Vittorio LussanaPronto, mamma? Sì, sono io: Amleto. Come va? Cosa? Vabbè, che c'entra? Ho fatto una battuta su facebook: mo' non si può neanche scherzare? Vabbè, si: faccio il serio, va bene. Si, sto bene: niente di che. Lo sai, qui siamo ancora al primo atto del Governo Conte e non c'è molto da fare. No, con Ofelia non ci sentiamo da un po'. No, se ne è andata, abbiamo litigato: si era messa in testa che voleva un bambino. Infatti, è quello che le ho detto anch'io: non si è mai sentito di Amleto che diventa padre. Non è che non mi sento all'altezza: ho altro da fare. Ma certo che ci ho pensato. Ma che vuol dire se preferisco un maschio o una femmina? Mah... Non lo so. Uffa! Vabbè: forse una femmina. Sì, una 'femminuccia' non sarebbe male. Non lo so: avere una piccola Ofelia che si muove per casa, che si fa crescere i capelli. Potrebbe venire con me in redazione, diventare anche lei una giornalista. Appena impara a scrivere, la metto sul pc, con quelle sue 'manine' piccoline, tanto per vedere se Di Maio s'incazza. Sul pc, sì. No, non il Pci, il pc. No! Non il Pci: il personal computer! A ma', ma allora è vero che non capisci più un 'cavolo'... Sì, sul computer portatile, sì. Poi, quando comincia a formarsi, giù con tutte le interviste più importanti: la Pausini, la Bertè, la Mannoia. No, la Boschi no: sarebbe un paradosso. No, certo: niente televisione o pubblicità. Niente: solo giornalismo, fino alla morte. Fatto bene, però. Capirai, faranno a gara per averla: la figlia di Amleto. Voglio vedere chi non la farà lavorare, con la madre morta annegata al quarto atto. No, guarda, ci ho ripensato: non ci sarà nessuna piccola Ofelia. No, tranquilla: resterai l'unica donna della mia vita. Noi siamo i tuoi figlioli, lo sai: i figli della sinistra. Sì, quelli che hanno sempre dubbi su tutto, in continuazione. Ricordi com'era? "Morire? Dormire? Sognare, forse"? Forse. O forse, no. Beh, dimmi: tu come stai? Scusa, neanche te l'ho chiesto. È un mio vizio: mi faccio prendere dai monologhi. Non lo so, dimmi: che fai? Come te la passi? Ti trattano bene? Che significa che sei costretta a digiunare? Non ci credo. Senti, non fare scenate come al solito: cerca di stare tranquilla. Vabbè, allora, cosa mi dovevi dire? Ma che ti 'frega' della flat tax? Ma perché, la paghi tu? Ma come, niente? Scusa, se mi hai chiamato, qualcosa mi volevi pur dire, no? Che significa: va tutto bene? Non va tutto bene. Guarda, lo so benissimo cosa mi volevi dire. Lo so, ma voglio che me lo dici tu. No, non posso andare avanti lo stesso: lo vedi che non capisci? Non ha senso che stiamo qui a parlare di Renzi, di Calenda o del Partito democratico: se non mi dici che sei stata assassinata, io di cosa mi vendico? Ma no, tu dovresti tornare, anche abbastanza 'incazzata' secondo me, per dirci che le cose non vanno bene per niente, che dobbiamo fare qualcosa, che è un'ingiustizia, che Salvini ha fatto il patto coi 'grillini' per fare propaganda sulla 'pelle' degli immigrati, che c'è del 'marcio' anche in Italia, capito? No, perché se tu torni a dirci cose del genere, noi ci mettiamo un secondo a organizzare qualcosa. Si, vabbè... Imbracciare il fucile? No, quello no, per favore. Eppoi, non so organizzare neanche un 'sit-in', o raccogliere delle firme. Non basta? Lo so anch'io che non basta, ma le cose si fanno piano piano. Ma quale lotta armata! A ma', non stiamo più ai tempi tuoi. Si, va bene, parlane con Bakunin: fai un po' come ti pare. Senti, adesso devo andare. Sì, ho da fare. Si, scrivo anche oggi: va bene? Va bene. Per questa cosa della rivoluzione, ti faccio sapere. Sì, ciao mamma, ci sentiamo domani. Sì, ciao. Buonanotte.




Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)
(il presente corsivo è liberamente ispirato dalla pièce teatrale 'Era meglio se facevo l'attore' di Andrea Onori)

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Roberto - Roma - Mail - martedi 24 luglio 2018 10.36
Molto divertente, ma io penso che i tempi son cambiati e che essere di sinistra oggi stia più nelle cose che si fanno piuttosto che in quelle che si dicono o nelle elaborazioni teoriche. Credo che questo amore tutto italiano per il saggio "estetico" o per "gli elzeviri e i ghiribizzi" di cui spesso lei ha accusato gli altri appartenga pienamente anche a lei. Ma questa non è una critica. Semplicemente un annotazione
Corrado - Roma - Mail - lunedi 23 luglio 2018 17.54
Maestro, si spieghi...


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