Nei telegiornali, sui giornali e in Parlamento continua ad imperversare la polemica su quante volte
Silvio Berlusconi appaia in televisione a dispetto degli altri leader. Il centrosinistra ha tuonato che c’è una emergenza democratica per arginare l’abuso di visibilità del premier in televisione. Persino
Ciampi è dovuto tornare sull’argomento, con un appello a rispettare la legge sulla
par condicio. Ma agli italiani interessa veramente se Tizio o Caio sia apparso più o meno volte in televisione? Certo, c’è una legge sulla par condicio ed essa va rispettata. Ovvio. Ma non si può assistere ad un dibattito di questo tipo in una campagna elettorale! Il problema è un altro:
il rinnovamento della politica e della classe dirigente del Paese. La politica è sempre più
lontana dalla vita della gente. Ed appare, purtroppo,
sempre meno “utile” all’Italia. L’allarme lo si percepisce dai giovani e dalle loro proteste. Essi restano indifferenti alla passione di partecipare al governo del proprio Paese e della propria vita, perché sempre più convinti che la politica in Italia sia
“paternalistica”. E rimangono sconfortati dalla modesta qualità dei provvedimenti che si occupano dell’organizzazione e della disciplina della vita di tutti.
Il centrodestra legifera in senso
moralistico (cosa fa bene e cosa non fa bene!), basti pensare alla legge che obbliga l’uso del casco sui motorini, al divieto assoluto di fumo nei locali e nei mezzi pubblici (lasciando però che lo stato, in regime di monopolio, le venda), alla decisione di considerare lo 'spinello' nocivo al pari dell’eroina e della cocaina, alla legge che vieta la ricerca scientifica sull’embrione, per motivi di credo religioso. Il centrosinistra, per parte sua, invece di
rappresentare l’anti-paternalismo ed affrontare con serietà il tema della
laicità dello Stato, il che significherebbe proporre per tutti pari diritti e pari dignità (alti o bassi, biondi o neri, cattolici o protestanti, ecc.) si attarda a
mediare le diverse anime che lo compongono, dimostrando anch’esso un notevole “moralismo” ed una certa
incapacità a diventare una forza politica
di rinnovamento e di chiarezza per le nuove generazioni. Tutto ciò non può che essere un monito a tutti i leader in campo, soprattutto in questo delicato momento della formazione delle liste elettorali, con le quali si presentano al Paese le proprie migliori energie, la propria classe dirigente.
Svecchiare il parlamento non può essere solo uno slogan! Deve essere una priorità ed una concreta realtà! Dare fiducia ai giovani significa ridare fiducia alla politica.
Questa è la vera emergenza democratica.
Membro della Direzione Naizonale del Nuovo PSI