Serena Di GiovanniHa preso il via, lo scorso 2 maggio, la XXVI edizione del 'Maggio dei Monumenti 2020', intitolata quest'anno: 'Giordano Bruno 20/20: la visione oltre le catastrofi', organizzata dall'assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Un'edizione partita con il doveroso e sentito omaggio al filosofo Aldo Masullo, 'bruniano', cittadino onorario della città, recentemente scomparso. La manifestazione proseguirà fino allla fine del mese sui canali social dell'assessorato, con tanti contributi artistici ospitati, senza pubblico, nei luoghi d'arte della città. Al filosofo Aldo Masullo è stata dedicata la giornata inaugurale della manifestazione, con interventi in video del ministro dell'Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, dell'assessore alla Cultura e al Turismo, Eleonora de Majo e di Nuccio Ordine, ordinario di Letteratura italiana all'Università della Calabria, intervenuto in diretta con una 'lectio' dal titolo: 'La filosofia come maniera di vivere: Masullo'. La giornata inaugurale si è chiusa con il contributo dello scrittore Guido Del Giudice. "Ricordiamo Aldo Masullo, scomparso negli ultimi giorni", ha dichiarato il ministro dell'Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, "una grandissima perdita per Napoli, per la Campania, per l'Italia e per il mondo. Grande intellettuale e grande filosofo, egli ha dato tantissimo alle sue comunità, con grande competenza, capacità di comunicazione e saggezza. Per me", ha aggiunto il ministro, "è particolarmente doloroso ricordare Aldo, a cui mi legano rapporti antichi, di amicizia, di frequentazione. Con lui scambiavamo idee, suggerimenti, proposte per il futuro. Io penso che quando si ricorda un grandissimo personaggio come Aldo Masullo, dobbiamo farlo pensando al futuro, pensando a quella che è la sua eredità, al messaggio che ci ha lasciato, per esserne testimoni, per essere capaci di portare questo messaggio avanti nel tempo. Innanzitutto", ha proseguito Gaetano Manfredi, "Aldo era un uomo libero, che aveva nei valori della libertà e dell'indipendenza una cifra fondamentale. Lo è sempre stato, anche quando ha avuto ruoli politici, sia in parlamento, che nelle altre istituzioni. E viveva questa sua libertà come una condizione non negoziabile. Quando l'ho sentito l'ultima volta, poco dopo Pasqua", ha inoltre raccontato il ministro, "lui soffriva moltissimo di questo 'lockdown'. Alla mia domanda sulle sue condizioni di salute, che in fondo gli impedivano di uscire, lui mi ha detto: 'Una cosa è decidere di non uscire, una cosa è non poterlo fare'. Questo è un messaggio molto forte sul tema della libertà, della possibilità di scegliere. Credo che il valore dell'indipendenza di pensiero che Aldo ha sempre portato con sé, rappresenti, per noi, una testimonianza fondamentale. Un altro aspetto che volevo ricordare in questa occasione è la capacità di Aldo di parlare sempre in positivo. In un mondo che è fatto di divisioni, di contrasti, di scontri spesso inutili, Aldo era uomo di confronto, di dibattito, anche aspro, ma sempre in positivo, per costruire. Noi, adesso, stiamo venendo fuori da questa terribile pandemia", ha sottolineato Manfredi, "e abbiamo la necessità di ricostruire il Paese, di ricostruire il mondo, partendo da valori che sono anche valori antichi, ma vanno coniugati in maniera moderna: maggior rispetto della natura, degli altri, del bene comune; maggiore senso di comunità. Lo dobbiamo fare discutendo, confrontandoci, pensando che dobbiamo costruire qualcosa. La polemica distruttiva non serve a nulla: non aiuta a crescere e non aiuta, soprattutto, i più deboli. Infine - e concludo con questa mia ultima considerazione - voglio ricordare in Aldo la sua grande capacità di parlare con tutti. Era un grandissimo intellettuale, un grande ricercatore, un grande filoso. Il suo pensiero era un pensiero profondo, lungo, ma aveva una capacità di comunicazione che arrivava a tutti. Aperta, non autoreferenziale, capace di attraversare le generazioni e anche mondi meno attrezzati dal punto di vista culturale. Una grandissima azione. Un'azione fondamentale: guardare alla diffusione della cultura e delle competenze come straordinario strumento di democrazia. Aldo Masullo è stato tutto questo: un grande intellettuale, un uomo libero, un uomo di costruzione, un uomo del popolo. E lo voglio ricordare", ha concluso il ministro, "pensando che i suoi valori possano, oggi, essere patrimonio collettivo ed essere portati avanti dalla testimonianza quotidiana di ognuno di noi. Non abbiamo voluto