Anche se la tornata amministrativa in
Emilia Romagna e in
Calabria è stata, sostanzialmente, rassicurante,
l'Italia si conferma un
paziente malato. La
'melina' del
Partito democratico guidato da
Nicola Zingaretti comincia a dare qualche risultato, dopo una serie di
sconfitte a ripetizione. Tuttavia, si conferma la tendenza di un bel
'pezzo' del
Paese a farsi del male da solo: uno
'strano masochismo', che proprio non riesce a ricondurlo a un minimo di lucidità. Un
masochismo 'mascherato', tra l'altro, da severe
complicazioni esibizioniste, soprattutto sui social e la rete web. Una
sindrome 'pirandelliana', che scambia per
individualismo liberale una
deriva qualunquista 'spietata': una
deviazione che andrebbe
riassorbita da una
rinnovata forza laica e moderata, che sappia mescolare
cattolicesimo e
liberalismo ricacciando il
'sovranismo' nelle sue posizioni di retroguardia. Un
riequilibrio che riteniamo necessario per guardare, finalmente,
al futuro in una logica di
ordinata alternanza democratica, superando la pericolosa fase di
'scossoni' basati unicamente su
distorsioni, forzature e
'fake news'. Un'operazione in cui tutti sono tenuti a contribuire, ristudiando
ruoli e
posizioni all'interno della
coalizione conservatrice. Si conferma il dato di una
'sbandata sovranista' che
non 'sfonda', pur riconoscendo ai movimenti di
Matteo Salvini e
Giorgia Meloni alcuni meriti di
mobilitazione e di
ritorno alla partecipazione, che gli anni del
'renzismo' e dei suoi
'goal a porta vuota' sembravano aver mandato
'in soffitta'. Resta evidente, in ogni caso, una
strana mentalità, assai diffusa nel Paese, che attende un
miracolo 'provvidenzialista' anziché cercare di ricostruire un nuovo terreno di
competizione regolamentata, come se molte cose potessero cambiare per conto loro. E' necessario un ritorno alla
liberaldemocrazia, da noi auspicato non certo per resuscitare il
'berlusconismo', bensì per invitare gli
amici del centrodestra a rielaborare una strategia in grado di dettare alcuni
obiettivi seri e
raggiungibili, abbandonando le
astrazioni. Occorre uscire definitivamente dalle
'sabbie mobili'. E per far questo, sarà prezioso il
contributo di tutti, al fine di cominciare ad affrontare con un
afflato di solidarietà quelle problematiche
ambientali, climatiche e
territoriali che vedono il nostro territorio letteralmente
martoriato da
terremoti, bombe d'acqua e
incendi estivi. Un terreno più
pragmatico e
'post ideologico', dove si possano individuare
nuovi valori condivisi. Forse, la
'febbre populista' è scesa di qualche
grado. Tuttavia, è ancora troppo presto per affermare che il
'paziente-Italia' sia già
convalescente o in via di
guarigione.