notte: la notte più fitta e più nera di tutte le notti, rischiarata, ogni tanto, dalle bocche di fuoco e dalle frequenti esplosioni vulcaniche. Deliberarono di raggiungere la spiaggia e di capire, dal punto più vicino possibile, se il mare consentisse un tentativo di fuga. Ma il mare era ancora agitato e continuava a essere contrario. Lì, egli gettò a terra un telo e vi si sdraiò... Plinio il Vecchio, probabilmente intossicato dai gas, fu ritrovato cadavere solamente tre giorni più tardi. Plinio il Giovane scrisse allora una seconda lettera a Tacito, in cui è riportata la descrizione degli intensi fenomeni verificatisi anche nell'area Flegrea a seguito dell'eruzione. Infatti, lui, sua madre e molti altri abitanti di Miseno abbandonarono le proprie abitazioni per cercare riparo nelle campagne circostanti: "Alla fine quella tenebra diventò quasi fumo o nebbia e subito ritornò la luce del giorno, rifulse anche il sole: un sole livido come suole essere quando si eclissa. Dinanzi ai miei occhi spauriti tutto appariva mutato: c'era un manto di cenere alta come di neve". Nel 1748, re Carlo III di Borbone promosse i primi scavi ufficiali a Pompei, dopo alcuni primi ritrovamenti della vicina Ercolano. Fu da quel momento che cominciarono a riemergere, con sempre maggior chiarezza, i dettagli della catastrofe del 79 d.C., anno in cui il Vesuvio seppellì intere città, tra cui Pompei, Ercolano e tutto il territorio circostante. Furono quegli stessi scavi che, nel XVIII secolo, indussero la bigotta Chiesa cattolica di allora a nascondere alcuni dei reperti più scandalosi e scabrosi recuperati duranti gli scavi e mostrati senza veli negli affreschi erotici delle domus pompeiane. Nel corso degli scavi di Pompei furono ben presto rinvenuti tesori, statue, affreschi, mosaici, monete con le effigi degli imperatori, reperti di vita quotidiana, ma anche intere ville e abitazioni private che, ancora oggi, ci raccontano la vita di una città vivace, con giardini, orti e vigneti, fontane e imponenti apparati decorativi. Nel docufilm, un'attenzione particolare viene dedicata al 'Gabinetto segreto' istituito dai Borbone per custodire i reperti più "scandalosi" ed esplicitamente erotici. La quotidianità era quella di uomini e donne di cui ci emergevano tracce sempre più concrete, perché quando il flusso piroclastico ad altissima temperatura che investì Pompei ne provocò la morte istantanea per shock termico, i corpi delle vittime rimasero esattamente nella posizione in cui si trovavano, lasciando la propria impronta dopo la decomposizione. A partire dalla seconda metà del XIX secolo, poco più di un centinaio di calchi sono stati realizzati da queste impronte, ispirando poeti e artisti, tra cui lo stesso Roberto Rossellini, che dedicò alla scoperta di alcuni calchi una celebre scena del 'Viaggio in Italia' girato insieme all'indimenticabile Ingrid Bergman, madre di Isabella Rossellini. La rievocazione dei miti ideata da Pappi Corsicato vede Bacco, Arianna, Teseo, Leda e altri che indossano abiti moderni, sospesi in un tempo che appartiene sia al passato, sia al presente, per mostrare quanto l'eredità di Pompei sia, ancora oggi, una continua fonte di ispirazione artistica. Si riportia, qui di seguito, anche il trailer del docufilm di Pappi Corsicato: https://www.youtube.com/watch?v=KWYmSeAuwMg


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