rinunciare", ha detto il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, "al 'Maggio dei Monumenti', perché è parte della storia di Napoli, anche se non è il maggio con il centro storico affollato e la gente nei musei. Inoltre, abbiamo deciso di dedicare l'edizione di quest'anno a Giordano Bruno, per il suo libero pensiero. E abbiamo deciso di aprire con un omaggio ad Aldo Masullo, grande filosofo, con una profonda umanità e un grandissimo spessore etico: un 'faro' non solo della nostra città e non solo nella nostra città, ma anche oltre i confini della nostra città. Ho sempre apprezzato, di Aldo Masullo, il pensiero critico", ha commentato De Magistris, "la profondità di analisi, il saper guardare lontano e l'interpretare la cultura napoletana popolare. Popolare significa profonda, nelle sue radici, nell'anima, nel corpo e nel cuore. Il giorno che gli conferimmo la cittadinanza onoraria, egli fece un passaggio straordinario su Pulcinella e su Napoli. Grandissimo conoscitore delle tradizioni della nostra città, con il suo pensiero ha illuminato ed è stato guida per tante generazioni e, anche, da ultimo, per tanti giovani. Ricordare di questi tempi Giordano Bruno e Aldo Masullo", ha concluso il sindaco della metropoli partenopea, "significa non dimenticare mai che solo con la cultura, con il pensiero libero, con la critica, con l'umanità e con un profondo senso etico si può trovare la strada e provare a ripercorrere le strade di un tempo e a tracciare strade nuove. La settimana scorsa", ha proseguito l'assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Eleonora De Majo, "ci ha lasciato il professore Aldo Masullo: un gigante del pensiero contemporaneo e un orgoglio della nostra città. Il professor Masullo avrebbe sicuramente meritato un saluto collettivo, un abbraccio virtuale di quella Napoli che tanto ha amato e per cui ha militato, che tante volte ha difeso e, tante altre, ha redarguito. Purtroppo, non ci è permesso", ha sottolineato la De Majo, "poiché le misure anti-contagio vietano qualunque forma di celebrazione, laica o religiosa. Per questo motivo, abbiamo deciso di salutarlo, dedicandogli questa mattinata di inaugurazione del 'Maggio dei Monumenti 2020' intitolato al filosofo Giordano Bruno, che Aldo Masullo tanto amava. Masullo era innegabilmente un 'bruniano', come lui stesso amava definirsi, intendendo con questa definizione la capacità di leggere il pensiero dell'autore senza lasciarsi affascinare da alcuna forma di ortodossia, ma anzi muovendosi abilmente tra le sue contraddizioni senza alcun condizionamento. D'altra parte", ha aggiunto, "il professor Masullo era un grande nemico del pensiero assoluto e cercava, all'interno di ogni filosofo o di ogni sapiente che studiava, l'essenza del pensiero. Questa è una sua caratteristica, che ritroviamo sempre in tutta la sua produzione filosofica, in tutte le sue lezioni, in tutti i suoi momenti pubblici: la ricerca dell'essenza. Il suo rapporto con Giordano Bruno è un rapporto che guarda esattamente a questa ricerca. A raccontare, innanzitutto, la storia del filoso non solo come pensatore del suo tempo. Anzi, Aldo Masullo", ha inoltre ricodato l'assessore, "sottolineava sempre, ogni volta che ne aveva l'occasione, l'inadeguatezza del Bruno intellettuale, di questa figura incredibile, che aveva girato tutta l'Europa. In qualche modo, una figura moderna, anche da questo punto di vista. Sottolineava sempre la profonda difficoltà che Giordano Bruno aveva all'interno del suo tempo, il 500: un tempo che Bruno raccontava come 'ferocissimo' e, soprattutto, come un tempo attraversato da una feroce intolleranza, che porterà anche lui stesso a essere condannato a morte. Aldo Masullo", ha aggiunto, "ogni volta che incrociava la figura di Giordano Bruno faceva un'operazione incredibile, la stessa che in qualche modo ci piacerebbe poter replicare, a modo nostro, durante questo 'Maggio dei Monumenti': riuscire a far emergere la straordinaria attualità del pensiero senza artifici, senza alcuna forzatura. Il Giordano Bruno di Aldo Masullo è una sorta di materia duttile, che si adatta al presente e ci aiuta a interpretarlo: una sorta di ideale 'cassetta degli attrezzi' con cui ci piacerebbe, nelle prossime settimane, riuscire ad aprire delle porte, a scoprire infiniti mondi e soprattutto", ha concluso la De Majo, "a interpretare il futuro". La giornata inaugurale della manifestazione ha poi visto l'intervendo del professor Nuccio Ordine, ordinario di Letteratura italiana presso l'Università della Calabria: "Ho accettato con