Fa quasi sorridere - un sorriso amaro in verità - l'arroganza di questo strano soggetto che è riuscito a diventare il
capo del Viminale. Pare il fedele emblema
dell'arroganza dei 'piccoli', che debbono strillare per sottolineare la loro presenza. Un'arroganza che si stupisce che vi siano delle leggi da rispettare e dei luoghi che si chiamano tribunali, in cui delle persone con una toga sono chiamati ad applicare le leggi dello Stato, a prescindere se sei stato scelto per il
'Grande Fratello', o se sei riuscito a risultare eletto senatore in una regione in cui la
'ndrangheta soddisfa le necessità della gente, a causa dell'assenza dello Stato. Eh si, caro ministro: anche se fossi saltato fuori
dall'uovo di Pasqua, ci sono delle leggi che soprattutto un esponente politico è tenuto a rispettare. Un uomo di Stato dovrebbe essere il primo a non
'strabordare' - ma nessuno glielo dice... - evitando di porre in cattiva luce la sua stessa
competenza politica. Tutto questo mentre ci si domanda sul perché del suo successo. E mentre il
32% di non si sa quale insieme politico, a cui é rimasto solamente lo sfogo di
'pancia', plaude alle sue
'sparate' senza neanche sapere il perché e senza il minimo
spirito critico, annullato da un'ignoranza resa ancor più profonda da presunte notizie diramate da fonti inattendibili, che tutto fanno tranne quello di fornire informazioni. Se avessero un minimo di coerenza, lo
'schiferebbero' persino le culture politiche di
destra. Fino a che punto s'intende arrivare, prima di comprendere che è stata data la
'stura' ai
peggiori 'miasmi' di questo Paese? Si fa presto a
vincere, anche in politica. Ma si fa ancora più presto a
perdere tutto.