La politica italiana si è letteralmente riempita di
'personaggi' che, nella vita, avrebbero dovuto occuparsi di
tutt'altro. E tutti i Partiti, nessuno escluso, sembrano aver partecipato a una
'gara' nello scegliersi gli
esponenti peggiori in circolazione, per pura
superficialità. Si continua a ragionare su
criteri di massa, anziché di
competenza: più si
somiglia al popolo, si parla come il popolo o ci si
comporta come il
popolo e più si va avanti. Ci ritroviamo letteralmente inermi innanzi al trionfo del
basso profilo, a un punto tale di bassezza che persino l'evidente identità antidemocratica di
Giorgia Meloni sembra
'spiccare' rispetto alle altre. Pur di riuscire a riconoscere chi è veramente cresciuto in un Partito e ha avuto un minimo di
'scuola', ci tocca rivalutare formazioni come
Fratelli d'Italia, nel tentativo di salvare il salvabile. Nella
Lega di
Salvini ci sarebbero dei profili interessanti, come dimostrato dal Governatore del Veneto,
Luca Zaia, tanto per fare un nome. Eppure, è avanzato questo
gruppo 'salviniano', composto da
'casinisti' irresponsabili. Anche l'altra sera, ascoltando il dibattito a
'Piazzapulita', la trasmissione de
'La7' condotta da
Corrado Formigli, c'era chi insisteva sulla creazione di una
moneta 'parallela' da caricare sul conto delle aziende, per metterle nelle condizioni di investire rapidissimamente al fine di coprire, in qualche modo, il
'buco' bimestrale formatosi nei loro bilanci. Ciò senza riuscire minimamente a comprendere che quando s'immette
troppa moneta in circolazione, il
mercato risponde
rialzando i prezzi, generando
un'inflazione che si ripercuote sui ceti meno abbienti:
'roba' da primo anno di
Economia e Commercio. Il
mercato è come un
cavallo che corre a
briglie sciolte: lo abbiamo sottolineato più volte. Eppure, si continua a credere che le sue reazioni possano essere
automatiche, come quando si spinge un pulsante e si mette in moto un
trattore. Anche quando i soldi circolano, si crea
inflazione, proprio perché gli operatori sul
mercato vedono avvicinarsi la
curva della domanda di consumo a quella
dell'offerta. In un momento in cui tutti
comprano, o vorrebbero comprare, è chiaro che il
prezzo di un bene qualsiasi cominci a
salire. I prezzi salgono sia quando un bene è
scarso, sia quando esso è
richiesto, ovvero: possiede una
domanda. In buona sostanza, il
mercato è quella
'cosa' che, se non riesce a
'fregarti' da destra, ci prova
da sinistra. Ma tutto questo dimostra solamente il
dominio incontrollato di una
mentalità 'meccanicista', completamente
alienata. Tutti vorrebbero ottenere la prima cosa che viene loro in mente in quanto mero
'meccanismo', privo sia di anima, sia di sostanza. Una vera e propria
degradazione antropologica: tutti giudicano tutti. E si
'straparla' senza avere un minimo di
'contezza' in merito a quanto si afferma, piazzando continuamente delle
'bombe' alla base di quel poco che, per fortuna, ancora resiste o risulta semplicemente esistente. Non ci si rende minimamente conto di quel poco che si è. Si arriva a criticare una professionista come
Giovanna Botteri, una che alza il telefono e parla con le cancellerie di tutto il mondo, per la
scarsa cura della propria
immagine. Tutto ciò, nel bel mezzo di una
quarantena, in cui non puoi neanche farti un
taglio alla 'Kocis' o la
'scodella' dei domenicani. Qui da noi non si ha il coraggio di constatare quanto si è
'brutti' dentro, interiormente. Di quello che passa ogni giorno sui
social è persino inutile parlarne: ho dovuto spendere miliardi di parole e migliaia di commenti per far capire alla gente che
anche un premio Nobel può sbagliare, che ragionare in base ai
'titoli' è puro
formalismo, basato su un'accezione della cultura in quanto mero
'bagaglio'. La verità è che tutti stanno percependo come il terreno delle proprie
certezze improvvisamente stia venendo a mancare. Di colpo appare evidente come metodi, atteggiamenti e sicurezze che solo fino a ieri si credevano
immutabili stanno lasciando unicamente la loro
'puzza di zolfo', che altro non è che il
'fumo del diavolo'. In una società spettacolarizzata, tutta basata sulla
