Al di là del
fatto penale (anche la semplice promessa di un'utilità non dovuta costituisce reato), da come è nata l'inchiesta
dell'Hotel Metropol, secondo le intercettazioni pubblicate da
'BuzzFeed', si ha la netta impressione che questo enorme
'polverone' sia stato una sorta di
avvertimento che i
servizi segreti americani hanno voluto inviare al vicepremier leghista,
Matteo Salvini, affinché non chieda sostegni e risorse alla
Russia di
Vladimir Putin. A tal fine, risulta avvertita anche
l'opinione pubblica italiana, alla cui stampa è giunto tutto questo materiale grazie al quale riviste e giornalisti investigativi del gruppo
'Repubblica-l'Espresso' stavano già lavorando da tempo. Va detto che
'BuzzFeed', il sito che per primo ha diffuso le registrazioni di tali eventi (con quale proprietà della traduzione è difficile appurare: in pochi conoscono il russo e, in teoria, potrebbero far dire alle persone quello che vogliono) ha sede a
Washington. Il sito era entrato in crisi, qualche tempo fa. E ha dovuto ridurre gli organici, trasferendo non a caso la propria sede da
New York a
Washington, dove oggi è più facilmente controllabile. Ovviamente, non si vuole che movimenti e uomini politici italiani cadano nell'orbita russa di
Putin. Per cui, mentre erano in corso questi incontri degli uomini della
Lega che chiedevano aiuti a monte di
strane transazioni petrolifere, le agenzie americane hanno documentato tutto e, quando in
Italia è scoppiato il caso, hanno diffuso questi audio con linguaggi tradotti proprio attraverso
'BuzzFeed'. E' ovvio che la
Lega di
Salvini non abbia preso soldi da
Putin. Anche perché, come scrive un politologo russo, quest'ultimo non glieli poteva dare, nonostante le sue simpatie per questi movimenti politici che fanno il suo gioco indebolendo la
Ue e la
globalizzazione, di cui è nemico. Se, infatti,
Putin fosse così ingenuo da fornire loro delle risorse, gli
americani lo scoprirebbero facilmente: i passaggi verrebbero
tracciati e, a quel punto, lo scandalo diverrebbe enorme. Viceversa, ci sono molti modi di aiutare questi movimenti populisti come la
Lega, il cui leader è stato visto in
Russia con tanto di maglietta con sopra stampata l'effige di
Putin: si possono finanziare, tramite i
media e i
social network la loro
campagna elettorale, come è stato fatto per il referendum sulla
Brexit e nelle
presidenziali americane. Ci sono uomini che collaborano con una società russa che si occupa esattamente di questo e che agiscono, praticamente, in tutto il mondo, compresa
l'Italia. Essi sono in grado di diffondere
messaggi mirati a elettori indecisi, come appurato nei recentissimi casi della
'Internet Research Agency' e di
'Cambridge Analytica', società quest'ultima utilizzata da
Farage per vincere il referendum sulla
Brexit spaventando l'elettorato indeciso con appositi messaggi sui
social. Così
Farage ha vinto, contro ogni pronostico, il referendum sulla
Brexit e ha poi passato questo sistema a
Donald Trump, che a sua volta lo ha usato per vincere le elezioni americane, influenzando gli elettori indecisi negli
'Stati-chiave' e sconfiggere
Hillary Clinton contro ogni pronostico. I russi hanno influito o cercato di influire anche nelle
elezioni italiane, del resto: da tempo si sa che
Putin spalleggia i
5 Stelle e la
Lega proprio con questi sistemi. Ma a parte ciò, esiste un aspetto etico ineludibile e drammatico, quando si parla della
Russia di
Putin. E cioè che
Putin, presidente inamovibile nel suo sterminato Paese, con enormi risorse e ricchezze, non è un leader a cui persone di buon senso o eticamente responsabili dovrebbero chiedere aiuto o soldi, né andarsene in giro indossando magliette con la sua foto. I suoi avversari e oppositori finiscono in carcere, come accaduto al magnate
Kodorkoskji, oppure finiscono misteriosamente ammazzati, come nel caso della giornalista
Anna Politkovskaja, la quale stava indagando proprio sui misfatti di
Putin in
Cecenia e in
Afghanistan. Per evitare di finire in carcere, gli oligarchi russi si sono messi a disposizione completa del presidente russo, versandogli il
50% dei loro enormi introiti. Risorse che
Putin detiene, tramite alcuni prestanome, nei paradisi fiscali e chelo rendono uno degli uomini più ricchi e potenti del mondo. Gli uomini di
Putin non esitano ad assassinare spie russe o capi di Stato rivali, come è capitato al leader ucraino
Jushenko, avvelenato a un pranzo, la cui pelle è divenuta irriconoscibile. E' questo, in realtà, l'uomo che molti leader italiani, occidentali e mondiali, incontrano, con cui trattano, o al quale chiedono soldi e favori. E dovrebbe esser questo a scandalizzare certe
'anime belle'.