Vittorio LussanaAnche se la tornata amministrativa in Emilia Romagna e in Calabria è stata, sostanzialmente, rassicurante, l'Italia si conferma un paziente malato. La 'melina' del Partito democratico guidato da Nicola Zingaretti comincia a dare qualche risultato, dopo una serie di sconfitte a ripetizione. Tuttavia, si conferma la tendenza di un bel 'pezzo' del Paese a farsi del male da solo: uno 'strano masochismo', che proprio non riesce a ricondurlo a un minimo di lucidità. Un masochismo 'mascherato', tra l'altro, da severe complicazioni esibizioniste, soprattutto sui social e la rete web. Una sindrome 'pirandelliana', che scambia per individualismo liberale una deriva qualunquista 'spietata': una deviazione che andrebbe riassorbita da una rinnovata forza laica e moderata, che sappia mescolare cattolicesimo e liberalismo ricacciando il 'sovranismo' nelle sue posizioni di retroguardia. Un riequilibrio che riteniamo necessario per guardare, finalmente, al futuro in una logica di ordinata alternanza democratica, superando la pericolosa fase di 'scossoni' basati unicamente su distorsioni, forzature e 'fake news'. Un'operazione in cui tutti sono tenuti a contribuire, ristudiando ruoli e posizioni all'interno della coalizione conservatrice. Si conferma il dato di una 'sbandata sovranista' che non 'sfonda', pur riconoscendo ai movimenti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni alcuni meriti di mobilitazione e di ritorno alla partecipazione, che gli anni del 'renzismo' e dei suoi 'goal a porta vuota' sembravano aver mandato 'in soffitta'. Resta evidente, in ogni caso, una strana mentalità, assai diffusa nel Paese, che attende un miracolo 'provvidenzialista' anziché cercare di ricostruire un nuovo terreno di competizione regolamentata, come se molte cose potessero cambiare per conto loro. E' necessario un ritorno alla liberaldemocrazia, da noi auspicato non certo per resuscitare il 'berlusconismo', bensì per invitare gli amici del centrodestra a rielaborare una strategia in grado di dettare alcuni obiettivi seri e raggiungibili, abbandonando le astrazioni. Occorre uscire definitivamente dalle 'sabbie mobili'. E per far questo, sarà prezioso il contributo di tutti, al fine di cominciare ad affrontare con un afflato di solidarietà quelle problematiche ambientali, climatiche e territoriali che vedono il nostro territorio letteralmente martoriato da terremoti, bombe d'acqua e incendi estivi. Un terreno più pragmatico e 'post ideologico', dove si possano individuare nuovi valori condivisi. Forse, la 'febbre populista' è scesa di qualche grado. Tuttavia, è ancora troppo presto per affermare che il 'paziente-Italia' sia già convalescente o in via di guarigione.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)

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