mera apparenza, si è portati persino a definire il
giornalismo una semplice
"attività mediatica". Ogni singola trasmissione televisiva o radiofonica pretende un
lavoro 'dietro le quinte', in cui nulla viene lasciato al caso. Invece, per i più, uno prende, esce di casa, si reca alla
radio o alla
tv e
va 'in scena' come se fosse una vuota rappresentazione priva di sostanza, senza alcuna visione coerente o integrale. Una
superficialità 'bislacca', da persone che, grazie al
benessere del passato, non hanno mai affrontato il benché minimo
problema. Persino le
spie del
mondo anglosassone, in passato glorificate dall'astuto
Ian Fleming - che era egli stesso una spia del controspionaggio britannico - si lasciano andare a ipotesi totalmente
'fumose' sulla
Cina senza essere mai entrati, neanche per sbaglio, in un
laboratorio di ricerca. Si apre la bocca e le si dà fiato. Un nostro buon articolo di approfondimento, pubblicato proprio in questo numero di
'Laici.it' a firma
Valentina Spagnolo, chiarisce bene quali siano state le
colpe della Cina di fronte ai
primi casi di coronavirus: un'ottusità autoritaria, una profonda
incertezza, un
dileggio della
professionalità spaventoso. Sono questi i
veri mali da combattere. In
Cina, come in tutti gli altri Paesi del mondo.
Errori di sottovalutazione commessi persino da
Donald Trump, che adesso si erge a giudice incontrastato degli sbagli altrui. In un modo o in un altro, in un momento anziché un altro, in una fase anziché un'altra, in questa
pandemia planetaria tutti quanti abbiamo
sbagliato qualcosa, ma ci si rifiuta ottusamente di andare a vedere dove e in che cosa. E
si giudicano sempre gli altri, rifiutando ogni
principio di responsabilità individuale. Perché siamo tutti
'figli di Caino': questa è la verità. Quando
Dio chiese all'empio fratricida
"dov'è tuo fratello?", costui ebbe il coraggio di rispondere:
"Sono forse io il custode di mio fratello"? Siamo tutti
figli suoi, del
primogenito che, prima della nascita di
Abele, non solo era
l'unico figlio di Eva, ma era addirittura
l'unico figlio al mondo. Eppure, non si riesce a far comprendere tutto questo, a convincere la gente che deve
rinunciare al proprio narcisismo, il quale da decenni, ormai, sta generando danni incalcolabili, assai più gravi del
Covid 19. Una società letteralmente allo
'sfascio', che non possiede alcuna speranza, né volontà di riscatto o
redenzione. E a trarre una simile conclusione non è un
mistico o un
religioso, bensì il direttore responsabile di
'Laici.it', cioè di una
testata anticlericale. Dobbiamo insegnare noi a tutti quanti gli altri cosa siano
fede, etica e
convinzione, in una gigantesca partita a
'Mercante in fiera'; dobbiamo essere noi a ricordare alla gente che persino
Roma ha avuto un
imperatore libico, dunque
di colore, come
Settimio Severo; dobbiamo essere noi a far notare che,
nell'Otello di
William Shakespeare, l'uomo più ricco e potente del
Mediterraneo viene definito:
"Il 'moro' di Venezia". Noi non abbiamo alcuna
nostalgia nei confronti
dell'origine, del
paradiso terrestre o della
'cosa' che ha dato il via a tutto il genere umano, perché abbiamo sempre saputo che una convinzione del genere dev'essere contrastata dalla
ragione, dallo
spirito critico. E adesso
tutti criticano tutti, senza voler comprendere che ci sono
fatti, nel mondo, che
accadono per conto proprio, di cui non è realmente colpevole nessuno. Erano tutti dei
'fortunati', anzi dei
'miracolati', prima del
Covid 19 e neanche lo sapevano. Li incontravi per strada, per andare a mangiare una
pizza e ti chiedevano di quale
segno zodiacale tu fossi. E tu, anziché
tirare loro un 'ceffone', finalizzato a risvegliarli dal proprio torpore, per
amore di conversazione rispondevi che eri della
'bilancia'. E poi giù con una sequela di
schematismi, che potevano andar bene per
chiunque, in un determinato momento della sua vita. Un
luogo comune dietro l'altro:
un'intera coltre di persone a loro volta sepolte
nell'esoterismo e dalla
superstizione. Tutta
gente poco seria, severissima nel giudicare il
prossimo, ma estremamente
indulgente nei confronti di
se stessa.