Sgomento in aula al
processo di Coblenza: uno dei testimoni contro gli ex agenti di
Assad, il leader della
Siria, cambia improvvisamente versione. Alla
polizia federale aveva dichiarato, in precedenza, di avere prove contro uno degli imputati. La
pubblica accusa valuta, ora, di aprire una nuova
inchiesta. E' una svolta imprevista per il primo processo della Storia per
crimini contro l'umanità in
Siria, dove gli imputati sono due ex agenti di
Bashar al-Assad, uno dei quali è accusato di
4 mila torture e
58 omicidi. All'udienza, tenutasi lo scorso mercoledì
24 giugno, un testimone ha improvvisamente cambiato la sua versione dei fatti. Si tratta di un ex agente dei servizi segreti di
Assad che lavorava a stretto contatto con i due imputati fra il
2011 e il
2012 e che sarebbe in possesso di prove schiaccianti contro uno di loro,
Eyad al-Gharib. Eppure, senza preavviso e nello stupore anche dei suoi legali, il testimone ha negato di aver visto
Gharib torturare i prigionieri della famigerata
Sezione 251 del centro di detenzione di
Damasco. Il procuratore generale ha dichiarato di considerare la possibilità che il testimone abbia
dichiarato il falso in aula. Per quanto riguarda le motivazioni del
'vuoto di memoria' del testimone -
"Non ricordo", così ha detto - i giudici stanno valutando la possibilità che la famiglia del testimone, che attualmente vive a
Kiel, città a nord della
Germania, sia stata minacciata direttamente dal regime di
Assad. Per questa ragione, il procuratore generale ha detto di non escludere di aprire un'inchiesta, per capire
se e
perché il testimone (il cui nome non è stato divulgato al fine di proteggerlo) abbia
mentito. I due imputati di questo processo, dalla portata potenzialmente storica, sono
Anwar Raslan e
Eyad al-Gharib, entrambi ex agenti dei servizi di intelligence di
Assad nei primi due anni della guerra civile siriana. Fuggiti in
Germania nel
2012, entrambi sono stati riconosciuti dalle
26 vittime che testimonieranno al processo e sono stati arrestati a
Berlino e a
Zweibrücken nel
2019. Le torture di cui si sarebbero macchiati rientrano nella fattispecia dei
crimini contro l'umanità e comprendono violenze fisiche, sessuali ed emotive di vario tipo. Per il momento,
Anwar Raslan, il principale imputato perchè di rango superiore rispetto a
Gharib, ha negato tutte le accuse, mentre il secondo è sempre rimasto in
silenzio. Su di lui, pare ci siano prove
meno schiaccianti, motivo per cui la testimonianza di ieri sarebbe risultata particolarmente
importante.
(nostra inviata in Germania)