Alessio SpeldaTutti ricordiamo il trauma che l'Italia ha vissuto quest'estate: vedere la nostra nazionale fuori dai mondiali è stato per tutti i tifosi un colpo durissimo. L'Italia non vince una partita ufficiale da un anno (1-0 in Albania, lo scorso ottobre 2017), se si eccettua l'amichevole con l'Arabia Saudita di maggio, vinta per 2-1 dagli azzurri anche con qualche 'affanno'. Ora, nel ranking Fifa siamo in 21esima posizione, dietro a nazionali come Svizzera, Danimarca, Cile, Svezia, Messico, Galles e Perù. Questo record negativo ci ricorda che, senza impegno e determinazione, non si va da nessuna parte, neanche nelle 'amichevoli-allenamento'. Ma sembra che nessuno abbia recepito il messaggio. Durante i tristi Mondiali di Russia 2018 - tristi ovviamente per gli azzurri, rimasti a casa - lo stesso Ct si produsse in una discussa e discutibile dichiarazione: "Tra le squadre di questo mondiale, solo il Brasile è superiore all'Italia". Una frase emblematica della condizione mentale della squadra, che si rivede poi nelle ultime partite. Ma vogliamo mandare un messaggio? Per esempio, che l'Italia non è solo quella del calcio? Per un'Italia poco determinata che perde, ce n'è (almeno!) un'altra che combatte e 'macina' risultati. La nazionale maschile di pallavolo è infatti entrata nelle 'Final Six' dei Mondiali di Volley 2018, battendo tutti nella prima fase, incatenando 6 vittorie di fila e arrivando a 4 punti dalla vittoria contro i colossi russi, in testa al girone. Nell'ultima partita, l'allenatore Blengini ha cambiato tutto il sestetto 'liberando i cani', che hanno letteralmente sbranato l'Olanda dopo un 'black-out iniziale', chiudendo i set per 16-25; 25-20; 27-25; 25-15. Le seconde linee hanno dimostrato tenacia e convinzione, portando la squadra alla vittoria e permettendo ai titolari di riposarsi. Sfortunatamente, negli scontri contro la Serbia e la Polonia, decisivi per il passaggio del turno dalla 'Pool J', abbiamo rivisto un'Italia 'mangiata' dalla paura, che non è riuscita a superare i vicecampioni con uno scottante 3-0 e, contro la Polonia, con un 3-2 insufficiente per passare il turno. L'occasione era buona e i presupposti erano tutti a vantaggio degli azzurri: gli Usa non in piena forma e un Brasile non particolarmente brillante avevano illuso i tifosi, che si aspettavano di più da questo mondiale. L'amarezza è stata tanta, ma l'entusiasmo che ci ha trascinato fino a queste 'Final Six' è venuto a mancare solo nelle fasi decisive della competizione. Ma oltre alla pallavolo, anche l'equitazione si sta risvegliando, con le 3 medaglie d'oro conquistate dagli azzurri all'edizione 2018 dei Fei World Equestrian Games, che resterà nella storia degli sport equestri soprattutto per noi italiani. Mai prima d'ora, infatti, l'Italia aveva ottenuto tanti 'titoli iridati' nella storia dell'equitazione nazionale ai 'Weg' dal 1990, anno della loro nascita. I 'nostri' hanno chiuso la competizione in quinta posizione, dietro a Germania, Olanda, Gran Bretagna e Stati Uniti, ma davanti a Paesi come Belgio, Francia, Irlanda e Svizzera. Nonostante i grandi risultati nelle altre competizioni, l'attenzione continua a rimanere focalizzata sul calcio, che in questo momento non brilla assolutamente, ma è anzi in una fase di 'ripensamento' dalla quale sembra non uscirne. I club di serie A neanche investono più nei giovani italiani, costringendo Mancini a schierare giocatori 'fuori ruolo', con un vorticoso 'balletto' di esperimenti. Ci vorrebbe pazienza, ma il calcio attuale non sembra avere spazio per le riflessioni razionali. E, in questo, la nostra rappresentativa calcistica ha davvero molto da imparare dagli altri atleti italiani, i quali hanno dimostrato al mondo - e prima di tutto agli italiani stessi - che "non solo di calcio vivrà l'italiano", per le tante emozioni che possono regalare anche gli altri sport. In ogni competizione, il 'fattore-chiave' rimane sempre e solo lo stesso: la 'fame' e la determinazione.


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