In questi anni i Socialisti democratici italiani e, più in particolare, il Nuovo Psi, nelle rispettive coalizioni hanno svolto un ruolo di testimonianza che poco si addice a formazioni politiche ispirate alla tradizione politica più feconda del nostro Paese. Il progetto politico messo in campo dallo Sdi di Boselli, dai Radicali e dal Nuovo Psi di Bobo Craxi ha la forza e la ragione per essere l’elemento nuovo nello sclerotizzato panorama politico italiano. Oltre a riunire la famiglia socialista, questa operazione ha infatti il merito di coinvolgere quella forza, il partito dei Radicali italiani, che negli anni ha saputo costruire la politica più moderna e innovativa del Paese. Un incontro, dunque, tra due culture e tradizioni politiche diverse, ma che in passato hanno dimostrato di saper concorrere e vincere grandi battaglie di civiltà. La rosa nel pugno, logo dei socialisti in larga parte d’Europa, rappresenta un elemento simbolico capace di imporre quell’evoluzione in senso laico e riformista che alla sinistra italiana è storicamente mancata e rappresenta anche la grande occasione mancata di Gianni De Michelis, che dopo aver invocato in questi anni l’unità dei socialisti, ha perso il treno sonnecchiando alla stazione dell’unità contemplativa e tutta da esplorare.
Poteva essere fra i protagonisti di una forza potenzialmente capace di stravolgere il panorama politico italiano, ma ha preferito restare fermo e difendere posizioni di privilegio senza considerare l’opportunità storica che aveva di fronte. L’alternativa reale che De Michelis propone al progetto socialista e radicale è quella dell’inserimento del Garofano nella bandiera di Forza Italia, a coronamento di una visione personalistica, del partito e della politica, che gli ultimi anni passati nel centrodestra hanno cronicizzato, relegando il movimento socialista ad un ruolo subalterno che aveva poco a che vedere con la tanto sbandierata autonomia e identità. La Rosa nel pugno ha invece la forza di rilanciare il socialismo liberale, laico, riformista ed autonomista italiano, può rappresentare una prospettiva d’impegno politico per le nuove generazioni, ponendo fine alla battaglia di testimonianza per la memoria cui i socialisti rischiavano d’essere consegnati.
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