Entrando nel merito delle manifestazioni di questi giorni contro i
cambiamenti climatici e a favore della
sostenibilità ambientale, veniamo innanzitutto a sottolineare che si tratta di un
problema reale: la questione
esiste. Il fenomeno ha cominciato a essere registrato nel secolo scorso. E chi lo nega a prescindere, o mostra
indifferenza verso il tema, è semplicemente un
irresponsabile. Appare cuorioso, tuttavia, notare come le polemiche, intorno a questi argomenti, siano molto più vivaci sui
media che non all'interno del
consesso scientifico internazionale, nel quale, invece, le controversie avvengono tra chi intende combattere il
'global warming' poiché ritiene di averne certificato la gravità e l'urgenza in vaste aree del pianeta, in contrapposizione con chi è portatore di
tesi individuali, oppure mantiene il
dubbio che la
'ciclicità' climatica della
Terra possieda delle
oscillazioni anche piuttosto marcate, che però smentiscono la tesi della
tendenza unica verso il
surriscaldamento e la
tropicalizzazione globale. In buona sostanza, chi nega del tutto il fenomeno non viene
neanche preso in considerazione. Sotto il profilo scientifico, si possono avere
dubbi e proporre
ipotesi distinte. Di certo, non si può
negare l'evidenza, anche se si tratta di una metodologia di comportamento
assai di moda negli ultimi tempi, che potremmo definire una sorta di
ideologia dell'assurdo. Che tutto stia andando come dovrebbe andare non può essere considerata una
tesi fondata. Nel corso della Storia, il clima del
pianeta Terra ha attraversato più volte lunghe
fasi estreme, in tempi in cui l'industrializzazione non era neanche alle porte:
'piccole glaciazioni' ed episodi di
siccità sono già capitati. Durante il
Medioevo, il
caldo si mantenne a livelli altissimi per quasi
5 secoli. In pratica, tutte le ricostruzioni che ci portano a immaginare l'epoca che va dalla caduta
dell'Impero romano alla
scoperta dell'America come una società in cui si camminava a piedi scalzi nella neve, o ci si riscaldava in qualche modo
bruciando legname, sono in larga parte da rivedere, soprattutto nell'area del bacino del
Mediterraneo. Ulteriore terreno di scontro è quello sulle
previsioni: c'è chi ritiene che
l'andamento attuale di incremento delle temperature possa diventare sempre più
preoccupante e chi, invece, pur ammettendo la possibilità di
fasi climatiche estreme, in un senso o nell'altro, ritiene che la natura sappia sempre ritrovare il proprio
equilibrio. Due soli fatti rimangono scientificamente accertati:
1) il fenomeno di surriscaldamento globale esiste ed è in piena fase di dispiegamento;
2) l'attività umana rappresenta certamente un fattore significativo nel causare variazioni della temperatura globale del nostro pianeta, come dimostrato da tutte le ricerche e misurazioni effettuate dalla seconda metà del
XX secolo a oggi. Tutto il resto è
teoria. Ancora tutta da dimostrare.