grande piacere l'invito dell'assessore de Majo a ricordare Aldo Masullo", ha dichiarato il docente universitario, "un grande studioso e un carissimo amico. E mi piace che questo ricordo sia legato a un altro grande filoso come Giordano Bruno, che non solo ha marcato la mia vita personale, ma anche quella di Aldo Masullo. Infatti, nel suo ultimo libro, egli raccogli quattro saggi dedicati a Bruno, con il titolo: 'Giordano Bruno: maestro di anarchia', pubblicato nel 2016. Proprio nella prefazione, Masullo ricorda il suo amore per Nola, gli anni della giovinezza trascorsi a Nola e l'amore per Giordano Bruno, che lui definisce 'un compagno di viaggio', che sin da giovane lo ha accompagnato un po' per tutto la vita. La prima cosa che mi viene in mente", ha proseguito lo studioso, "è il tratto in comune che ritrovo tra il grande Bruno e il grande Masullo: l'idea della filosofia come maniera di vivere. La filosofia non viene considerata da Bruno come uno sterile esercizio fine a se stesso. Per Bruno la ricerca della verità, lo studio filosofico, la comprensione della natura e del mondo devono creare dentro di noi delle metamorfosi, per cui noi non siamo più quelli di prima. Bruno lo spiega con chiarezza, lanciando anche una serie di avvertimenti ai giovani e ai lettori, soprattutto quando parla del 'come correre'. Bruno dice: 'Nella corsa che noi facciamo verso la conoscenza, l'importante non è arrivare primi, ma correre con dignità'. Spesso, infatti, si arriva primi anche imbrogliando, 'dopandosi'. Bruno lo dice perché", ha spiegato Nuccio Ordine, "quando noi affrontiamo un problema, se le nostre idee non si traducono in una maniera di comportarci nella realtà, se non si traducono in una maniera di intervenire, allora quelle nostre idee non valgono nulla. Così Bruno mette il dito su uno dei grandi mali anche del nostro tempo, in campo politico, in campo culturalee nei campi più diversi: tra le cose che predichiamo con le parole e i nostri comportamenti nella vita reale c'è una 'scissione' terribile. Ebbene, Bruno dice che la filosofia deve essere una maniera di vivere: devo vivere coerentemente con le cose che si pensano e le cose, soprattutto, in cui si crede. Questo è un punto in comune con Aldo", ha concluso il professore, "per lui l'esercizio della filosofia è stato sempre un esercizio inconcepibile se non collegato alla passione civile. Lui ha sempre tradotto la sua visione del mondo in un intervento nella realtà, perché la filosofia dev'essere uno strumento per cambiare il mondo, per eliminare le ingiustizie, per fare una serie di interventi che diano dignità al nostro pensiero e al nostro lavoro". Secondo lo scrittore Guido Del Giudice, autore di 'Io dirò la verità' (Di Renzo Editore), una sorta di intervista ideale al filosofo campano del XVI secolo, "non è facile esprimere in un breve messaggio la riconoscenza per l'eredità morale e culturale di Aldo Masullo. Ho avuto la fortuna di ascoltare in più occasioni le sue ispirate conferenze su Giordano Bruno, ma il mio ricordo è legato, in particolare, alla presentazione che volle dedicare a 'Io dirò la verità', un mio libro nel quale immaginavo un'intervista con Giordano Bruno nelle carceri dell'inquisizione. Durante la presentazione", ha raccontato lo scrittore, "Masullo richiamò la distinzione che avevo fatto tra 'brunisti' (coloro che si occupano di Giordano Bruno esclusivamente per motivi di studio), 'giordanisti' (i sostenitori 'militantip del filosofo) e i 'bruniani' (cioè coloro che non sono né 'giordanisti' fanatici, né 'brunisti' professionali). Ebbene", ha rammentato Del Giudice, "il professor Masullo concluse: 'Io confesso, pubblicamente, di essere un 'bruniano'..'. Ed essere 'bruniani' significa", ha spiegato lo scrittore, "condividere intimamente i principi ispiratori di un pensatore che era veramente un filosofo, perché non si limitava a fantasticare, a contemplare le stelle, ma viveva attivamente le vicende civili e politiche del suo tempo. La cosa che più mi impressionava di Aldo Masullo", ha aggiunto Del Giudice, "è che, a differenza di gran parte degli accademici che si ritengono depositari di una sorta di diritto di prelazione sugli studiosi 'laici', lui era aperto alla discussione su tutti. Pur essendo consapevole dell'enorme carisma che esercitava sull'uditorio, non gli ho mai sentito proferire una parola che denotasse superbia intellettuale. Tolleranza, quindi", ha concluso lo scrittore, "impegno civile e, naturalmente, libertà di pensiero".


Lascia il tuo commento

Nessun commento presente in archivio