Questo numero di
'Periodico italiano magazine' è dedicato agli
alieni e alle varie
teorie 'complottiste' a essi legate. Un pretesto, in realtà, per riflettere sulle conseguenze sociali delle trasformazioni tecnologiche avvenute in questi primi decenni del
Terzo millennio. La decisione di trattare un argomento del genere deriva da una
convinzione 'estetica' ben precisa: dopo l'attacco al
World Trade Center dell'11 settembre 2001, tutto sembra divenuto plausibile, anche un possibile
'sbarco' degli extraterrestri sul nostro pianeta o l'avvento di una
dittatura di robot con sembianze umane. Temi che, per lungo tempo, risultavano divisi tra due diverse
'scuole di pensiero': quella strettamente
'ufologica' e quella legata al materialismo storico di
Isaac Asimov, il quale faceva discendere dal concetto
'marxista' di
'alienazione' della
società 'meccanicista' una profezia - alquanto pessimista, a dire il vero - che prefigurava un
violentissimo conflitto tra
l'uomo e le
macchine. La nostra società risulta, in effetti, sempre più assoggettata all'informatica: un ulteriore
'segnale' che ci porta a sospettare che quanto fino a ieri veniva considerato poco credibile potrebbe, un giorno, sorprendentemente accadere. Compresi gli
sconvolgimenti climatici della natura e dell'ambiente, i quali hanno dato vita, a loro volta, a una
terza 'scuola' di pensiero: quella
'catastrofista'. Ora, dato che esistono questi
tre 'filoni' ben distinti tra loro, essi vanno affrontati uno per volta: il primo, quello
ufologico, pretende un approccio freddo, razionale e puntuale nel verificare e soppesare prove e testimonianze relative ai vari
avvistamenti o
incontri 'ravvicinati'; il secondo, quello che ci avverte in merito ai rischi derivanti dalla
'rivoluzione cibernetica' che già si annuncia per i prossimi anni, costringe a rivalutare
l'innocenza e
l'immaginazione quali antidoti alla corruzione e alla violenza, poiché saggezza e raziocinio rischiano di soccombere di fronte alla
follia 'complottista' e alla diffusione di nuove
psicosi di massa (come avvenuto di recente, in
Italia, con la questione dei
vaccini...); nel terzo caso, riteniamo corretto avvertire l'opinione pubblica in merito a un processo di estremizzazione dei
fenomeni climatici i quali, in molti casi, hanno ribaltato quel
'dominio illuminista' della ragione sulla natura che, per lungo tempo, abbiamo dato per scontato. Ebbene, proprio in questo preciso punto dell'analisi, si giunge a un nuovo
'incrocio di sintesi' tra le tre diverse
'antitesi' che abbiamo fin qui
'tratteggiato': quello relativo a una riscoperta delle
esigenze 'spirituali' dell'essere umano. Se, infatti, l'umanità non riuscirà a elevarsi verso un fine più alto rispetto al suo attuale ripiegamento in direzione di un
'gretto pragmatismo' totalmente
dissociato dalla Storia, essa è destinata
all'autodistruzione e
all'estinzione. Una diagnosi che ci obbliga ad affidarci alla
scienza non in senso esclusivamente
'tecnico', bensì anche in una chiave
'umanista', lasciando un
margine di 'sfogo' a quelle
sensibilità 'fantastiche', o
'fantascientifiche', che non solo hanno saputo suggerire, in passato, molte delle
tecnologie che noi tutti, oggi, utilizziamo, ma che quando vengono contrastate da un sano
scetticismo, possono condurci a una visione più equilibrata del futuro, aiutandoci a evitare ogni
appiattimento omologativo sia verso lo
'scientismo', sia in direzione di un
misticismo che declina, talvolta, nella
superstizione. E' questa, dunque, la conclusione che ci ha convinti a proporre tali argomenti: l'impressione di aver individuato un'interessante
'equazione estetica' tra
etica del successo ed
etica della convinzione, tra elogio
dell'intuizione e
spirito di sacrificio. In buona sostanza: tra
scienza e
fede.
PER LEGGERE LA NOSTRA RIVISTA CLICCARE QUI
(editoriale tratto dalla rivista 'Periodico italiano magazine' n. 53 - gennaio/febbraio 2020)