La preoccupazione per il
risveglio dei contagi da
Covid 19 sta crescendo anche in noi. Tuttavia, ci sono alcuni elementi che ci inducono a consigliare, per
l'inverno 2021, una strategia diversa rispetto al
'lockdown totale' attuato la scorsa primavera, che questa volta finirebbe col mandare
'al tappeto' la nostra
economia. Innanzitutto, le attuali
cure ospedaliere sono più efficaci di quelle di un anno fa. Ed ecco spiegato il dato dei
decessi, che rimane, per fortuna,
sotto controllo. I nostri
medici hanno acquisito alcune
informazioni durante l'ondata precedente. E sono maggiormente in grado di combattere
quest'infezione respiratoria, impedendole di diventare troppo
aggressiva. In secondo luogo, anche noi, oggi, stiamo attuando comportamenti ben più
prudenti: in tutti i locali pubblici, ogni singolo italiano si
disinfetta le mani. E nei luoghi chiusi, tutti entrano con la
mascherina, cercando di sbrigarsi nell'effettuare i propri acquisti, poiché il
contagio esponenziale è l'arma più
micidiale di questo
virus, che gli consente di generare veri e propri
'focolai'. Sul fronte dei
vaccini, siamo ancora nella fase di
sperimentazione. Ma in quello dei
farmaci cosiddetti
'antivirali' abbiamo, oggi, la possibilità di attuare alcune
terapie di
prevenzione e
contenimento, rifnorzando i nostri
anticorpi. Infine, si consiglia, in questi mesi autunnali, il ricorso al
vaccino anti-influenzale, al fine di impedire ogni
confusione tra quei
sintomi che, nella loro fase di
incubazione, potrebbero assomigliarsi, generando gravi errori di
sottovalutazione. Ovviamente, l'intento del presente articolo non è quello di
minimizzare i rischi che stiamo correndo. Al contrario, stiamo cercando di consigliare
comportamenti equilibrati e
responsabili, pur conoscendo i nostri
limiti e con la speranza di non sbagliare. In ogni caso, noi riteniamo che la possibile
'seconda ondata' del
coronavirus possa essere combattuta attraverso dei
'lockdown' locali o
territoriali, senza dover necessariamente
fermare l'intero Paese. Là dove si renderà necessario, le
Asl territoriali, di concerto con le
Regioni e i vari
enti locali, siano pronte ad attuare una serie di
'zone rosse', facendo circolare le
informazioni di emergenza destinate ai cittadini. Se a un certo punto, dovesse essere decisa la
chiusura di una provincia o di una
regione, si facciano circolare prioritariamente tutte le
informazioni del caso per avvertire la collettività in merito a quanto sta accadendo in una determinata
area geografica del Paese, al fine di impedire gli
spostamenti in entrata e in
uscita della popolazione, limitando il più possibile ogni rischio di
allargamento a 'macchia d'olio' dell'epidemia. Se la
curva dei contagi dovesse, a un certo punto,
'impennarsi', il Governo cerchi di
limitare il più possibile i
viaggi e gli
spostamenti delle persone, dissuadendo i cittadini dal recarsi in quelle
zone divenute temporaneamente
a rischio. Questa volta, gli
enti in prima linea nella
'battaglia' saranno quelli
locali e
territoriali. Ma in questa ormai probabile
'seconda ondata', siamo costretti a giocare la
'partita' in maniera
diversa, per non mettere definitivamente
'in ginocchio' le nostre
attività produttive. Buona fortuna a tutti gli
italiani. Soprattutto a quelli del
centro-sud, in questo caso, poiché il
Covid 19 sembra aver individuato, purtroppo, il modo per scendere al di sotto
dell'Appennino Tosco-Emiliano. Pertanto, consigliamo
grande prudenza all'intera collettività: alla fine di questa
disavventura vorremmo
ritrovarvi tutti insieme a noi. Per continuare a fornire generosamente il vostro
contributo alla crescita di questo nostro
bellissimo e
unico Paese.