Il presidente di
'Ira Mauritania', movimento che si sta battendo contro la schiavitù in Mauritania,
Biram Dah Abeid, messo in carcere il
7 agosto scorso ed eletto a settembre - benché in prigione - come deputato, è stato
liberato durante la notte di
San Silvestro. Ciò è avvenuto poiché il giornalista che lo aveva accusato di aggressione,
Abdalla Deddah, ha ritirato la denuncia che era stata motivo, ingiusto, del suo arresto. In
Mauritania vige una dittatura militare e religiosa capeggiata dal presidente
Mohamed Abdel Aziz, che da sempre ostacola la lotta di
Biram Abeid e del suo movimento contro la schiavitù.
"Il presidente Biram, il nostro Mandela mauritano", dichiara
Ivana Dama, vicepresidente del movimento
'Ira Mauritania' sezione Italia e moglie di
Yacoub Diarra, presidente di
'Ira Italia', coordinatore di
'Ira Mauritania Europa' e candidato anch'egli alle ultime elezioni di settembre 2018:
"era stato incarcerato ingiustamente per una macchinazione politica sostenuta dal presidente in carica, Mohamed Abdel Aziz, ma è stato liberato proprio la notte di capodanno dal carcere, contro ogni pronostico mio e di molti altri. Infatti", aggiunge
Ivana Dama, "quasi tutti noi credevamo che l'avrebbero trattenuto fino a maggio, data in cui si svolgeranno le prossime elezioni. Biram è stato eletto come deputato alle elezioni di settembre scorso, mentre era in carcere. E tutti credevamo che lo avrebbero continuato a tenere 'dentro', per evitare che vincesse le prossime elezioni. Invece, ringraziando il cielo, non è stato così. Ringraziamo a nome di tutto il movimento mauritano" continua suo marito,
Yacoub Diarra, "tutti i nostri amici, sostenitori, attivisti, politici e giornalisti che hanno contribuito alla scarcerazione del presidente Biram Dah Abeid. E' stato un periodo davvero difficile e del sangue è stato versato per questo meraviglioso evento, che ora vede Biram di nuovo libero. Non è stato per niente facile arrivare a questo momento. Non abbiamo assolutamente paura del presidente in carica, Mohamed Abdel Aziz, ma abbiamo bisogno ancora dell'aiuto di tutti, politici, giornalisti, attivisti, per continuare a sostenere la dura battaglia di Biram contro la schiavitù e i comportamenti disumani del governo". Molte le forze nazionali e internazionali che hanno collaborato a far uscire il presidente,
Biram Dah Abeid, da questa situazione disumana, tra cui anche il deputato della sinistra francese
Jean-Luc Melènchon, già candidato
all'Eliseo alle ultime presidenziali. che poco tempo fa aveva lanciato un appello internazionale a favore di
Biram e del movimento
'Ira' contro la schiavitù in Mauritania. Auspichiamo un futuro felice per questo Paese africano. E lo immaginiamo con un grande uomo come presidente: un grande uomo come
Biram Dah Abeid.