Valentina CirilliLe 'stelle cadenti' della notte di San Lorenzo, non sono stelle. Sono meteore. Uno sciame di piccole meteoriti, chiamate dagli astronomi 'Perseidi', attraversate ogni anno dal moto di rivoluzione della Terra. Un fenomeno che genera nuvole e detriti lasciati dalle comete che orbitano attorno al sole. In sostanza, è il movimento del nostro pianeta a far 'cadere' queste incantevoli scie di luce. Il fenomeno è indubbiamente suggestivo. Ma per osservarlo meglio bisogna, innanzitutto, collocarsi in punti abbastanza elevati: una collina o un gruppo di montagne superiori ai mille metri sul livello del mare. Possibilmente al buio, o in luoghi non illuminati da lampioni o lampioncini, né dalle luci di un locale o di un albergo. Personalmente, mi sono accorta di loro, delle Perseidi, sempre in momenti alquanto 'strani': durante alcune vacanze in montagna (e non al mare...), mentre mi accingevo a raggiungere la vettura di famiglia. Ricordo, in particolare, il vialetto d'ingresso di un ristorante che passava sul costone di una collina non illuminata, totalmente priva sia di luci artificiali, sia da quei piccoli ceri che si utilizzano in estate per delimitare il percorso di un vialetto. Un tratturo circondato dal bosco e illuminato solamente dalla Luna. Le prime stelle cadenti si colgono con la coda dell'occhio, come un riflesso rapidissimo. Se ci si ferma ad attenderle, queste piccole meteore non passano mai, come se si divertissero a farci stare col naso all'insù. Pertanto, dobbiamo essere noi a 'raggirarle', senza che loro se ne accorgano. Si finge di chiacchierare con la famiglia o con gli amici del più e del meno, voltando lo sguardo dal cielo ma non troppo, per coglierle in flagrante durante il loro passaggio. Ecco il perché della leggenda del desiderio: non è facile soprendere queste piccole 'lucciole dello spazio'. E quando ci riusciamo, abbiamo diritto a pensare a qualcosa che, in futuro. vorremmo tanto si avverasse. In segreto, ovviamente, esprimendolo con il cuore. Piccole illusioni adolescenziali: i maschietti sognavano che la più bella della classe, o una ragazzina molto speciale, si innamorasse di loro, o concedesse maggior attenzione. Noi ragazze, invece, eravamo preoccupate soprattutto dalla scuola o dagli esami e si sperava in un ritorno, a fine estate, poco problematico. Qualcuna aveva già il suo ragazzino in 'testa', a dire il vero. Ma con noi femminucce era molto difficile indovinare chi fosse il principe azzurro a cui stavamo pensando. I ragazzi, già il giorno dopo, riuniti al campo del 'calcetto', confessavano ignobilmente il nome della loro amica del cuore. Noi, invece, non parlavamo nemmeno se arse sul fuoco. Come novelle Giovanna d'Arco. O come lo stesso San Lorenzo, la cui tradizione interpreta proprio le 'stelle cadenti' come le lacrime del santo che ricorda il suo martirio, avvenuto per non aver rinnegato la sua fede in Gesù. Miracolisti ed esoterici, invece, parlano dei lapilli infuocati sollevati altissimi dal vento fino al cielo, durante il rogo deciso dall'imperatore romano Valeriano in una notte di fine luglio del 527 dopo Cristo. La notte di San Lorenzo è anche un poetico film dei fratelli Taviani del 1982, interpretato da un cast composto interamente da attori esordienti e, fino ad allora, sconosciuti (l'ottimo Massimo Bonetti si affermerà negli anni successivi...). Una pellicola che ricorda l'eccidio perpetrato dai fascisti presso il Duomo di San Miniato, nell'estate del 1944. Un altro anno difficile, indiscutibilmente peggiore di quello che stiamo vivendo questa volta. Su con la vita, insomma. E speriamo che le stelle cadenti, quest'anno, siano tante. Almeno quanti sono i desideri che, in questa strana estate del 2020, abbiamo tutti nel cuore.


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