Basta 'fake news' e dietrologie sul 'caso Moro': un gruppo di storici, giornalisti e studiosi interviene sui recenti resoconti giornalistici Quarantadue anni dopo il
sequestro Moro, questa vicenda - già oggetto di più
processi e dei lavori di varie
commissioni parlamentari d'inchiesta tali da sviscerare ogni particolare di quei tragici fatti - continua a essere oggetto di ricostruzioni storiche e giornalistiche spesso
fuorvianti, poichè condotte con enorme
superficialità e gusto del
sensazionalismo 'complottista', agli antipodi di qualsiasi criterio di ricerca serio. Fedeli a quelli che sono, invece, i canoni di un
giornalismo attendibile, pubblichiamo questa documentata smentita di un'ennesima ricostruzione del
'caso Moro', fatta di recente dal quotidiano
'Il Manifesto'. Una smentita scritta da un gruppo di
24 ricercatori specialisti dell'argomento e, più in generale, del
terrorismo degli
anni '70 del secolo scorso.
"Diversi organi di stampa insistono nel riproporre ai loro lettori finti misteri e ricorrenti fantasie di complotto sul sequestro di Aldo Moro. È successo anche sul 'Manifesto' del 2 agosto scorso. In occasione del quarantennale della strage di Bologna, un articolo di Tommaso di Francesco e un intervento di Saverio Ferrari richiamano l'argomento, benché nulla c'entri con il tema affrontato. Ci riferiamo, in particolare, al seguente passaggio: "Catracchia, l'amministratore per conto del Sisde delle palazzine di via Gradoli, dove al civico 96 si trovava il covo delle Br affittato dall'ingegner Borghi, alias Mario Moretti, dove Aldo Moro fu inizialmente tenuto prigioniero...". È un'affermazione
priva di fondamento, che induce il lettore a credere accertato un legame occulto tra il
Sisde e le
Br. Un legame, in realtà, sempre
smentito dalle ricerche storiografiche e dalle risultanze processuali. Al contrario,
l'attività giudiziaria e quella delle diverse
commissioni d'inchiesta hanno accertato che
l'onorevole Moro non sia mai stato tenuto sotto sequestro nei locali di
via Gradoli, che fungevano, invece, da
'base' solo per i due brigatisti
Mario Moretti e
Barbara Balzerani. L'ultima
Commissione parlamentare d'inchiesta sul
'caso Moro' ha addirittura effettuato un'indagine sul
Dna dei frequentatori dell'appartamento di
via Gradoli, constatando
l'assenza di tracce anche solo genetiche riconducibili ad
Aldo Moro. In ordine all'episodio
dell'affitto di via Gradoli, c'è da dire che in più
Corti di Assise sono emerse
chiare evidenze. Ci sembra doveroso segnalarle e le elenchiamo in queste poche righe:
1) l'ingegner Borghi/Moretti ha affittato i locali di
via Gradoli 96 a seguito di un normale annuncio pubblicitario nel dicembre del
1975, come risulta agli atti;
2) i locatori erano i signori
Giancarlo Ferrerò e
Luciana Bozzi, proprietari dell'appartamento dal rogito avvenuto in data
1° luglio 1974; 3) risulta accertato che si è trattato di una
transazione tra privati, senza coinvolgere la figura dell'amministratore;
4) il
Sisde, il nuovo servizio segreto civile creato nel
1977, venne istituito
due anni dopo la stipula del contratto di affitto per la base brigatista;
5) appare evidente che nel
contratto d'affitto tra la
coppia di brigatisti e i
coniugi Ferrerò, non poteva perciò essere implicato con il
Sisde, del resto ancora inesistente in quel periodo;
6) occorre peraltro ricordare che, com'è noto, che la
base Br di
via Gradoli 96 ha cessato di essere un
'covo' nel
1978, proprio
durante il sequestro Moro; 7) per evitare contiguità immotivate e fuorvianti, va sottolineato che la
base dei Nar era invece al civico n.
