Domenico BriguglioL'arte si rimette in marcia. Faticosamente, ma coraggiosamente, per recuperare quella normalità che, soltanto qualche mese fa, sembrava pura utopia: il sogno mormorato sottovoce di qualche inguaribile ottimista. Poi, in diverse parti della capitale "son tornate a fiorire le rose", giusto per citare una canzone cara alla prima giovinezza dei nostri genitori. E le 'rose' in questione sono state le prime, timide, apparizioni di mostre, che galleristi di grande impegno e incrollabili speranze (gli 'inguaribili ottimisti' di cui sopra), si son fatti carico di proporre al pubblico che, via via più numeroso tornava in quei locali, per troppo tempo vuoti, ad ammirare. Sì, perché il pubblico, quello degli appassionati 'tout court', (anche loro inguaribili?) non attendeva altro: vedere quelle opere, discuterne, criticare (perché no..) e, nel più fausto degli esiti, acquistarle. Già: cosa sarebbe mai una mostra senza pubblico? Un evento che perderebbe in tutto il suo significato, che sta proprio lì, in quella piccola parola che lo riassume: 'mostra'. Ovvero, l'essenza dell'esibizione, il 'farsi vedere', che presuppone qualcuno che guardi, dal vivo possibilmente, per fruire appieno di quelle meravigliose emozioni che l'arte sa donare senza risparmio, a piene mani, a chiunque assista a questo miracolo, tutto umano, della creatività. Tra le vie che hanno fatto dell'arte la loro ragion d'essere, aveva dato solo pochi segnali di concreto risveglio quella che nel mondo intero è conosciuta come la sua incarnazione: via Margutta, la via degli artisti. Ma questa temporanea assenza non voleva certo dire che la storica strada avesse perso il suo 'spirito loci', o la capacità di risvegliarsi dal 'letargo lockdown'. Infatti, eccola tornare prepotentemente in auge con un progetto articolato: 'Via  Margutta sulla bocca di tutti', che si pone un obiettivo di rilancio concreto, avvalendosi della collaborazione di Michele Crocitto. Tra gli eventi proposti, una splendida collettiva tenutasi il 16 luglio scorso della 'Galleria Monogramma', al civico 102, dal titolo: 'Brindiamo a via Margutta', con opere di Albini, Amorese, Artuso, Baldessari, GalstA, Ginoretti, Menichelli, Palmucci&Saulè, King, Schito, comprese da uno sfumato figurativo a un raffinato gusto metafisico, a cui il 'materico' ha fatto da spartiacque e, insieme, ponte ideale. Una festa per gli occhi di quanti (molti) sono intervenuti. Siamo perciò in attesa di altri eventi, che l'iniziativa porterà alla luce e alla quale, ovviamente, plaudiamo.


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