Ennesima
gaffe della
ministra Azzolina: "2500 euro al mese per i neo-immessi come docenti sono troppi". E infatti, si tratta di una cifra che un insegnante non prende neanche a fine carriera: abbiamo scoperto
l'acqua calda. Eppure, si continua a diffondere l'idea che tutti la odierebbero solo perché
donna, giovane, con
2 lauree e arrivata al
posto giusto nel
momento giusto. Ennesima confusione, insomma, tra le tante ormai raccolte in un libro, a breve in uscita, a mia firma.
Albert Einstein, il più grande scienziato del
XX secolo, quello che inventò la teoria della relatività
(E=mc2), alla richiesta di fare il ministro rispose:
"Grazie, ma nella vita mi sono occupato di altro: non ne ho le competenze". Lui di
relativo aveva davvero ben poco. E di
'rosso relativo' ancora meno. Di
umiltà, sicuramente molta. La nostra ministra, invece, ha
due lauree, è una
donna, è
giovane, è dei
5 stelle, ha un'abilitazione come
docente di sostegno, ma faceva
praticantato presso lo studio del suo compagno ed era una
'distaccata Anief'. Di fatto, ha insegnato per il tempo di un
gatto che attraversa la
tangenziale. Entrata di ruolo nel
2014, è tornata tra i banchi solo nel
2017, perfettamente in tempo per iscriversi al
concorso per dirigenti scolastici. Nel frattempo, faceva campagna elettorale per i
5 stelle e ha vinto il concorso a cui ha partecipato già da parlamentare in carica.
Nulla quaestio, per carità: vogliamo scherzare? Non c'è incompatibilità tra la carica di deputato e la partecipazione a un concorso pubblico: neanche a volerlo architettare
dall'Eletto del film
'Matrix' poteva andarle così bene. E in un certo senso è vero: merita tutta la nostra stima, perché in fatto di farsi trovare sempre al
posto giusto e nel
momento giusto, ella non ha eguali. E non buttiamola sul
sessismo becero, per favore: tante docenti donne - ma anche tra gli uomini - di lauree ne hanno anche
più di due, con
abilitazioni alle professioni varie,
all'insegnamento, master e
specializzazioni. Eppure, essi non meritano uno
stipendio che sarebbe il
minimo sindacale per la professionalità e i
cv posseduti. E non esiste una
carriera che possa permettere di progredire: si entra
insegnante e si muore
insegnanti. Soprattutto, se non hai la
'fortuna' di
vincere un concorso da dirigente scolastico. Ma questo, il
ministro Azzolina lo sa benissimo, avendo lavorato, tra un distacco e l'altro,
"per 1300/1500 euro al mese", sempre secondo le sue parole. La
'vetta' si dovrebbe scalare con
fatica e con i
meriti giusti, anche per fare un po' d'esperienza, ma la
signora Azzolina omette di ricordare che gli stipendi sono bassi, intorno ai
1500 euro circa, anche
dopo 15 anni, poiché non vengono effettuate le
ricostruzioni di carriera e gli
scatti di anzianità sono
'bloccati', o progrediscono solo
ogni 8/9 anni per miserevoli cifre. Altro che iniziare con
2500 euro: è troppo per un docente. A
2500 euro al mese non ci si arriva neanche dopo
42 anni di onorato servizio, a fine carriera o in pensione. Guardiamo la
Svezia o la
Norvegia, tanto decantate: si guadagnano, in media,
4/5mila euro netti al mese.
Scemi loro, svedesi e norvegesi, che
investono sull'educazione e nella
scuola... Per non parlare della
Svizzera, altro
'mondo' dove un professore, a soli
50 metri dal confine italiano, guadagna dai
75 mila ai
100 mila euro l'anno per insegnare alla scuola primaria e, salendo, per altri gradi di istruzione. Si spera che, per ogni
'amara' esternazione della
Azzolina ci sia qualcuno dall'alto che legga il malcontento di un Paese e di un
ceto medio, quello dei professionisti, che meriterebbero molto di più di qualche
'slogan depressivo' su
Facebook, da parte di una persona che utilizza i media per
autoelogiarsi o per spiegare il perché la attacchino, anziché avere una
'visione' su come intende far funzionare un dicastero, o limitare gli
'effetti a catena' di scelte scellerate, nonché pericolose, poco oculate e dispendiose. In ogni caso, adesso attendiamo il nuovo
piano nazionale per la costruzione di nuove scuole, riconvertendo edifici decadenti. E per l'acquisto delle
'sedie monoposto con rotelle', che dovrebbero garantire il
distanziamento sociale e risolvere l'annosa quaestio del famoso
'metro statico': una definizione che farebbe rabbrividire anche
Einstein, dato che si parla di ruote e spostamenti continui. Si tratta di sedie che dovrebbe acquistare il
commissario straordinario a
200 euro + Iva, per i ragazzi della scuola primaria, medie e superiori. Ma di quale sostanziale giovamento parliamo, nel contrastare il
Covid attraverso codeste sedie? I ragazzi prenderebbero la
temperatura a casa, poiché a scuola le linee guida non lo prevedono. E nelle
aule troverebbero solo le loro famigerate
sedie. Dunque? Cosa cambierebbe? Ancora una volta,
scarichiamo le responsabilità sulle
famiglie, sui
docenti e sui
ragazzi. Certo: è fuori discussione che quella di non riuscire ad assumersi una
responsabilità che sia una è una vera e propria
allergia di questo Paese, soprattutto tra gli
statali. Ma in questo, la
ministra Azzolina non fa certo eccezione, poiché le
sedie con rotelle potrebbero essere
un'arma a 'doppio taglio' in un ambiente scolastico, trasformandosi in
'macchine da scontro' come al
Luna park, che probabilmente è il vero modello di società che il
M5S ha
'in testa'. E dove è finito il
dlgs 81/2008? Perché, parliamoci chiaro: noi non crediamo che si possa elimiare il problema dei
pericoli e delle
responsabilità in questo modo. Al contrario, se ne creeranno degli
altri. E gli studenti lo sanno: non sono stupidi. Saranno obbligati a prendere la
patente di guida come per i
monopattini? E nel frattempo, le responsabilità di
docenti e
dirigenti aumenteranno esponenzialmente. No,
signora Azzolina: lei non è odiata per le sue
lauree o perché è
giovane e non si sa neanche da dove lei sia
'sbucata'. Lei viene semplicemente contestata perché non è questa la
'via giusta' per cambiare il mondo della
scuola.