In
Cile, i militari stanno sparando sui cortei dei giovani manifestanti, sulla folla, sui civili. Stanno torturando senza controllo da sabato scorso. Il popolo denuncia casi allarmanti di
'desaparecidos'. E' stata ordinata la chiusura dei supermercati, per ridurre alla fame un popolo che avrebbe le risorse economiche per essere ricco, autonomo, economicamente indipendente. Una situazione programmata dal Governo cileno, per mettere in ginocchio la gente. E' proibito al comune cittadino esternare questi tragici eventi. E' stato anche imposto il
'silenzio-stampa' e le notizie circolano tramite altri mezzi di comunicazione. Secondo
Erika Guevara-Rosas, responsabile di
Amnesty International per
l'America Latina "il mondo sta osservando quello che accade in Cile. Nei prossimi giorni la nostra unità regionale di crisi sarà in Cile per documentare, insieme alla sezione cilena, le gravi violazioni dei diritti umani e i possibili crimini di diritto internazionale commessi dalle forze dello Stato". Il Governo cileno, per parte sua, ammette che sono morte
18 persone durante le manifestazioni, lo stato d'emergenza e il coprifuoco, mentre
l'Istituto nazionale dei diritti umani (Indh) segnala l'arresto di circa
2 mila 600 persone, 584 feriti e altre gravi violazioni dei diritti umani. Tutto è cominciato da una proposta di
aumento del
biglietto della metropolitana della capitale, già molto caro. Un disegno di legge che il Governo avrebbe sospeso. Ma è chiaro che anche in
Cile le diseguaglianze sociali si sono aperte come una
voragine. Alla faccia di chi, fino a poche settimane fa, parlava di
"miracolo cileno". Un miracolo solo
per pochi, come al solito.