65 di
via Gradoli e, comunque, il loro soggiorno risale al
1981. Un altro estremista di destra ha in realtà abitato in
via Gradoli 96 -
Enrico Tomaselli di
Terza Posizione - ma nel
1986, cioè
molti anni dopo i fatti in oggetto. Per completezza documentale va comunque precisato che non si trattava dello stesso
vano occupato, a suo tempo, dalle
Br. Infine, risulta che ad affittare il monolocale al
Tomaselli non sia stato
l'amministratore Catracchia, ma un altro estremista di destra:
Andrea Insabato, proprietario del piccolo appartamento e, peraltro, futuro attentatore alla sede del
'Manifesto' nel
dicembre 2000; 8) in ogni caso, anche i presunti
24 appartamenti legati a diverse società immobiliari, che in modo sbrigativo e arbitrario vengono attribuite ai
Servizi, risultano acquisiti solo negli anni successivi al
'sequestro Moro'; 9) in particolare, sono agli atti le proprietà immobiliari di
Vincenzo Parisi, nel
1978 questore di
Grosseto e, dal
1980, in organico al
Sisde, di cui diventa direttore nel
1984; 10) l'intensa attività immobiliarista del dirigente
Parisi con gli appartamenti intestati alle figlie
Maria Rosaria e
Daniela non sembra richiamare reconditi misteri. A ogni buon conto, sono
fatti notarili che ricorrono almeno
un anno e mezzo dopo il
'rapimento Moro' e ben
quattro anni - 4 - dopo la stipula del
contratto di affitto del
1975 da parte delle
Brigate Rosse; 11) quando si tratta dell'immobile di
via Gradoli, queste date abitualmente
non vengono segnalate ai lettori. Invece, in questa come in molte altre occasioni, la precisione sui
tempi cronologici è assolutamente necessaria, per
un'interpretazione ponderata dei fatti ispirata al
metodo storico. E anche, aggiungiamo noi, alla
deontologia giornalistica. Un'analisi corretta dei
tempi, delle
fonti e del
nesso 'causa-effetto' della più drammatica
tragedia dell'Italia repubblicana smentisce seccamente ogni possibile coinvolgimento di entità
non riconducibili alla lotta armata intrapresa dalle
Br nel
1970. Denunciamo, pertanto, il mancato rispetto dei più elementari
criteri di verità e di
logica nella ricostruzione di
eventi e
circostanze: una degenerazione particolarmente grave della e nella
stampa italiana.
FIRME:
Matteo Antonio Albanese
Gianremo Armeni
Andrea Brazzoduro
Frank Cimini
Marco Clementi
Andrea Colombo
Silvia De Bernardinis
Christian De Vito
Italo Di Sabato
Eros Francescangeli
Mario Gamba
Marco Grispigni
Davide F. Jabes
Nicola Lofoco
Carla Mosca
Paolo Persichetti
Giovanni Pietrangeli
Francesco Pota
Ilenia Rossini
Elisa Santalena
Vladimiro Satta
Giuliano Spazzali
Davide Steccanella
Ugo Maria Tassinari
Nota sui firmatari di questa letteraIl present intervento è stato elaborato da un gruppo di
storici ed
esperti da tempo impegnati in studi di rilevanza storica sulle
Brigate Rosse e sulle altre
formazioni combattenti, più in generale sui
movimenti sovversivi degli
anni '70 del secolo scorso. Ecco alcune informazioni sintetiche sugli autori di questo intervento.
Matteo Antonio Albanese: ricercatore presso
l'Università di Padova e autore del recentissimo volume
'Tondini di ferro e bossoli di piombo. Una storia sociale delle Brigate rosse' (Pacini editore).Gianremo Armeni: scrittore, ha pubblicato numerosi libri sulla lotta armata:
'Questi fantasmi, il primo mistero del caso Moro' (Tra le righe); 'Bi. Erre. I Fondatori' (Paesi Edizioni); 'Buone regole. Il vademecum del brigatista' (Prospettiva Editrice); 'Romanzo brigatista' (Altravista).Frank Cimini: cronista di giudiziaria, storico polemista a difesa dei movimenti degli
anni '70, è stato il direttore responsabile di
'Controinformazione', 'Autonomia' e
'Sinopsis' e ha fondato il sito
giustiziami.itMarco Clementi: storico, docente
all'Università di Cosenza, autore di numerosi saggi, tra cui
'La pazzia di Moro' (Mondadori), 'Storia delle Brigate rosse' (Odradek), 'Brigate rosse dalle fabbriche alla campagna di primavera' (Derive Approdi).Andrea Colombo: già militante di
Potere Operaio, ha seguito per molti anni sul
'Manifesto' il
'caso Moro' e ha scritto
'Un affare di Stato, il delitto Moro quarant'anni dopo' (Cairo editore).Silvia De Bernardinis: ricercatrice, ha scritto una tesi di dottorato su
'Lotta di classe e lotta armata nella crisi fordista degli anni 70 in Italia: le Brigate Rosse'.
Christian De Vito: storico, ricercatore
all'Università di Bonn, è autore di
'Camosci e portachiavi' (Laterza), un saggio sulle carceri speciali.
Italo Di Sabato: è tra i fondatori
dell'Osservatorio contro la Repressione, un organismo che, dal
2007, coordina studi, ricerche, dibattiti e seminari sui temi della repressione, della legislazione speciale, della situazione carceraria.
