Michela DiamantiL'eclettico e celebre stilista giapponese, Kenzo Takada, è scomparso il 4 ottobre scorso presso l'American Hospital di Neuilly-sur-Seine, in seguito alle complicazioni da Covid 19, all'età di 81 anni. E' stato il primo stilista nipponico a stabilirsi a Parigi, dove ha fondato la prestigiosa maison 'Kenzo', il cui noto marchio, di fama internazionale, continua a occupare un ruolo rilevante nel panorama della moda e del design. La morte del designer è sopraggiunta  proprio durante la 'fashion week' di Parigi da poco conclusa, svoltasi tra eventi in presenza e 'virtuali' a causa dell'emergenza sanitaria in corso. Lo stilista avanguardista, che ha proposto una rielaborazione del concetto di stile negli anni '70 e '80 del secolo scorso, è divenuto celebre grazie alla particolarità delle sue produzioni, caratterizzate da linee stilistiche inedite, stampe vivaci e colorate, frutto di una sapiente e ben modulata fusione tra elementi tipici dello stile tradizionale orientale, quello europeo e contaminazioni 'altre', provenienti dalle ricercate tendenze culturali metropolitane. Le forme ampie dei capi dalle fantasie floreali e animalier sembrano celebrare l'armonia della natura: uno stile fresco e colorato, proposto dallo stilista al fine di interpretare l'idea di un nuovo gusto nel vestire e di esprimere un'identità personale, anticipando di fatto le attuali tendenze della moda che, nell'era della globalizzazione, 'navigano' tra 'street fashion' e 'multiculturalità'. L'estro creativo di Kenzo e le sue visioni stilistiche gli hanno permesso di raggiungere il successo e consentito di posizionarsi tra i più importanti marchi dell'universo 'fashion'. Nato nella prefettura giapponese di Hyogo nel 1939, sin da giovanissimo mostrò la sua passione per la moda. Infatti, abbandonò l'università per iscriversi al Bunka Fashion College di Tokyo nel 1958, che  all'epoca aveva da poco aperto le iscrizioni ad allievi di sesso maschile. Dopo il diploma, iniziò a lavorare per i grandi magazzini Sanai, disegnando abiti femminili. Nel 1964 si trasferì a Parigi, per stabilirsi definitivamente nella 'patria dell'haute couture', inserendosi brillantemente nel mondo del 'fashion system' per lasciare la sua impronta inconfondibile nella storia della moda contemporanea. Lavorò, inizialmente, come 'free lance' per alcune case di moda, tra cui la maison francese Feraud. Nel 1970 ottenne il suo primo successo:  il magazine 'Elle' gli dedicò un numero speciale in occasione della sua sfilata. E, nello stesso anno, aprì la prima boutique, 'Jungle Jap', nella celebre Galérie Vivienne a Parigi. L'anno successivo presentò le sue collezioni a New York e Tokyo e, successivamente, conquistò il prestigioso riconoscimento: 'Fashion Editor Club of Japan'. Le non convenzionali e spettacolari sfilate di Kenzo contribuirono ad accrescere la notorietà del brand. Celebre quella svoltasi nel 1979, in un tendone da circo, terminata con l'entrata in scena dello stilista in groppa a un elefante. Nello stesso periodo, lo stilista si dedicò alla realizzazione di costumi per il teatro e per il cinema. In particolare, nel film 'Reve après Reve' del 1981. Nel 1977 propose una linea per bambini, nel 1983, introdusse una linea di abbigliamento per uomo e, nel 1998, firmò una licenza per i profumi. Nel 1993, Kenzo ha ceduto la proprietà della griffe al colosso francese del lusso 'Lvmh', mantenendone la direzione creativa fino al 1999, anno in cui si è ritirato dall'industria della moda. Dal 2019, la direzione creativa del marchio è affidata al designer portoghese, Felipe Oliveira Baptista, succeduto al duo Carol Lim e Humberto Leon, fondatori del brand 'Opening Ceremony'. Descritto spesso come un uomo solare, ironico e determinato, Kenzo ha continuato a coltivare la sua passione per il design: nel 2002, in collaborazione con la maison, ha presentato una linea di accessori e di biancheria per la casa denominata 'Yume', dal giapponese 'sogno'. L'energia e la creatività non lo hanno mai abbandonato: meno di un anno fa, all'età di 80 anni, ha lanciato la griffe di decorazioni per interni 'K3', assieme a Joanathan Bouchet Manheim ed Engelbert Honorat, presentata alla fiera 'Maison & Objet' di gennaio 2020. "La moda è come il cibo: è importante non soffermarsi sullo stesso menù", pensava il designer. Una frase apparentemente semplice, ma particolarmente significativa, poiché identifica una filosofia di pensiero volta a rappresentare, attraverso la metafora culinaria, una modalità con cui affrontare i sentieri, a volte impervi, della vita. Infatti, nonostante il successo raggiunto, Kenzo Takada ha proseguito il suo percorso di evoluzione personale e professionale, con la medesima passione e curiosità degli esordi.





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