L'avvento del
Movimento 5 Stelle nella politica italiana ha reso chiara ed evidente la crisi di rappresentatività della sinistra italiana: è inutile nascondere questa verità. E la sua affermazione si sta risolvendo in un
rimedio peggiore del male, poiché ha finito col promuovere immeritatamente esponenti e personaggi politici quanto mai
discutibili. In sostanza, il
M5S non è neanche un
movimento vero e proprio, ma una sorta di
ascensore sociale di riserva, che ha consentito ad alcuni di aggirare il problema
dell'immobilismo italiano senza risolverlo alla radice. In
Italia, chi parte da condizioni sociali o ambientali di
svantaggio non viene assolutamente posto nelle condizioni di
risalire la china. E tutta la carica innovativa che il
movimento 'grillino' avrebbe dovuto liberare attraverso progetti e idee, ha finito col trasformarsi in un
'pasticcio', la prova provata della
tesi 'pasoliniana' di un mondo del
marketing che riesce sempre ad attenuare le
punte critiche della società, inglobandole e facendole proprie. Ma una cosa è
comunicare e
informare, ben altra è
condizionare. Una funzione, quest'ultima, che appartiene al mondo del
'sinistrese' più vetusto, all'utilizzo delle parole come
'gusci vuoti', alla creazione di
slogan propagandistici di comoda
sintesi. Anche il parere espresso in questi giorni da
Luigi Di Maio, relativo alla sua pretesa di non voler rinnegare quanto fatto dal
governo 'gialloverde' negli ultimi
14 mesi, è un mero
imbroglio, oltreché un'autentica
'castroneria': l'esecutivo
'Conte 1' è stato il
peggior gabinetto di governo mai visto all'opera, il peggiore tra tutti quelli che
l'Italia abbia mai avuto nel corso della sua
Storia repubblicana. Un qualcosa per il quale
l'aspirante vicepremier del futuro
governo 'giallorosso', se mai nascerà, dovrebbe andare a
nascondersi. Il
Movimento 5 Stelle, all'inizio del suo percorso ha cercato di far proprie alcune tematiche di
sinistra 'antagonista', come il
'No-Tav' in
Val di Susa, il
'No-Tap' e altre istanze ambientaliste. Ma quando si è ritrovato al governo, si è accorto che tali battaglie o erano
sbagliate, come nel caso del
gasdotto pugliese, oppure erano già
perdute da tempo, come nel caso della
Torino-Lione. Oltre a ciò, esso tende a dipingere la figura di
Gianroberto Casaleggio come quella di un
'freak' di sinistra visionario e stravagante, mentre invece era un
uomo di destra, ammiratore della
Lega Nord di
Umberto Bossi, presentatosi anche in alcune consultazioni amministrative nelle liste di
Forza Italia con esiti disastrosi. E questa
'roba' che ha messo in piedi, utilizzando un comico di successo come
Beppe Grillo, ha sempre
fatto schifo proprio a chi proviene da storie familiari e culturali autenticamente e convintamente
di sinistra. Il
Movimento 5 Stelle ha sempre fatto
schifo e basta, poiché tra
unanimismo popolare rousseauiano ed
elitismo liberale esistono, nel mezzo, una marea di altre
tradizioni, culture e
'terze vie' che costoro, i
'grillini', neanche conoscono. Alla fine, il loro discorso è lo stesso, identico, di quello dell'attuale
Lega di
Matteo Salvini: la
politica non serve per
risolvere i problemi, ma a
utilizzarli per
intercettare voti. Insomma, questa gente non risolverà mai nulla. Osserviamo, tanto per chiarire ulterirmente il concetto, il loro
'reddito di cittadinanza', vergognosamente spacciato come leva di sostegno della
domanda di consumo, o addirittura in quanto
reddito universalistico che potrebbe, un giorno, liberare i cittadini dalla
schiavitù del lavoro. In realtà, esso non è nient'altro che un
sussidio di disoccupazione: uno
'strumento-tampone' che proviene dall'alveo
neo-liberista, niente affatto
'di sinistra'. Una reale
politica dei redditi dev'essere
'inclusiva'. Deve, cioè, cercare di
ampliare i
diritti democratici e le
possibilità professionali all'interno di un
progetto formativo di
specializzazione e di
riqualificazione del lavoro assai più ampio. Questa gente qui, in realtà, non sa neanche cosa significa, cosa vuol dire veramente
"essere di sinistra". Essi rappresentano una
generazione tradita dall'incapacità della
politica italiana, di
tutta la
politica italiana, di combattere le
disuguaglianze economiche e
sociali. In sostanza, la vera colpa ricade su tutti quanti noi, per il modo in cui si è cercato di fare politica sino a oggi, da
Forza Italia al
Movimento 5 Stelle, passando per il
Partito democratico sino ad approdare alle
stupidaggini del
sovranismo ideologizzato. Tesi e argomenti che non solo non sono riuscite a combattere le
tare di fondo dell'economia e della società italiana, ma non hanno saputo nemmeno individuarle o diagnosticarle.
Slogan totalmente
'campati per aria' in quanto mere
'astrazioni generaliste'. Era assai più di sinistra
Ugo La Malfa nel
1961, ma questa gente non lo capirà mai; era più di sinistra
Aldo Moro, ma essi non lo comprenderanno mai; era più di sinistra
Bettino Craxi, ma loro non lo ammetteranno mai.