Pronto, mamma? Sì, sono io:
Amleto. Come va? Cosa? Vabbè, che c'entra? Ho fatto una battuta su
facebook: mo' non si può neanche scherzare? Vabbè, si: faccio il serio, va bene. Si, sto bene: niente di che. Lo sai, qui siamo ancora al primo atto del
Governo Conte e non c'è molto da fare. No, con
Ofelia non ci sentiamo da un po'. No, se ne è andata, abbiamo litigato: si era messa in testa che voleva un bambino. Infatti, è quello che le ho detto anch'io: non si è mai sentito di
Amleto che diventa
padre. Non è che non mi sento all'altezza: ho altro da fare. Ma certo che ci ho pensato. Ma che vuol dire se preferisco un
maschio o una
femmina? Mah... Non lo so. Uffa! Vabbè: forse una
femmina. Sì, una
'femminuccia' non sarebbe male. Non lo so: avere una
piccola Ofelia che si muove per casa, che si fa crescere i capelli. Potrebbe venire con me in
redazione, diventare anche lei una
giornalista. Appena impara a scrivere, la metto sul
pc, con quelle sue
'manine' piccoline, tanto per vedere se
Di Maio s'incazza. Sul
pc, sì. No, non il
Pci, il
pc. No! Non il
Pci: il
personal computer! A ma', ma allora è vero che non capisci più un
'cavolo'... Sì, sul computer portatile, sì. Poi, quando comincia a formarsi, giù con tutte le interviste più importanti: la
Pausini, la
Bertè, la
Mannoia. No, la
Boschi no: sarebbe un paradosso. No, certo: niente televisione o pubblicità. Niente: solo
giornalismo, fino alla morte. Fatto bene, però. Capirai, faranno a gara per averla: la
figlia di Amleto. Voglio vedere chi non la farà lavorare, con la madre
morta annegata al
quarto atto. No, guarda, ci ho ripensato: non ci sarà nessuna
piccola Ofelia. No, tranquilla: resterai l'unica donna della mia vita. Noi siamo i tuoi figlioli, lo sai: i
figli della sinistra. Sì, quelli che hanno sempre
dubbi su tutto, in continuazione. Ricordi com'era?
"Morire? Dormire? Sognare, forse"? Forse. O forse, no. Beh, dimmi: tu come stai? Scusa, neanche te l'ho chiesto. È un mio vizio: mi faccio prendere dai monologhi. Non lo so, dimmi: che fai? Come te la passi? Ti trattano bene? Che significa che sei costretta a
digiunare? Non ci credo. Senti, non fare
scenate come al solito: cerca di stare tranquilla. Vabbè, allora, cosa mi dovevi dire? Ma che ti
'frega' della
flat tax? Ma perché, la paghi tu? Ma come, niente? Scusa, se mi hai chiamato, qualcosa mi volevi pur dire, no? Che significa: va tutto bene? Non va tutto bene. Guarda, lo so benissimo cosa mi volevi dire. Lo so, ma voglio che me lo dici tu. No, non posso andare avanti lo stesso: lo vedi che non capisci? Non ha senso che stiamo qui a parlare di
Renzi, di
Calenda o del
Partito democratico: se non mi dici che sei stata
assassinata, io di cosa mi
vendico? Ma no, tu dovresti tornare, anche abbastanza
'incazzata' secondo me, per dirci che le cose non vanno bene per niente, che dobbiamo fare qualcosa, che è un'ingiustizia, che
Salvini ha fatto il patto coi
'grillini' per fare propaganda sulla
'pelle' degli
immigrati, che c'è del
'marcio' anche in
Italia, capito? No, perché se tu torni a dirci cose del genere, noi ci mettiamo un secondo a
organizzare qualcosa. Si, vabbè...
Imbracciare il fucile? No, quello no, per favore. Eppoi, non so organizzare neanche un
'sit-in', o raccogliere delle firme. Non basta? Lo so anch'io che non basta, ma le cose si fanno piano piano. Ma quale
lotta armata! A ma', non stiamo più ai
tempi tuoi. Si, va bene, parlane con
Bakunin: fai un po' come ti pare. Senti, adesso devo andare. Sì, ho da fare. Si, scrivo anche oggi: va bene? Va bene. Per questa cosa della
rivoluzione, ti faccio sapere. Sì, ciao mamma, ci sentiamo domani. Sì, ciao.
Buonanotte.
Direttore responsabile di www.laici.it e della rivista mensile 'Periodico italiano magazine' (www.periodicoitalianomagazine.it)(il presente corsivo è liberamente ispirato dalla pièce teatrale 'Era meglio se facevo l'attore' di Andrea Onori)