E' stato un difficile risveglio, quello del
1° marzo scorso. Caricato lo
'streaming' della stazione radiofonica che seguo - che è
Radio24, con la quale non sono mai d'accordo, ma che fa un'eccellente prodotto radiofonico, unico nel suo genere - mi imbatto nella voce di
Padre Cuperlo dal
'PdfuPcifuPdsfuDs', che con voce da confessore racconta ai conduttori la sua
'fola de l'oca' (la favola dell'oca per chi non è del nord). E la racconta con quel suo solito modo mieloso, finto, infarcito di
'paroloni', con la prosopopea di chi vi sta dicendo:
"Sentite come parlo bene, sentite come non vi dico nulla, ma ve lo dico da Oscar e quando voi saprete parlare come me aspirerete, come me, a essere investiti di un ruolo che non serve a nulla..." (perché
Cuperlo, diciamocelo, a che serve?) e via e via... Questo è stato il mio risveglio. Poi l'illuminazione: c'è poco da risvegliarsi.
Cuperlo rappresenta tutte le ragioni per cui
quella sinistra lì, quella che vuole reimbarcare gli
'scappati di casa' del
2% alle politiche e che hanno perso la poltrona, è fallita, fallimentare e fallimentarista. Non ci sono avvocati che servano: serve la
psicanalisi, o la riapertura dei
manicomi. Perché questi non sanno nemmeno dove vivono, in che Paese stanno e non capiscono - non lo capiscono!!! - cosa
l'Italia è diventata. Sembra di leggere
Marguerite Yourcenar nella sua biografia
'Ad occhi chiusi', quando parla dei
francesi che, mentre i nazisti premevano per entrare a
Parigi, continuavano a conversare tranquillamente nei
bistrot. E si capisce perché certi politici,
Padre Cuperlo in testa, amino travestirsi da uomini di cultura.