Se
Giuseppe Conte fosse un
emiliano-romagnolo - ed è pleonastico sottolineare che non lo è, poiché si nota - non voterebbe per il
centrodestra, che poi gli tocca mettersi contro
Zingaretti: meglio lasciarlo tranquillo a litigare con
Renzi, ché se c'è una cosa che la sinistra italiana sa fare molto bene e da sempre è quella di trovare il
'vero nemico'. Anche perché, in
Emilia Romagna non c'è un
centrodestra, ma una
destra sempre più
estrema; non c'è un
programma, bensì comunicati stampa da
'strilloni'; non c'è una
candidatura reale, al di là di un nome e cognome: c'è
Salvini. Dunque,
Giuseppe Conte avrebbe fatto meglio a dire che, se votasse in
Emilia Romagna, non voterebbe
Salvini. Ma non si può. Non si può, perché in questo Paese, nel quale le sfumature contano più dei
'colori-base', può sempre succedere che quelli che comandano - che non è
Conte, bensì
Grillo e
Casaleggio - decidano che si torna al governo con la
Lega e che il
Pd ritorni agli antichi e odiati fasti insieme a
Renzi - arrogante
'cialtrone' - con il quale non si può parlare. Perciò, vi auguriamo un
felice 2020 (non sono cattolico e non festeggio il
Natale, perché almeno la libertà di festeggiare o meno non me la toglie nessuno...) e vado a preparare una torta di mele (con le crostate: la mia specialità). Con sommo piacere.