Roberto LabateNon sappiamo che traccia lascerà il Coronavirus/Covid 19 nei prossimi anni. Né se ne lascerà qualcuna. Già in passato abbiamo assistito al presentarsi di malattie nuove, improbabili o non conosciute. E di esse, oggi, ricordiamo si e no il nome e gli effetti. Una cosa impossibile da non notare nel 2020, mentre assistiamo al diffondersi - soprattutto mediatico - di questa patologia, è che non si capisce con che logica, se ce ne fosse una, riesce a fare così danni, a portare una tal preoccupazione nei media e nelle menti delle persone. Un virus nuovo: è questa, probabilmente, la cosa realmente spaventosa. Cioè il fatto che non si conosca, che non si sa bene come affrontarla. Gli scienziati e ricercatori più qualificati del mondo sono al lavoro. Già ora trapela la notizia che si siano individuate delle cure efficaci, almeno in alcuni casi. Si cerca un vaccino che, fra qualche mese, sarà probabilmente trovato e disponibile, dopo le opportune sperimentazioni. Quel che si sa è che il tasso di mortalità fra i contagiati è del 2-5%: non di più. Più o meno lo stesso di qualsiasi influenza che si verifica ogni anno. Ci sono stati periodi storici in cui la mortalità per un'epidemia di influenza è stata molto maggiore. Qualche medico e infettivologo ricordava il 2009, quando la mortalità per influenza è stata addirittura del 17%. Dove sarebbe, quindi, l'emergenza? Anche nella remota, remotissima, ipotesi che si venga contagiati, le possibilità di morire sono alquanto ridotte. Ci sono molte più possibilità di morire di cancro, o per un incidente automobilistico, o per qualsiasi altra causa, anche la più strana e cervellotica. E si badi bene: non stiamo affermando che le autorità che stanno predisponendo le cosiddette 'zone rosse' attorno ai comuni della Lombardia e del Veneto, dove si sono verificati dei casi, stiano sbagliando. Fanno benissimo e vanno prese tutte le precauzioni del caso, ovviamente. Ma è la fobia che queste notizie generano, riprodotte all'infinito sui media, a generare la malattia vera e propria: il panico. Ovvero, una paura immotivata e irrazionale della malattia. Ogni giorno, si assiste a uno stillicidio di notizie, che riprendono le 'caccie all'untore' che si praticavano nel Medioevo con altri mezzi. In mezzo a questo pullulare di notizie, spesso completamente inutili, se ne può cogliere anche qualcuna gustosa: dalla Romania hanno bloccato i voli provenienti da Lombardia e Piemonte. Per una volta - e non sarebbe neppure la prima per la Storia italiana - gli zingari e gli indesiderati siamo noi.


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