Si è tenuto in queste sere, presso il
'Teatrocittà' di
Torrespaccata in
Roma, lo spettacolo:
'La sindrome del terzo panino' di e con
Gianluca Marinangeli. Si tratta di un monologo assai ben scritto, che appartiene degnamente al genere comico-brillante, lasciando intravedere le grandi potenzialità di
Marinangeli come commediografo e autore di testi estremamente raffinati. La rappresentazione è molto divertente, a tratti esilarante: l'artista marchigiano, infatti, per scelta autoriale non ha voluto far ricorso a forme di
comicità 'terra terra', puntando tutte le sue carte su
analogie, tormentoni e
giochi di parole decisamente ingegnosi e innovativi. Lo spettacolo è
autobiografico e narra anche aspetti tragici della vita di
Marinangeli, nato con un
ritardo di 21 giorni che stava quasi per ucciderlo prim'ancora di venire alla luce. In seguito, il ragazzino cresce circondato da limiti e paure, complessi e timidezze. Ma col passare degli anni, il giovane comprende di essersi rinchiuso in una sorta di
'bolla autoprotettiva', di esprimere una personalità estremamente comune, fin quasi a perdere la propria
identità. A un certo punto, gli viene diagnosticato un
tumore, nonostante una giovinezza fin troppo tranquilla, senza
vizi o
trasgressioni. Paradossalmente, la cattiva notizia rappresenta per lui una
'svolta': ogni
blocco psicologico, ogni
limite 'autoimposto' si scioglie di fronte alla questione di dover lottare contro una patologia così
maligna, che il ragazzo riesce a sconfiggere lasciando emergere, finalmente, la parte migliore di sé. Scampato per la seconda volta alla morte,
Marinangeli abbandona la sua scialba vita da
ragioniere in una ditta di scarpe e decide di fare quel che, in realtà, aveva sempre sognato:
l'attore. Il testo, lo ribadiamo, è a dir poco
splendido, poiché le capacità di scrittura di quest'autore sono
notevoli. Il pubblico rimane colpito e divertito per certe battute,
strutturalmente semplici, eppure
efficaci. Si ride e, al contempo, si riflette innanzi a una presa di coscienza
tragicomica della nostra esistenza, che va affrontata con coraggio pur con i suoi
'chiaroscuri' e le sue
difficoltà. Un invito a cogliere sempre il lato positivo della vita, perché ciascuno di noi è artefice del proprio destino e, dopo ogni tunnel, c'è sempre una luce.
Ironico.L'autoreGianluca Marinangeli consegue il diploma in 'Arti teatrali e dello spettacolo', per poi frequentare numerosi workshop in ambito teatrale e cinematografico, con artisti quali Massimiliano Bruno ed Edoardo Leo. Dal 2010 recita in teatro con diverse compagnie. Nel 2014 debutta al cinema con il lungometraggio 'I corsari', del quale è co-protagonista e produttore esecutivo. Nel 2015 è attore e direttore di produzione della serie web 'Il trittico', finalista in diversi festival nazionali. Ha recitato in numerosi cortometraggi, l'ultimo dei quali, intitolato 'È tutto cinema', è risultato finalista in diversi festival nazionali e vincitore al Festival Ragff di Venezia 2018. Da febbraio 2018 porta in scena il monologo 'L'Uomo del coniglio', scritto dalla drammaturga uruguaiana Ana Magnabosco e tradotto dalla regista, anch'essa uruguaiana, Monica Menosse Hutton. Ad aprile 2019 ha debuttato con lo spettacolo di teatro comico e visual comedy 'Twin Detectives', scritto con Piero Massimo Macchini che ne cura anche la regia. È autore e interprete del monologo 'La sindrome del terzo panino', del quale cura anche la regia.