Vittorio LussanaLa pandemia da coronavirus è una bella 'lezione' per il capitalismo americano. In particolare, per l'amministrazione Trump e la sua retorica nazionalista. Il virus ha infatti dimostrato, casomai ve ne fosse bisogno, che crisi di questo tipo, in un mondo globalizzato, necessitano di risposte globali. La retorica è sempre pericolosa, perchè 'ingabbia' il pensiero all'interno di un perimetro nostalgico. La realtà, invece, è tutta un'altra cosa. Il mondo sta andando da un'altra parte: lo abbiamo detto e scritto più volte, in più riprese e in diverse sedi. Eppure, anche nel mondo 'non sovranista' spesso è sorta la tentazione, totalmente strumentale, di seguire l'onda di protesta. O, per lo meno, di fiancheggiarla. Nessuno, ancora oggi, comprende fino in fondo l'importanza della svolta europea, che è stata spirituale prim'ancora che politica. E nei prossimi anni, vedremo quanto sarà importante 'rinfrescare' - o per lo meno 'ringiovanire' - il proprio pensiero. Certamente, non si può chiedere a un socialista di trasformarsi in un liberale o viceversa. Tuttavia, siamo ormai arrivati sul punto a lungo indicato: la necessità di rielaborare continuamente la propria dottrina; di rivederla alla luce della modernità, riadattandola ai tempi; di abbandonare un metro di giudizio di fatti e persone in quanto mero meccanismo, che tende a sommare situazioni distinte; di rinunciare a visioni ideologiche 'statiche' rendendole dinamiche, attraverso un continuo sforzo di attualizzazione del proprio pensiero, anche individuale; di uscire dal nozionismo spicciolo, in favore di un ceto politico selezionato attraverso criteri di professionalità e competenza; di comporre formule politiche meno irrazionali, maggiormente equilibrate tra scienza e fede. In ogni caso, tornando al nostro 'amico amerikano', l'amministrazione Trump ha cercato, sin dall'inizio del proprio mandato, di minare alla base l'intero sistema di cooperazione globale e lo stesso ruolo dello Stato: un 'ideologismo' completamente smentito dai fatti. L'italo-marxismo, negli anni '70 del secolo scorso, era solito criticare metodi e modi di governare enti locali, istituzioni e persino grandi aziende, dando scarso peso alla questione della scelta degli uomini chiamati a guidare 'macchine', organismi e apparati molto complessi. Ma lo stesso errore, esattamente speculare, viene commesso oggi da chi ritiene che lo Stato sia sempre e comunque un 'aguzzino', o un mero 'inciampo' che impedisce uno sviluppo liberista fuori controllo, sottovalutando l'importanza della scelta delle persone chiamate a guidarlo. Esattamente lo stesso, identico, errore del Pci 'berlingueriano'. "Lo Stato non è la soluzione del problema: lo Stato è il problema": questo è solo uno degli slogan preferiti dell'attuale presidente degli Stati Uniti. Chissà se, oggi, la pensa ancora così. Questo modo di fare politica, tutto basato su vuote parole d'ordine, su colpevolismi gratuiti, sul ribaltamento di fatti e verità, è fallito prim'ancora di riuscire a dispiegare tutti i suoi devastanti effetti collaterali. Sono tornate a circolare teorie e settarismi, in questi anni, totalmente fuori tempo massimo. Basterebbe citare la campagna 'No Vax', tanto per fare un esempio, la quale ha ottenuto esattamente l'effetto opposto: oggi, il mondo intero è alla ricerca di un vaccino contro il Covid 19 e tutti i governi del pianeta sono disposti a 'sborsare' miliardi di dollari per accaparrarselo. Hanno parlato tutti troppo. Troppo e, spesso, a sproposito. Donald Trump sta ormai rappresentando il perfetto 'prototipo' del politico incompetente: un ottimo risultato, cari amici 'amerikani', non c'è che dire. E cosa dovremmo pensare, invece, in merito ai tanti 'complottismi' tesi sempre a individuare un unico 'capro espiatorio', anche per fenomeni estremamente complessi? Questo modo di fare politica, totalmente strumentale, fa schifo: ve lo scriviamo e ve lo sottolineiamo. Delle due, l'una: o si cambia registro, o si cambia registro. Punto. Non c'è alternativa alcuna. Il popolo sta cominciando ad accorgersi che bisogna cominciare a guardarsi proprio dai 'populismi'. E ciò sta avvenendo semplicemente, in quanto processo autonomo, osservando come si comportano certi esponenti