Le
'stelle cadenti' della
notte di San Lorenzo, non sono
stelle. Sono
meteore. Uno
sciame di
piccole meteoriti, chiamate dagli astronomi
'Perseidi', attraversate ogni anno dal moto di rivoluzione della
Terra. Un fenomeno che genera
nuvole e
detriti lasciati dalle
comete che orbitano attorno al
sole. In sostanza, è il movimento del nostro pianeta a far
'cadere' queste incantevoli
scie di luce. Il fenomeno è indubbiamente suggestivo. Ma per osservarlo meglio bisogna, innanzitutto, collocarsi in punti abbastanza elevati: una
collina o un gruppo di
montagne superiori ai
mille metri sul
livello del mare. Possibilmente al
buio, o in luoghi non illuminati da
lampioni o
lampioncini, né dalle luci di un
locale o di un
albergo. Personalmente, mi sono accorta di loro, delle
Perseidi, sempre in momenti alquanto
'strani': durante alcune
vacanze in montagna (e non al mare...), mentre mi accingevo a raggiungere la vettura di famiglia. Ricordo, in particolare, il
vialetto d'ingresso di un ristorante che passava sul
costone di una
collina non illuminata, totalmente priva sia di
luci artificiali, sia da quei
piccoli ceri che si utilizzano in estate per delimitare il percorso di un vialetto. Un
tratturo circondato dal
bosco e illuminato solamente dalla
Luna. Le prime
stelle cadenti si colgono con la
coda dell'occhio, come un
riflesso rapidissimo. Se ci si ferma ad attenderle, queste piccole meteore
non passano mai, come se si divertissero a farci stare col
naso all'insù. Pertanto, dobbiamo essere noi a
'raggirarle', senza che loro se ne accorgano. Si finge di
chiacchierare con la famiglia o con gli amici del più e del meno,
voltando lo sguardo dal cielo ma non troppo, per
coglierle in flagrante durante il loro passaggio. Ecco il perché della leggenda del
desiderio: non è facile soprendere queste piccole
'lucciole dello spazio'. E quando ci riusciamo, abbiamo diritto a pensare a qualcosa che, in futuro. vorremmo tanto si
avverasse. In segreto, ovviamente, esprimendolo con il
cuore. Piccole illusioni adolescenziali: i
maschietti sognavano che la più bella della classe, o una ragazzina molto speciale, si
innamorasse di loro, o concedesse maggior attenzione. Noi ragazze, invece, eravamo preoccupate soprattutto dalla
scuola o dagli
esami e si sperava in un ritorno, a fine estate, poco problematico. Qualcuna aveva già il suo
ragazzino in
'testa', a dire il vero. Ma con noi
femminucce era molto difficile indovinare chi fosse il
principe azzurro a cui stavamo pensando. I ragazzi, già il giorno dopo, riuniti al campo del
'calcetto', confessavano ignobilmente il nome della loro
amica del cuore. Noi, invece, non parlavamo nemmeno se
arse sul fuoco. Come novelle
Giovanna d'Arco. O come lo stesso
San Lorenzo, la cui tradizione interpreta proprio le
'stelle cadenti' come le
lacrime del santo che ricorda il suo
martirio, avvenuto per non aver rinnegato la sua
fede in
Gesù. Miracolisti ed
esoterici, invece, parlano dei
lapilli infuocati sollevati altissimi dal vento fino al cielo, durante il
rogo deciso dall'imperatore romano
Valeriano in una notte di fine luglio del
527 dopo Cristo. La
notte di San Lorenzo è anche un poetico film dei
fratelli Taviani del
1982, interpretato da un cast composto interamente da
attori esordienti e, fino ad allora, sconosciuti (l'ottimo
Massimo Bonetti si affermerà negli anni successivi...). Una pellicola che ricorda l'eccidio perpetrato dai fascisti presso il
Duomo di San Miniato, nell'estate del
1944. Un altro
anno difficile, indiscutibilmente peggiore di quello che stiamo vivendo questa volta.
Su con la vita, insomma. E speriamo che le
stelle cadenti, quest'anno, siano
tante. Almeno quanti sono i
desideri che, in questa
strana estate del
2020, abbiamo tutti nel
cuore.