Domenico BriguglioAnche il museo 'Umberto Mastroianni', presso l'omonimo Centro studi di piazza San Salvatore in Lauro a Roma, ha ripreso le sue attività proponendo una personale di Francesco Canini, la 'Nuotatrice', curata da Federica Di Stefano e affidata all'attenta vis organizzativa di Vanessa Ciampa

Francesco Canini proviene da un'attività artigianale d'intelaiatura, incorniciatura, restauro di opere d'arte di varie epoche (incluse le contemporanee), che gli hanno consentito di sviluppare, nel tempo, una peculiare sensibilità e affinità con gli artisti e i loro lavori. Dal 2001, la grande decisione di intraprendere il percorso di autore, maturata nella solitudine del suo ritiro sul litorale pontino. Il risultato di questa sua 'maturazione' interiore è pienamente visibile in tutte le tele della serie la 'Nuotatrice': la manipolazione della tecnica a olio raggiunge un tale grado di perfezione che addirittura stupisce. A prima vista, sembra di trovarsi di fronte a degli acquerelli, tanto è lieve e piena di sfumature la figura umana, frutto di gradazioni quasi impercettibili, ottenute con dosaggi sapienti di un unico colore: il verde acqua. Una tonalità che contraddistingue anche il contesto nel quale la protagonista si muove: l'acqua che l'avvolge, che la sostiene, che la circonda e nella quale, con movimenti riportati in maniera dinamicamente e plasticamente perfetti, sembra scivolare. Anche le tecniche miste rispondono allo stesso criterio compositivo: la figura umana, anatomicamente ineccepibile nel suo movimento, viene realizzata con un unico colore grazie a una padronanza stilistica raramente riscontrabile. E il discorso, ovviamente, non cambia con le sculture: placche di bronzo, nelle quali il soggetto è ricavato con la tecnica del 'graffio', omologando figura e materia. Era pertanto inevitabile approfondire tali argomenti e tematiche con un artista dotato di tali capacità e sensibilità pittorica.

Francesco Canini, quale artista o corrente ha influenzato di più la sua produzione?
"Un riferimento al passato è, di sicuro, il 'realismo magico' di Casorati e Donghi, ma anche Sironi, De Chirico e Carrà. Poi ci sono gli amici e maestri contemporanei che ho frequentato, dei quali ho amato e amo il lavoro, oltre a cogliere l'insegnamento del rigore, della continuità, della sacralità della pittura: Ruggero Savinio, Piero Guccione, Lorenzo Tornabuoni".

La sua linea artistica attuale è quella definitiva o è suscettibile di un'evoluzione?
"Il soggetto della 'Nuotatrice' mi accompagnerà ancora per molto tempo. La mia ricerca quotidiana, in continua evoluzione, è nel linguaggio, nella tecnica espressiva, nella realizzazione delle opere cercando interpretazioni. Ne è un esempio la tecnica ideata alcuni anni fa: acrilico e grafite su legno, sempre ricercando l'evanescenza, il corpo e l'acqua del mare che diventano un'unica materia".

Che persona e, soprattutto, che artista è Francesco Canini?

"Un artista che, sin da adolescente, ha avvertito l'esigenza di raccontare la sua storia nei diversi stati d'animo - malinconia, dolore, serenità - che la vita propone, dipingendo. L'esigenza mi ha guidato verso scelte di vita e di lavoro a contatto il più possibile con l'arte. Attività passate mi hanno consentito una frequentazione quotidiana con opere che spaziavano dalla fine dell'ottocento al contemporaneo: una grande opportunità, impossibile da ignorare, implementata dalla frequentazione dei maestri prima citati, ai quali si deve doverosamente aggiungere Enrico Gallian, che oltre a trasmettere la loro maestria e la loro cultura, mi hanno donato la cosa più importante: la dedizione, il rispetto e l'umiltà, oltre al continuo impegno quotidiano per l'arte e nell'arte".





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