Maria Pia AlfonsiL'autismo, come è noto, è una disabilità complessa, che si manifesta nell'infanzia e prosegue per tutta la vita con varie e gravi compromissioni di tipo comunicativo e comportamentale. Negli ultimi anni, il problema è cresciuto in modo esponenziale in tutte le aree. E si stima che riguardi ormai l'1% delle popolazione. Le persone con autismo, se diagnosticate precocemente e trattate con appropriati approcci terapeutici, possono migliorare sensibilmente le proprie capacità e abilità sociali nell'arco della vita. Purtroppo, anche nella avanzatissima e ricca Lombardia, fiore all'occhiello del nostro Servizio sanitario nazionale, queste persone risultao abbandonate totalmente alle famiglie, le quali devono affrontare con i propri mezzi le ingenti spese per i trattamenti privati, i viaggi della speranza, la mancanza di inclusione, l'assenza di prospettive per il futuro dei figli, il durante e dopo di loro. A livello nazionale e lombardo mancano completamente i dati epidemiologici sull'autismo. E mancano risorse e competenze, affinché le persone con autismo possano avere accesso a diagnosi, trattamenti adeguati, cure mediche e dentistiche. Negli ultimi anni, le associazioni nazionali e regionali dei genitori si sono mobilitate per ottenere, sul piano giuridico, un riconoscimento della condizione autistica, propedeutico all'avvio di piani di diagnosi precoce e di presa in carico da parte della sanità pubblica. E il panorama legislativo, in Italia, è cambiato, integrando specifiche disposizioni sull'autismo come le Linee di indirizzo n. 132 del 22/11/2012 e la Legge sull'autismo n. 134/2015. Anche in Lombardia, il quadro normativo attualmente prevede specifiche disposizioni riguardanti l'autismo, che possono essere ritenute valide dal punto di vista delle motivazioni e dei contenuti. Il fatto è che queste leggi, per vari motivi - anche incomprensibili - non sono attuate, oppure, nella migliore delle ipotesi, risultano applicate solo in taluni ambiti. Attuare in modo omogeneo nei territori lombardi le disposizioni e i modelli che hanno dimostrato di funzionare e dare piena attuazione alla Legge regionale n. 15 del 2016 (art. 54) sarebbe un passo avanti per la credibilità delle istituzioni lombarde e per la qualità della vita di tutte le 100 mila famiglie della Lombardia che dedicano la loro travagliata esistenza H24 a queste 100 mila persone con autismo. Le centomila famiglie con autismo e le loro associazioni, aderenti al comitato 'Uniti per l'Autismo', sollecitano la Regione Lombardia a considerare la ormai improrogabile attuazione della migliore legislazione regionale sull'autismo. In particolare, il comitato #Unitiperlautismo richiede l'urgente avvio di un percorso certo di attuazione della Legge regionale n. 15 del 2016, che all'articolo 54 titola: 'Disposizioni in materia di prevenzione, cura, riabilitazione delle persone affette da disturbi dello spettro autistico e della disabilità complessa, di sostegno e assistenza per le loro famiglie'.


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