L'impegno d'arte di
Gianni Reale trova percorsi che aprono una porta alla lettura dei quadri del suo
laboratorio. Egli libera segnali che raggiungono orizzonti in cui sono contenuti cieli che ancora oggi, più di ieri, rappresentano un
parametro di verità per spiegare l'oggi per il domani. Un suo bellissimo e suadente volto di donna, circondato da colori e segni in equilibri non confondibili per la necessità di essere
'quadro', si completa con l'immagine di una bicicletta quasi fosse una percezione fotografica, percepibile già nel momento in cui la sua pittura emerge, segnalando a chi la osserva una verità nell'attualità del momento storico in cui viviamo. Nell'opera
'La Madonna e la bici', infatti,
Gianni Reale tocca l'impossibile condizionamento tra l'arte in quanto momento di evasione, fotografata nella sua reale necessità e completezza
'attualistica'. E' una spiegazione sociologica che offre, al contempo, una forma di
mutualismo sia in quanto
metodo, sia come
segnale educativo, espressivo e rivelatore di questa straordinaria possibilità che l'arte, pittura o scultura che sia, opera nello
spirito dell'autore, raggiungendo un punto di vista che potremmo definire, già di per sé,
definito. In questi suoi percorsi,
Gianni Reale approva e rivela anche a noi, momentanei fruitori delle sue opere, come sia possibile cercare quella
'porta' e individuare quella via che
l'arte ha sempre indicato, arricchendo il presente di
'informazione'. Insomma,
Gianni Reale, con il suo laboratorio, è l'espressione di una
'scuola' che raggiunge sempre il risultato voluto, quasi guidato da quella
sincronia per mezzo della quale trovano incontro la sua
arte pittorica e il suo lavoro di
'barbiere-cesello' sulla testa dei suoi clienti.