nelle vicende caratterizzate da un alto grado di difficoltà. E' arrivata la lezione più importante: quella della competenza e della meritocrazia. Parole di cui si sono riempiti la bocca tutti per decenni senza fare alcunché e, anzi, costringendo i nostri giovani migliori a migrare all'estero per poter svolgere la professione scelta durante i propri anni di studio. Eppure, bastava aprire un manuale di Storia qualsiasi: ai tempi della 'peste nera', affidarsi alle preghiere, agli esoterismi e alle superstizioni non servì a nulla. Anzi, tra gli storici c'è addirittura chi sostiene che la 'svolta illuminista' sia cominciata proprio grazie alle ondate pestilenziali del XVII secolo, ponendole in correlazione diretta con la direzione che prese, in seguito, la Storia stessa. La ricerca e l'innovazione hanno bisogno di investimenti: basta con le politiche di sgravio fiscale alle aziende. Oltre a servire a ben poco sul fronte occupazionale, questo modo di concepire l'economia interviene sempre sul lato dell'offerta, generando un modello che precede la sua stessa domanda imponendole beni completamente superflui. Un capitalismo che impone la superficialità mina se stesso alla base. Ora, il presidente americano si è 'imbarcato' nella sua nuova impresa da Don Chisciotte de la Mancha: accusare la Cina di essersi fatta sfuggire il Covid 19 dal laboratorio di Wuhan. Peccato che quel laboratorio abbia cominciato a lavorare su quel virus solamente dopo che è iniziato il contagio. In pratica, si rischia di tornare alla 'guerra fredda' per un virus sfuggito da un laboratorio con le sue gambe, senza che nessuno si fosse neanche accorto della sua presenza. Anzi, era assente ingiustificato: in realtà, si era nascosto in bagno a fumare. Ricordiamo, inoltre, che proprio il presidente Trump è colui che ha ridotto del 20% gli investimenti nel campo della ricerca sulle malattie infettive e zootecniche. Sì, è vero: noi siamo molto critici con i sovranisti di 'casa nostra' e con un modo di fare politica basato su moralismi preconfezionati o posizioni assunte per partito preso. Ma una 'disgrazia' come Donald Trump, vivaddio, non ci è ancora capitata. E anche a chi continua ad affermare che l'avvento dei virologi e dello scientismo abbia generato una crisi economica spaventosa, rispondiamo rammentando loro come i mancati investimenti nei settori scientifici, sanitari, educativi e di istruzione siano la vera causa delle crisi economiche più profonde, soprattutto quando arrivano eventi come le pandemie, perché prevenire sarebbe assai meglio che curare. Lo si può comprendere questo concetto o è chiedere troppo? Siamo noi quelli che si allontanano dal codice 'binario' dell'italiano medio, del sovranismo agonizzante e degli economisti 'inventati'? Prima si tagliano le spese alla ricerca e si chiudono gli ospedali, poi ci si lamenta perchè il sistema sanitario finisce sotto stress: facce di bronzo! Siete solamente le stesse, identiche, facce di bronzo di sempre! Con politici del genere, alla Donald Trump, c'è il rischio che gli infermieri comincino a iniettare le intramuscolo in tutt'altra parte anatomica, per evidente ambiguità. Basta con questi politici ridicoli, totalmente inventati; basta con gli 'uomini della Provvidenza'; basta con le assurde richieste di 'pieni poteri'; e basta con il mito dell'uomo 'forte', che alla fine conduce sempre verso il disastro. Quando lo capiremo? Quando? Gli Usa stanno dimostrandosi il Paese più inadeguato sia nel combattere la pandemia da coronavirus, sia nell'effetture i test, sia nel garantire cure e assistenza medica. E i costi di tutto questo stanno 'schizzando' vertiginosamente. Con i provvedimenti presi nei primi 3 anni del proprio mandato, mister Trump ha condotto il sistema sanitario americano allo sfacelo. E il suo Paese adesso rischia di ritrovarsi con 40 milioni di persone alla fame. Gli Stati Uniti dovevano riconvertire il proprio sistema produttivo prima degli altri, per prepararsi alle emergenze ambientali, climatiche e sanitarie, perché solo le scelte politiche basate su criteri scientifici tutelano veramente il popolo. Altro che "America first"!




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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