Non sappiamo in quanti l'abbiano notato: quando il
12 maggio scorso è stata data la notizia che alcuni
migranti, individuati su un gommone nel
Mediterraneo, venivano soccorsi dalla nave di una
Ong e poi trasferiti su quella della
Guardia costiera libica, un uomo si è gettato in mare pur di non tornare in
Libia. Un gesto che parla da solo. Tutti sanno delle orribili violenze che i
migranti subiscono nei
centri di detenzione libici, in cui vengono torturati, le donne stuprate, dove si cerca di farli telefonare a casa mentre li torturano per
'spillargli' più soldi possibili. Quindi, abbiamo cercato di ricostruire questa vicenda: quella dell'uomo che, pur di non essere prelevato dalla guardia costiera libica che lo avrebbe riportato in quei
'lager', si è buttato in mare. Abbiamo cercato su internet. E abbiamo scoperto, semplicemente, che ci sono tantissime storie del genere. Quando i
migranti vengono intercettati e sentono parlare di essere rimandati in
Libia, essi si ribellano. E molti preferiscono
morire pur di non tornare in quell'inferno, in cui hanno subito di tutto. Fra i vari articoli di giornale che abbiamo trovato, tutti simili, possiamo citare la testimonianza di un
ragazzo di 16 anni, rimasto nei
centri libici per più di
4 anni, cioè da quando ne aveva
12, dove ha visto morire sua madre. Egli afferma:
"Piuttosto che tornare in Libia e subire quello che ho subito preferisco morire". E ancora: "Non ho paura della morte, ma ho paura dei libici". Ci rendiamo conto del dramma di cui stiamo parlando? Stiamo parlando di autentici
lager a meno di
300 chilometri dall'Italia. Un giorno, forse, qualcuno ci chiederà di rendere conto di ciò, se sapevamo quello che succedeva a poche centinaia di chilometri da noi. E la cosa incredibile è che il nostro
governo tratta con l'esecutivo libico e con i vari signori della guerra che gestiscono proprio quei
lager. I nostri rappresentanti politici, come
l'ex ministro Minniti. E
l'attuale ministro Salvini, che ha prodotto una
propaganda antimigranti che è diventato il fulcro della sua azione politica, che lo ha reso il politico più potente del Paese, che oggi prenderebbe oltre il
30% dei consensi in elezioni in cui ci si vanta di aver pagato quelle
'bande', per tenersi i migranti in quelle carceri infami dove vengono torturati. I
francesi hanno voluto eliminare
l'ex dittatore Gheddafi, ma sul suo cadavere si sono poi succedute varie
fazioni e un presidente portato
'via mare' dagli occidentali,
Fayez al Sarraj, che deve ovviamente preservare gli interessi delle aziende, soprattutto
petrolifere, della zona. Il nostro
governo, oggi,
paga i trafficanti di uomini affinché si tengano i migranti, vantandosi dei numeri che dicono che il numero degli sbarchi sarebbe diminuito. Chissà da dove veniva
quell'uomo che si è buttato in mare, quello che abbiamo visto e di cui abbiamo avuto notizia prima di accorgerci che c'erano tantissimi altri casi di questo tipo. Probabilmente, da un Paese e da una situazione disperata, dove gli occidentali avevano già
depredato tutto e a lui non rimaneva che
migrare attraversando il
deserto, in cui molti muoiono e di cui non abbiamo neppure notizia. Uomini e donne che vedono morire i loro compagni e altri
migranti di stenti, fino ad arrivare in uno di quei
lager, in
Libia, dove possono farti di tutto e rimanere lì per degli anni, fino a quando non li mandano via per far posto ad altri. Quando da un barcone stava per essere traferito sulla nave della guardia costiera libica per essere riportato in Libia - un
"porto sicuro", secondo il
ministro Salvini - quell'uomo ha preferito semplicemente
buttarsi in mare come hanno fatto già in molti, urlando:
"No Libia"! A parte la situazione orrenda dei migranti, è esplosa una
cruenta guerra civile in
Libia, dove le forze e i mercenari del
Generale Haftar spesso sono
bambini: ragazzi inesperti mandati a fare cose di cui, probabilmente, non capiscono neppure il senso, come succede in quasi tutte le guerre.
Bambini e
adolescenti mandati a combattere e che non sanno neppure bene loro chi rappresentano, se l'esercito regolare o una fazione che fa una propaganda di parte, che usano le parole come si fa nelle guerre, per definirli semplici
terroristi. Anche gli americani invasero il
Vietnam e bombardarono
Cambogia e
Laos per
'liberare' quei Paesi dal pericolo comunista. I
francesi, già da tempo appoggiano
Haftar di nascosto, affinché ribalti alcuni rapporti di forza e d'influenza petrolifera nel luogo. Perché la
Libia e molte regioni africane sono ricche di
petrolio e di
risorse che altri vogliono sfruttare: i
Paesi ricchi, con eserciti ben organizzati e armati. E' per questo che quell'uomo e tanti uomini si sono buttati in mare, o hanno
'dirottato' navi e
barconi: per non dover tornare in
Libia, in una situazione in cui le loro vite non valgono nulla, perché i loro aguzzini sono pagati dai
governi italiani e dai supposti
alleati francesi, che vogliono far vedere di essere in grado di gestire la situazione dominando un
'teatro di crisi' che, per alcuni politici, significa
bloccare l'immigrazione (ma solo in teoria, dato che, nei fatti,
l'immigrazione continua con piccole
'barche fantasma', che si notano meno) e, contemporaneamente, spartirsi il
petrolio per cui appoggiano una parte o l'altra, a seconda del momento e di chi possa fornire più garanzie per i propri
interessi, per quello delle
grandi aziende e delle
multinazionali petrolifere che operano nella zona. Noi crediamo che chiunque, nella nostra coscienza di uomini, di queste cose debba occuparsene e che debba far sentire la propria voce. Ognuno come può, magari scrivendo a una
testata giornalistica on line, o appendendo
'striscioni', oppure partecipando a
manifestazioni di protesta, oppure ancora, come il sindaco di Riace,
Mimmo Lucano, andando a parlare nelle
Università in cui si sono raccolte migliaia di persone per sentirlo e dove i
neofascisti che volevano contestarlo sono stati isolati. Anche quest'ultimo è stato un
segnale molto importante, aspettando per lui, per
Mimmo Lucano, una
giustizia vera. Un caso che vogliamo continuare a seguire, perché emblematico di uno
scontro culturale fra chi pensa, piuttosto
ottusamente, che i
migranti siano un fastidio, senza rendersi conto che chi decide di emigrare lo fa nella sofferenza e con fatica immane, per colpe dell'occidente che li ha depredati. Senza rendersi conto che chi, invece, voleva creare un percorso di accoglienza secondo un modello, quello di
Riace, ammirato nel mondo, si è trovato di fronte una giustizia legata a potentati locali, che voleva distruggerlo e continuare a perseguirlo seppure la
Corte di Cassazione lo abbia già assolto con formula piena dagli stessi presunti reati contestatigli. Ci sono
uomini che si buttano a mare e
persone che muoiono
arse vive in
roghi di
ghetti dove sono finite per non aver più potuto avere la protezione di
programmi d'inserimento e
d'integrazione. Perché qualcuno continua ad
alimentare un problema, anziché cercare di
risolverlo.