Roma è
capitale d'Italia da
150 anni, dopo esser stata
'caput mundi' ed essere, ancora oggi, il
centro universale della
cristianità. La
Roma 'papalina' e quella
'garibaldina'; la capitale del
Regno sabaudo e del
mito imperiale fascista. La
Roma dell'oscurantismo e delle
libertà; delle
borgate e della
grande trasformazione; delle
Olimpiadi di
Livio Berruti e delle
'notti magiche' di
Baggio e
Schillaci. La
Roma di
Falcao e quella di
Totti; la
Roma barocca e quella del
Trilussa; la
Roma di
Petrolini e, prim'ancora, del
Belli. Eppoi la
Roma dell'estate romana, della
'Quercia del Tasso' e del
'Giardino degli aranci'; quella
modernista di
Santa Sabina e quella
orgogliosa e
'popolana' di
Anna Magnani. La
Roma dell'Eur e della
bonifica lungo la
via del Mare; la
Roma disperata di
Pier Paolo Pasolini e quella
effimera e
colta di
Renato Nicolini. Quante facce hai avuto,
Roma, nel corso della
Storia? Quante
maschere ti hanno costretto a indossare? Quante
'parti' in commedia hai dovuto recitare? Ma tu,
Roma, sei
una sola. Tu e nessun'altra. Io ti conosco nel profondo, come il corpo rugoso e straziato di una
madre, che ha subito ogni evento sempre col
sorriso sulle labbra e la
speranza nel cuore. Pochi ti conoscono come ti conosco io: i
tuoi eccessi sono i
miei eccessi. E i tuoi
dolori saranno sempre anche i
miei, fino all'ultimo giorno.
Inutilmente grande, per
avidità. E
improvvisamente piccola, da girare a piedi nei freschi pomeriggi di ottobre. La
Roma di notte e quella di
giorno, col
sole a picco e i
temporali improvvisi, delle
'gattare' e dei
'baraccati'. Quante città sei stata nei tuoi
lunghi secoli e
infiniti millenni? Quanti
popoli, quante
tradizioni, quante
culture e quanti
retaggi hai visto innestarsi, pur di riuscire a
insediarsi all'interno delle tue tante mura? Persino il
'core de Roma' non è mai stato
uno solo: quello di
Testaccio e quello di
Trastevere; quello del
rione Monti e quello di
Panìco; quello di
Borgo Pio e quello del
Gianicolo; quello della
riva destra e quello della
riva sinistra del tuo
'biondo' Tevere. Il segreto della tua
bellezza, che non stanca mai, è forse questo tuo essere
tante città? Questo tuo avere addirittura
3 centri: quello
storico, quello
politico e quello
religioso? Come fai a essere
tante città, pur essendo sempre
la stessa città? Come riesci a essere così
aperta nei confronti del mondo e, al contempo, chiuderti in tanti piccoli
satelliti a sé stanti? Quante volte sei stata
tradita, per diventare così? E quante volte sei stata
violata, ignorata, poco o per nulla
rispettata? La
Roma degli
'anni di piombo' e della
'prigione del popolo'; e la
Roma del
Lungotevere, in cui gli
innamorati ti chiedono aiuto, per convincere le ragazze a
dire di sì. La
Roma dei
colli Parioli e di
San Valentino, un po'
smemorata e un po'
disamorata, che un po' si
smarrisce e un po'
si ritrova. Com'è possibile,
Roma, che tu sia
tutto questo? Quale
sortilegio ti ha voluta così? Quale
Dio, quale
maledizione? Quale
dolore? E quante
guerre, Roma, hai dovuto
subire? Quante volte hai parlato al cuore dei tuoi cittadini? Non piegarti,
Roma: non chiuderti in te stessa. Non rinunciare al tuo
destino, dopo aver vissuto sempre da
protagonista sul palcoscenico della Storia: dai
7 re di Roma alla
Repubblica dei consoli; dalla
rivolta dei plebei al
Senato del popolo romano; dalla dittatura di
Giulio Cesare all'impero di
Ottaviano Augusto; dagli incendi di
Nerone ai
Goti e ai
Lanzichenecchi; da
Carlo Magno ai
Borgia; da
Cola di Rienzo ai
francesi di
Bonaparte; dalla
marcia su Roma, fino alle
bombe di San Lorenzo e
all'orrore delle
Fosse Ardeatine. Niente ti fu mai risparmiato,
Roma mia. Tutto è sempre accaduto qui, ai piedi dei tuoi
'colli fatali'. Perché tu sei
tutto e noi siamo il
nulla. Perché tu sei la
Storia in persona, mentre noi non siamo che
polvere, soffiata dal vento. Quel tuo
'Ponentino' che ci rinfresca ogni sera sul
Pincio anche dopo le
giornate più calde, sotto questi cieli sempre
azzurri, persino a
gennaio. Sotto questo tuo
sole eterno d'estate. E questo tuo
cuore, che ancora oggi riesce a farmi provare
amore. Il
tuo amore e il
mio amore. Il
nostro amore, che diventa sempre
un solo e unico amore.