Eros Francescangeli: ricercatore presso
l'Università di Parma, ha pubblicato
'Arditi del popolo: Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista, 1917-1922' (Odradek). È tra i fondatori di
'Storie in movimento/Zapruder' - rivista quadrimestrale di storia del conflitto sociale con cui collaborano oltre trecento storici - e ne coordina la redazione, di cui fanno parte altri quattro firmatari:
Giovanni Pietrangeli, Francesco Pota, Ileana Rossini e
Andrea Brazzoduro. Quest'ultimo è anche ricercatore, nonché autore del saggio
'Soldati senza causa. Memorie della guerra d'Algeria' (Laterza).Mario Gamba: giornalista esperto di musica contemporanea, ha lavorato per
'il Manifesto', 'Alias', 'L'Espresso', 'Reporter', 'Outlet' e il
Tg3. Ha scritto una memorabile cronaca dei funerali di
Prospero Gallinari e su
'Alfabeta2' ha pubblicato un intervento dal titolo
'Memoria ed esorcismo'.Marco Grispigni: studioso dei movimenti sociali e politici degli
anni '60 e
'70 del secolo scorso. Ha pubblicato diversi volumi:
'Il Settantasette' (Il Saggiatore); 'Elogio dell'estremismo. Storiografia e movimenti"' (Manifestolibri); 'Gli anni Settanta raccontati a ragazze e ragazzi' (Manifestolibri); 'Quella sera a Milano era caldo. La stagione dei movimenti e la violenza politica' (Manifestolibri); 'Il 1968 raccontato a ragazze e ragazzi' (Manifestolibri).Davide F. Jabes: storico, ricercatore indipendente e consulente editoriale. È coautore di
'Impero. The Axis Powers' V-1 Carrying Capital Ship' (Fonthill).Nicola Lofoco: giornalista specializzato in
terrorismo italiano e
internazionale, è autore di
'Il caso Moro, misteri e segreti svelati' (Gelso Rosso). Collabora con
Huffington Post e ha un proprio sito
www.nicolalofoco.it
Carla Mosca: ex giornalista
Rai, ha seguito per il servizio pubblico le principali
vicende giudiziarie connesse agli
anni '70. Ha scritto, assieme a
Rossana Rossanda e
Mario Moretti, 'Brigate Rosse, una storia italiana' (Oscar Mondadori).Paolo Persichetti: già
Br esule a Parigi, è oggi ricercatore indipendente e autore del blog
'Insorgenze'. Ha collaborato con
'Liberazione' e
'Il Garantista'. Con
Oreste Scalzone ha scritto
'Il nemico inconfessabile' (Odradek) ed è coautore di
'Brigate rosse: dalle fabbriche alla campagna di primavera' (Derive Approdi), dove in particolare si è occupato dei
55 giorni del
'sequestro Moro' e della mistificazione dietrologica in atto da anni.
Elisa Santalena: è una storica, docente
all'Università di Grenoble, esperta di carcere speciale, è coautrice di
'Brigate rosse dalle fabbriche alla campagna di primavera' (Derive Approdi).Vladimiro Satta: già documentarista del
Senato della Repubblica, è autore di
'Odissea nel caso Moro' (Epub), 'Il caso Moro e i suoi falsi misteri' (Rivettino), 'I nemici della Repubblica' (Mondadori).Giuliano Spazzali: avvocato penalista, è stato uno dei principali esponenti del
'Soccorso Rosso Militante'. Ha difeso gli anarchici del
Circolo Ponte della Ghisolfa nella vicenda di
Piazza Fontana e, successivamente, anche numerosi protagonisti della lotta armata. Ha pubblicato il saggio
'La zecca e il garbuglio' (Machina Libri).Davide Steccanella: avvocato penalista, poligrafo, ha all'attivo numerosi saggi tra i quali
'Gli anni della lotta armata. Cronologia di una rivoluzione mancata' (Bietti Editore), 'Le indomabili. Storie di donne rivoluzionarie' (Pagina Uno), 'Le Brigate Rosse e la lotta armata in Italia' (Narcissus.me). È autore anche del romanzo
'Gli sfiorati' (Bietti), una narrazione autobiografica collocata a ridosso dei principali eventi sovversivi italiani. Ogni anno pubblica
'L'Agenda Rivoluzionaria' (Mimesis), una cronologia quotidiana di ricorrenze riconducibili a figure e storie del
'Novecento ribelle'.
Ugo Maria Tassinari: giornalista e insegnante, è stato lo storico fondatore del sito
'Fascinazione' (dedicato all'estrema destra italiana) e oggi del blog
'AlterUgo'. Ha scritto vari saggi e curato numerose pubblicazioni, tra cui
'Biennio Rosso' di
Oreste Scalzone' (Sugarco) ed
'Evasioni. Melfi: operai in fuga dalla fabbrica penitenziario e altre storie' di
Elisabetta Della Corte (Immaginapoli).