Raffaella UgoliniParole, parole e parole, miste a risatine ironiche e offensive, per nulla inclusive. Anzi, le definiremmo 'esclusive'. In questi mesi, ogni docente ha messo in atto una didattica sperimentale e individuale per ogni studente, perché ogni allievo è speciale, al di là della condizione sociopsicologica o delle certificazioni varie. Forse, scendendo dal piedistallo sul quale si è posta, la ministra Lucia Azzolina si sarebbe resa conto che, a parte la crisi del Covid 19, le nostre classi, ormai, oltre che un pollaio, sono diventate multietniche. E che viviamo in un'era in cui nulla è più valido, poiché l'oggi è già diverso da ieri. E questa capacità di riprogrammazione l'hanno dimostrata sia i docenti, sia gli studenti. È normale e sano farlo. Ma forse, la ministra ha dimenticato il paragrafo sul multiculturalismo e l'intercultura, ormai divenuta 'transcultura'. Tra l'altro, a nessuno risulta che la signora Azzolina sia mai stata un dirigente scolastico, come da lei dichiarato. È vincitrice di un concorso annullato dal Tar, a cui ha partecipato da parlamentare. Provi, invece, a entrare in una scuola vera e non per fare 'audience', insegnando veramente, per qualche anno, invece di fare la 'lectio magistralis', appresa 'a pappagallo', sul fatto che "non si può insegnare a ogni studente allo stesso modo", offendendo intere categorie di persone e di docenti che vivono la vera scuola di frontiera ogni giorno. Scenda sulla Terra, signora ministra, lei che ripete sempre di essere partita dal 'basso'. Si tolga quel 'sorrisetto storto' e ironico e spieghi, tecnicamente, come 'immagina' concretamente la scuola 'in fila per 3 con il resto di 2', con l'obbligo di 'mascherine' e scafandri vari di plexiglass. E come tecnicamente vuole selezionare quel 15% di 'persone' escluse: forse, tirando a sorte? Comunque la si 'rigiri', siamo sempre alle solite: nessuna soluzione pratica. Nessuna verità sugli 80/100 euro in più nella busta paga a luglio. L'elemosina, i docenti, non l'accettano più. Anche perché si tratta solamente di una rimodulazione e non di un'aggiunta al già pietoso 'bonus Renzi'. Si inizi, senza ulteriori ritardi, a costruire scuole. Il nostro premiato corpo degli Alpini ha dimostrato che si possono costruire ospedali in 10 giorni: la stessa cosa dovrebbe valere anche per gli istituti scolastici. Si investa in nuovi materiali e moduli tecnologici, in una nuova 'linfa docente' e classe dirigente: 3 mila persone le avrebbe già sotto mano, se solo si risolvessero gli innumerevoli contenziosi creati dalla malagestione dei concorsi 'Dsga' e 'Ata'. Ripartire dalla scuola significa ridarle dignità a tutti i livelli, iniziando a riqualificare gli stipendi equiparandoli alle medie europee, costruendo in sicurezza scuole nuove e innovative. Altrimenti, quel che rimane sono solo 'chiacchiere e rossetto rosso'.


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio