Il
Partito democratico cerca un improbabile rilancio candidando l'ex ministro degli Interni,
Marco Minniti, al vertice della propria segreteria nazionale. Ovviamente, siamo di fronte a un
'ex dalemiano' prima ancora che a un
'renziano'. Tanto per non far vedere il
fallimento di una classe dirigente che, nel proprio
delirio 'rottamatore', ha generato un
'vuoto pneumatico' di portata micidiale, eliminando chiunque non risultasse allineato al nuovo disegno di potere. Come nel caso dell'ex sindaco di Roma,
Ignazio Marino, letteralmente
'defenestrato' con toni e metodi da
burocrazia sovietica. La verità è che, anche a sinistra, ha sempre albergato una sottile forma di
fascismo. Ma non si tratta del
fascismo piccolo borghese e
moralista di certi intellettuali a cui faceva riferimento, a suo tempo,
Pier Paolo Pasolini, ma di un
vuoto di valori, che del
fascismo tende a perpetuare il rifiuto verso ogni forma di
educazione, di
cultura, di
saggezza. I
comunisti, nella sostanza, hanno sempre condannato il
fascismo proprio per sentirsi liberi di
recepirne il 'metodo', la
logica, la
durezza del livello di scontro. Ecco perché certi
'spiriti liberi' vengono regolarmente eliminati: perché essi non accettano il
potere. Anzi, lo rifiutano. Anche quello che sembra apparentemente più
aperto e
avanzato. Una
nuova sinistra non dovrebbe ricominciare dalle persone o dai leader, bensì da
programmi e
contenuti, rigettando e combattendo ogni forma d'involgarimento di una società costretta a vivere a un livello
'subculturale', sovrastata dal
'generalismo' e
dall'inefficienza degli inetti. Una sinistra che vada
oltre se stessa, perché in fondo, pur tra le loro innumerevoli
'castronerie', quel che i ragazzi del
Movimento 5 stelle sono riusciti a evidenziare è che, tra
destra e
sinistra, le distinzioni quasi non esistono più. Per rifondare una
nuova sinistra non è obbligatorio conformarsi a un
'andazzo generalista' e
incolto, che appiattisce verso il basso ogni
valore spirituale, ogni
ideale. Al contrario, bisogna saper
prendere le distanze da tutto questo, distinguendo nettamente se stessi dal resto del Paese. Limitandosi unicamente a osservarlo mentre si avvia verso il suo cercato, voluto e ampiamente meritato
disastro.