Parole, parole e parole, miste a
risatine ironiche e offensive, per nulla inclusive. Anzi, le definiremmo
'esclusive'. In questi mesi, ogni docente ha messo in atto una didattica sperimentale e individuale per ogni studente, perché ogni allievo è
speciale, al di là della condizione sociopsicologica o delle certificazioni varie. Forse, scendendo dal piedistallo sul quale si è posta, la ministra
Lucia Azzolina si sarebbe resa conto che, a parte la crisi del
Covid 19, le nostre classi, ormai, oltre che un
pollaio, sono diventate
multietniche. E che viviamo in un'era in cui
nulla è più valido, poiché
l'oggi è già diverso da
ieri. E questa capacità di riprogrammazione l'hanno dimostrata sia i
docenti, sia
gli studenti. È normale e sano farlo. Ma forse, la ministra ha dimenticato il paragrafo sul
multiculturalismo e
l'intercultura, ormai divenuta
'transcultura'. Tra l'altro, a nessuno risulta che la
signora Azzolina sia mai stata un dirigente scolastico, come da lei dichiarato. È vincitrice di un
concorso annullato dal
Tar, a cui ha partecipato da parlamentare. Provi, invece, a entrare in una
scuola vera e non per
fare 'audience', insegnando veramente, per qualche anno, invece di fare la
'lectio magistralis', appresa
'a pappagallo', sul fatto che
"non si può insegnare a ogni studente allo stesso modo", offendendo intere categorie di
persone e di
docenti che vivono la vera
scuola di frontiera ogni giorno. Scenda sulla
Terra, signora
ministra, lei che ripete sempre di essere partita dal
'basso'. Si tolga quel
'sorrisetto storto' e
ironico e spieghi, tecnicamente, come
'immagina' concretamente la scuola
'in fila per 3 con il resto di 2', con l'obbligo di
'mascherine' e
scafandri vari di plexiglass. E come tecnicamente vuole selezionare quel
15% di
'persone' escluse: forse,
tirando a sorte? Comunque la si
'rigiri', siamo sempre alle solite:
nessuna soluzione pratica. Nessuna verità sugli
80/100 euro in più nella busta paga a
luglio. L'elemosina, i docenti, non l'accettano più. Anche perché si tratta solamente di una
rimodulazione e non di un'aggiunta al già
pietoso 'bonus Renzi'. Si inizi, senza ulteriori ritardi, a
costruire scuole. Il nostro premiato corpo degli
Alpini ha dimostrato che si possono costruire ospedali in
10 giorni: la stessa cosa dovrebbe valere anche per gli istituti scolastici. Si investa in
nuovi materiali e
moduli tecnologici, in una nuova
'linfa docente' e classe dirigente:
3 mila persone le avrebbe già sotto mano, se solo si risolvessero gli innumerevoli
contenziosi creati dalla
malagestione dei
concorsi 'Dsga' e
'Ata'. Ripartire dalla scuola significa ridarle
dignità a tutti i livelli, iniziando a riqualificare gli stipendi
equiparandoli alle medie europee, costruendo in sicurezza scuole nuove e innovative. Altrimenti, quel che rimane sono solo
'chiacchiere e rossetto rosso'.