Dal
25 marzo scorso, lo sconto massimo sui libri sarà del
5%. Questo é l'effetto dell'entrata in vigore del
Ddl S. 1421, che contiene le
'Disposizioni per la promozione e il sostegno della lettura', approvato all'unanimità in
Senato lo scorso febbraio, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale n. 63 del
10 marzo 2020 ed entrato ufficialmente in vigore, per l'appunto, il
25 marzo. Secondo la legge, il tetto massimo degli sconti passa dal
15% al
5% per tutti i libri, tranne per quelli scolastici, la cui soglia massima viene confermata al
15%. Inoltre, il decreto legge prevede: un incremento del
'tax credit' alle librerie di
3 milioni 250 mila euro, una
'Card cultura' da
100 euro per l'acquisto di libri per le famiglie più disagiate, l'istituzione della
'Capitale italiana del libro', che verrà scelta ogni anno dal
Consiglio dei ministri sulla base dei progetti delle città che si candideranno e che riceverà un finanziamento di
500 mila euro per la realizzazione di progetti. Viene previsto un piano nazionale d'azione per la promozione della lettura, adottato dal
ministero per i Beni culturali e il Turismo, finanziato con
4 milioni 350 mila euro all'anno e predisposto, coordinato e attuato dal
'Centro per il libro e la lettura'. Infine, sono previsti
'patti locali' per la lettura e per le biblioteche scolastiche e un fondo di
un milione di euro per formare il personale. Nasce, infine,
l'Albo delle 'Librerie di qualità', istituito dal
Mibact. L'iscrizione
all'Albo attribuisce al punto vendita - e non all'impresa commerciale - il diritto di utilizzo per tre anni del marchio
'Librerie di qualità'. Il diritto è rinnovabile per
tre anni mediante domanda, previa verifica della permanenza dei requisiti per l'iscrizione all'elenco nazionale.
All'Albo possono essere iscritte, mediante domanda, le librerie che esercitano in modo prevalente l'attività di
vendita al dettaglio di libri in locali accessibili al pubblico e che assicurino un
servizio innovativo, caratterizzato da continuità, diversificazione dell'offerta e realizzazione di iniziative di promozione culturale nel territorio. Vista l'attuale
emergenza-coronavirus, dopo aver chiesto inutilmente un rinvio dell'entrata in vigore e
"misure di compensazione", resta in silenzio
l'Associazione italiana editori. L'associazione aveva espresso la sua contrarietà in una lettera firmata dagli editori aderenti
all'Aie "preoccupati per l'impatto che la riduzione degli sconti potrebbe avere sui lettori", pur condividendo
"senza riserve", gli obiettivi della legge.
"Ci auguriamo", auspica
Paolo Ambrosini, presidente
dell'Associazione librai italiani aderente a
Confcommercio, "che passata l'emergenza sanitaria vi sia, da parte del governo, un intervento senza precedenti a sostegno delle nostre aziende, che la legge entrata in vigore oggi riconosce come parte importante della promozione del libro e della lettura". E
Marco Zapparoli, presidente dell'associazione degli
Editori indipendenti, afferma:
"Dopo questa svolta, è necessario che tutto il comparto - e questo è un appello anche alle altre tre associazioni - cooperi congiuntamente per promuovere libro e lettura, ottenendo dal Governo i doverosi e necessari aiuti per evitare il peggio. Entra in vigore una legge importante", sottolinea
Zapparoli, "che contribuisce alla promozione di libro e lettura anche attraverso il contrasto di pratiche limitative della concorrenza, tutelando il pluralismo dell'offerta editorialep, secondo quanto recita l'art. 8 in apertura. Il tetto allo sconto del 5%", aggiunge,
"l'interdizione di 'buoni omaggio' emessi con sempre maggior frequenza dai grandi operatori e la regolamentazione delle campagne promozionali sono decisivi per riequilibrare un mercato destinato a una devastante spirale monopolistica", conclude il presidente di
Adei. "Un risultato importante, al quale abbiamo lavorato molto", gli fa eco
Ambrosini, "che rischia però", sottolinea il presidente di
Ali Confcommercio "di essere vanificato nei suoi effetti per il blocco delle nostre attività e che da una prima stima produrrà più di 47 milioni di mancati incassi nel solo primo mese e che, visto il perdurare del blocco delle attività commerciali fino al 3 aprile, peggiorerà ancora". La nuova norma viene considerata dal ministro,
Dario Franceschini "un importante passo avanti per il sostegno all'editoria" e
Cristina Giussani, presidente del
Sil (il Sindacato italiano librai Confesercenti,
ndr) afferma che
"il nostro Paese si allinea ai migliori standard europei", spiegando che il decreto
"è fondamentale per la sopravvivenza delle piccole e medie librerie". Secondo un'analisi del mercato del libro in
Italia, realizzata dall'ufficio studi
dell'Associazione italiana editori (Aie) in collaborazione con
Nielsen e illustrata dal presidente
Ricardo Franco Levi lo scorso
31 gennaio a
Venezia, durante la giornata conclusiva del
XXXVII Seminario di perfezionamento della Scuola per librai
'Umberto ed Elisabetta Mauri', l'editoria italiana, nel
2019, risulta rafforzata: è cresciuto il fatturato
(+4,9%) e, per la prima volta dal
2010, le copie vendute
(+3,4%) nei canali trade, ovvero le librerie, grande distribuzione organizzata e
store on line, hanno ottenuto un incremento. Il settore era tornato a un giro d'affari superiore a quello del
2011 (
1,493 miliardi, e-book compresi, contro
1,432), ma soffre anche per gli effetti della
'pirateria', che sottrae
247 milioni di euro di vendite nelle librerie ogni anno. I risultati del
2019 saranno compromessi
dall'emergenza-coronavirus: 18 mila e 600 titoli pubblicati in meno in un anno,
39,3 milioni di copie che non saranno stampate,
2 mila e 500 titoli che non saranno tradotti. Sono solo le prime evidenze
dell'Osservatorio dell'Associazione italiana editori sull'impatto che l'emergenza
Covid-19 avrà in prospettiva sull'intera editoria italiana. Dall'inizio della crisi sanitaria,
Aie ha avviato, infatti, questo
'Osservatorio' a cadenza settimanale: al
20 marzo scorso, il
61% degli editori ha già fatto ricorso alla cassa integrazione o la sta programmando.
L'Osservatorio, inoltre, rileva che già al
20 marzo gli editori hanno pesantemente rivisto i piani editoriali per l'anno in corso, riducendo del
25% le novità in uscita. E
l'88% di loro esprime grande preoccupazione per la sorte delle sue attività.